Cooperazione
e dialogo sono le sole cose che ci possono salvare dallo stallo politico ed
istituzionale nel quale siamo cascati. Quindi raggiungere un accordo
per un Governo di larghe intese è necessario ed inevitabile. Oppure un Governo
di scopo. O di programma. O del Presidente . O di come lo si vuole chiamare. L’importante che la Legislatura inizi
subito. Una Legislatura dove le varie forze collaborino e lavorino almeno
su quelle iniziative che rappresentano i punti in comune. Poi subito leggi
anticorruzione, contro il conflitto di interessi, per sviluppare l’economia e
l’agricoltura, per ridurre i costi della politica, ecc. ecc. C’è tanto da fare.
Ma i partiti continuano a rigirarsi nella empasse post elettorale senza trovare
una via di uscita.
Il PD è diviso sulla apertura ad un dialogo con il PDL. che permetta
di attuare delle riforme necessarie, e le tensioni salgono sempre di più. È un
momento molto difficile per il PD e per Bersani. Bersani per uscire dallo
stallo politico nel quale si è messo dovrebbe fare una capriola con quadruplo
salto mortale e ricadere in piedi. Forse tale capriola potrebbe essere proprio
dare il via ad una Legislatura di larghe intese con il PDL, e con chi ne voglia
fare parte.
M5S
esclude ogni tipo di collaborazione e dialogo con le forze politiche. Questo
fatto esprime un assolutismo che può non essere condiviso. Portare avanti
l’idea di un solo Governo M5S evitando una collaborazione costruttiva di
fatto nega l’idea di pluralità (basilare in democrazia). La diffidenza
verso la classe è più che giustificata ed anche condivisa. Ma in questo momento
di particolare difficoltà del Paese non si può restare chiusi su se stessi e
non dare ai partiti la possibilità di lavorare e di redimersi. I partiti
politici classici dovranno per forza continuare nella propria opera interna di
rinnovamento, e soprattutto dovranno impostare il proprio operato su di una
mentalità più lungimirante e più etica. Oramai fortunatamente la gestione
politica del Paese è sotto la lente di ingrandimento di ogni singolo cittadino
il quale, dopo i disastri di una cattiva gestione politica degli ultimi 40
anni, ha imparato a non disinteressarsi della politica. Ed il migliore
controllore del delegato è il delegante. Ma l’accusa che i cittadini
rivolgono alla classe politica del passato è anche quella di essere rimasta
bloccata nei propri scontri di parte e nei propri giochi di potere, attuando
una politica distruttiva per il Paese. Per questo è difficile per un ex elettore
grillino capire e giustificare un comportamento che preclude un dialogo con le
altre forze politiche e che inevitabilmente si ricollega ad un modo di fare
politica del passato. Un comportamento ottuso che purtroppo ha conseguenze
negative anche per l’Italia.
Il PDL sta portando avanti una politica di confronto corretta per la
situazione particolare del Paese. L’’unità della coalizione di centrodestra, la
praticità delle proposte, e la volontà di raggiungere un’intesa a favore della
nascita della Legislatura, stanno facendo recuperare ancora più consenso al PDL.
Nella Lista Civica Monti ed i suoi stanno un po’ in disparte, ma almeno
quando parlano si esprimono in favore di una intesa che porti alla nascita
della Legislatura XVII, e di una scelta condivisa per il Quirinale.
L’atteggiamento dei partiti
politici che si confrontano dovrebbe sempre essere basato su di un dialogo
sereno obiettivo e costruttivo. Tutte le forze politiche, PD, PDL, M5S, Lista
Civica, hanno il diritto di esprimersi e di operare costruttivamente al bene
del Paese. Ed hanno il dovere di farlo. Anche se ciò significa cooperare e
dialogare.
I politici, Bersani in primis,
non si sono ancora resi conto che in questa legislatura non c’è una
maggioranza. Lo dicono a parole, ma di fatto continuano a rincorrere un
bipolarismo che (almeno per ora e spero per sempre) è morto e sepolto. Il
fatto che non sia in vita un sistema bipolare deve necessariamente far cambiare
dinamiche di interlocuzione e di equilibri rappresentatiti tra i partiti. Il
fatto è che dovrebbero esserci delle regole per risolvere questa incresciosa
situazione. Ma dove non ci sono le regole, nelle menti illuminate dovrebbe
arrivare il buon senso. Il Buon senso è quella capacità che porta a prendere le
decisioni migliori anche se inusuali, in situazioni inusuali.
Ripeto: la cooperazione
ed il dialogo tra le forze politiche sono le sole cose che ci possono salvare
dallo stallo politico ed istituzionale nel quale siamo cascati.
Angela Pensword 12/04/2013
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