giovedì 5 aprile 2012

IL SOVVENZIONAMENTO AI PARTITI

Il sovvenzionamento ai partiti deve essere pubblico e trasparente. Ed il bilancio dei partiti deve essere soggetto ad un controllo costante da parte della Corte dei Conti. In fin dei conti si tratta di soldi pubblici che provengono dal popolo ed i cittadini hanno tutto il diritto di conoscere come vengono spesi. Se i finanziamenti ai partiti fossero privati si creerebbe la base per un ricatto economico, una forma di compravendita di favori dietro compenso pro elezioni e pro partito. Questo è da evitare, dato che già vi è la compravendita di voti dietro promessa politica di futuri favori. Inoltre se non vi fosse il finanziamento pubblico ai partiti solo le persone ricche di proprio si potrebbero permettere di entrare in politica, o coloro che accettano compromessi e futuri vincoli. Per concetto, per logica e per giustizia sociale, tutte le spese che sostiene un partito dovrebbero essere certificate e riscontrabili, ossia fatturate. Sembra che solo il PD ed i Radicali redigono il bilancio in modo certificato e comprensibile, mentre dovrebbe essere obbligatorio per tutti i partiti. Del resto se gli altri partiti non sono capaci per volontà o per ignoranza di tenere la contabilità e di  redigere un bilancio in modo che sia consultabile si possono sempre rivolgere ad un commercialista! O ad una delle società che fanno questo mestiere! In questo ultimo periodo lo scandalo di una appropriazione indebita dei soldi pubblici da parte di un partito o del suo tesoriere ha coinvolto più di un partito. A seguito di tali scandali è stata evidenziata la mancanza di una normativa specifica per la stesura e per la revisione dei bilanci di partito. Tale procedura si presta a scorrettezze nella gestione dei soldi pubblici espressi (o non più espressi) in bilancio. È per questo che è importante non solo una regolamentazione per ciò che concerne la compilazione del bilancio, ma anche una legge che ne disponga un controllo serio e continuo nel corso dell’anno. E per evitare amicizie trasversali ogni controllo andrebbe fatto da persone diverse da coloro che hanno fatto il controllo precedente. Si parla in questi giorni infatti, anche all’interno dei partiti stessi e da parte di esponenti politici, della necessità di una regolamentazione in tale senso. È sperabile che venga presto fatta una legge al riguardo. In questo caso, fatta una legge che corregge la possibilità di comportamenti scorretti, non sarebbe il caso di dire “fatta la legge trovato l’inganno” ma si potrebbe finalmente dire “trovato l’inganno fatta la legge”.
Angela Pensword

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