sabato 28 gennaio 2012

Le oche starnazzanti di Montecitorio (cap. 2)

La politica è programmazione del futuro, ma questo concetto evidentemente è sconosciuto ai nostri politici. Sono stati capaci solo di programmare la capienza delle loro tasche. Forse non è né cattiveria né svogliatezza, ma consuetudine ed incapacità. O incapacità del sistema. Oppure (ed è più probabile) incapacità del sistema quando è formato da certe persone, e quando a volere fare veramente politica sono in pochi. Quando si è in pochi ad essere onesti e giusti (e per essere così basta fare semplicemente il proprio lavoro) mancano gli interlocutori con cui fare un discorso costruttivo, e inevitabilmente si viene schiacciati da una macchina cingolata politica che è peggio di un carro armato. Quel sistema è formato non solo da oche starnazzanti, ma anche da volpi e da iene. Fortunatamente ci sono anche agnelli e tigri, ma si devono camuffare se vogliono sopravvivere. La politica dovrebbe essere il lavoro più nobile all’interno di una società, almeno quando è svolto con correttezza criterio e passione, perché ha come finalità il benessere sociale. Ma la politica è come il mondo (vario), ed il mondo è come la politica. È ovvio che chi sta nei posti di potere ha la possibilità di condizionare il mondo, ed è per questo che bisogna essere gestiti da persone che fanno politica con correttezza, criterio e passione.


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