mercoledì 11 aprile 2012

Il passo indietro compiuto da Monti su un punto di modifica all’articolo 18

Il passo indietro compiuto da Monti dopo gli incontri politici del 04/04/2012 sulla spinosa questione della Riforma del lavoro consiste nella possibilità di reintegro del lavoratore, dietro disposizione del giudice, in caso di accertata “insussistenza del motivo economico” addotto dall’impresa per il licenziamento. Tale possibilità è giustissima, e pare assurdo che il Governo non la avesse considerata in fase di progettazione di riforma. Dietro falsi motivi economici si possono infatti camuffare licenziamenti discriminatori, magari discriminatori del solo fatto che un dipendente non voglia lavorare come uno schiavo ma, come è giusto che sia, voglia lavorare con equilibrio e facendo rispettare i propri diritti, almeno quelli che sono rimasti, malattia compresa. È una tutela che andava fatta e mantenuta, come forma di civiltà e progresso, e per non cadere nel regresso. Ma la Signora Marcegaglia, e quindi la Confindustria, non vedono positivamente questa possibilità di reintegro. È come se le imprese volessero plasmare il lavoratore a semplice robot ed automa, possibilmente senza diritti e necessità. Fortunatamente in un contesto di riforma e di dialogo non viene e non deve essere considerata una sola parte. Il Presidente del Consiglio Mario Monti difende la validità del Disegno di Legge sulla Riforma del Lavoro, ne evidenzia i lati positivi in una visione di insieme, ed il Disegno di Legge prosegue il suo iter.

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