L’agricoltura è un bene principale per una Nazione dato che, insieme all’allevamento, costituisce fonte di cibo. La nostra Nazione Italia, un tempo considerata “il Giardino di Europa, ha la fortuna di essere costituzionalmente predisposta alla produzione di generi alimentari derivanti dall’agricoltura. Come un atleta è predisposto per il salto in alto rispetto ad un'altra disciplina sportiva per caratteristiche fisiche, così l’Italia è fisicamente, quindi geograficamente per clima posizione e territorio, predisposta ad una grande potenzialità di produzione del suo territorio. Quindi non ci dovrebbero essere problemi. Ed invece ce ne sono, ed anche molti.
Il problema principale dell’agricoltura è che gli agricoltori non sono incentivati a coltivare. Molti hanno iniziato a non coltivare più perché è addirittura remissivo. Le sovvenzioni, i contributi, le agevolazioni, ed i pagamenti non avvengono in modo costruttivo. Ed inoltre i coltivatori vengono pagati troppo poco per i prodotti coltivati in proporzione ai costi che devono sostenere. C’è troppo poco margine di guadagno, e vi sono prodotti che provengono da altri Paesi a costi inferiori.
Questo vale anche per gli allevatori, come nel caso degli agnelli dalla Francia. E così anche molte greggi stanno sparendo, un po’ per l’avanzamento del cemento, ma nei piccolissimi centri e per i piccoli allevatori anche perché i costi superano certamente il prezzo finale di vendita. Forse è una legge di mercato, è vero. Ma penso che andrebbe protetta ed incentivata la produzione italiana. Addirittura andrebbe incentivata la produzione e la distribuzione dei prodotti all’interno della stessa regione. In questo modo si avrebbero comunque meno costi di trasporto e meno inquinamento. Di buono si è fatto che oramai è perfettamente identificabile il luogo di produzione ed il luogo di lavorazione, che è da notare che non sempre coincidono! Bisogna fare sempre ed ancora di più perché il prodotto sia il più possibile trasparente riguardo tutto l’iter della sua vita.
Non di rado capita che gli agricoltori e gli allevatori facciano le loro manifestazioni nelle piazze delle grandi città contro la politica agraria del nostro governo. E questo capita indipendentemente dal tipo di governo che abbiamo o che abbiamo avuto. Del resto se manifestano dei motivi ci saranno! E come in ogni cosa bisogna analizzare la causa per risolvere il problema. Ossia: cosa è che non funziona nell’agricoltura? Cosa chiedono gli agricoltori? Hanno delle proposte per migliorare la situazione?
Un buon capo sente sempre i tecnici di settore, ossia le persone che ci lavorano, per ascoltare eventuali problemi e idee risolutive o propositive al riguardo. Questo già lo dovrebbero fare i capi, quindi i ministri, competenti nella materia, figuriamoci i ministri che non sono competenti ossia che non sanno niente del settore del quale si occupa il loro ministero. Una buona prassi è intanto quella di informarsi e documentarsi, e soprattutto quella di volere fare qualche cosa di buono per il settore e per la Nazione. Purtroppo, e questo capita in ogni settore, il capo è solo una figura politica, che non sempre ha la serietà di documentarsi, e soprattutto la voglia e la capacità di svolgere bene il suo lavoro, e forse proprio perché pensa solo ad essere un politico e non a trovare le soluzioni agli eventuali problemi del settore che gli è stato affidato. Mi pare che per l’agricoltura non si sia fatto niente da anni, tanto meno ascoltare costruttivamente gli agricoltori e gli allevatori.
Ma perché dobbiamo comprare i cetrioli dalla Spagna? E i pomodori dalla Cina? E molte altre materie prime alimentari da altre Nazioni, nonostante il clima favorevole che abbiamo e l’immenso territorio agricolo a disposizione? Quali sono i costi che gravano sugli agricoltori e sugli allevatori? Quali sono le loro problematiche? Ci sono troppi passaggi dal produttore al consumatore? Quali leggi sono state fatte per agevolare l’agricoltura in Italia? Quali leggi si dovrebbero eliminare e quali si dovrebbero varare? Ed a livello europeo come è la legislazione al riguardo? Ci sono delle quote europee troppo vincolanti? Queste sono le domande da porsi e le situazioni sulle quali agire!
Incentivare l’agricoltura corrisponderebbe anche ad incentivare posti di lavoro!
Se ci sono degli equilibri europei e delle quote da rispettare, tali equilibri e tali quote vanno modificate. Non dico che bisogna uscire dall’Europa, perché l’Europa serve come alleanze, come blocco di forza per mediare nel mondo e per costruire insieme agli altri Paesi del mondo un mondo migliore. Ma ci sono nel suo interno delle cose da registrare meglio, da regolare, come le modifiche che si fanno successivamente alla prima versione di una macchina. Del resto si sa, tutto è migliorabile. L’Italia deve cercare di contare di più a livello europeo, anche per tutelare se stessa, e solo con una politica e con una economia migliori potrà valorizzare le sue caratteristiche agricole e di allevamento, avere una salute più forte, e contare di più anche in Europa.
L’agricoltura sarà la prossima malata cronica agonizzante in Italia. Forse lo è da tempo, e non ce ne siamo ancora accorti! Rimanendo in tema agricolo è proprio il caso di dire che stiamo alla frutta, anzi, alla macedonia!

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