giovedì 20 febbraio 2014

LA SOCIETÀ. ESPRESSIONE DI UNA GIUNGLA SEMPRE PIÙ PERICOLOSA

Ma in che razza di società viviamo? Sempre più frequentemente si sentono notizie di bullismo, di ragazzi, anche studenti, che attaccano in branco un coetaneo solo per un messaggio alla ragazza di un altro, o che provano a fare una violenza di gruppo ad una ragazza (e anche se non vi è stata la violenza fisica vi è stata comunque la violenza psicologica), e queste cose capitano all’interno di una scuola, e poi ancora per strada attacchi di branco per avere rifiutato di dare una sigaretta (che non si aveva), ed ancora qualcuno che non si fa scrupolo di infilzare con un cacciavite un'altra persona per un diverbio, e ancora casi e casi che si potrebbero menzionare.  Ma cosa è capitato alla società? Era sempre così anche in passato o è peggiorata? Forse alcune cose sono sempre capitate, ma adesso siamo di più, e la società non è capace di gestire se stessa. I ragazzi vengono abbandonati a se stessi, e crescono come piante incolte. O forse sono proprio le famiglie che in alcuni casi insegnano ai propri ragazzi a prendere a calci il compagno per dei futili motivi. Manca educazione, mancano i valori, e manca ordine. È vero che la vita è una giungla, lo è sempre stata anche nella espressione della società, che in teoria dovrebbe migliorare. Ho invece l’impressione che qui i serpenti e gli scorpioni, gli alligatori, e i  pit-bull umani da combattimento, stiano aumentando in maniera esponenziale. Forse una società troppo complicata, e che è stata anche troppo frenetica fino a poco tempo fa. Ed anche una società che a livello di informazioni  tiene troppo al consumismo e a valori effimeri, e che non insegna neanche nelle scuole al rispetto per l’essere umano, per gli animali e per l’ambiente. Se non si affronta tale problematica di comportamento sociale errato, se non si prova ad analizzare il problema, le cause, e a porci rimedio per il presente e per il futuro, la nostra società avrà un processo involutivo. La civiltà del comportamento, e non quella del confort, sarà un ricordo. E noi saremmo umani che vagano per le strade senza sapere di essere umani, e comportandoci peggio delle bestie. Inoltre i ragazzi di oggi saranno gli adulti di domani. E preoccuparsi degli adulti cresciuti di oggi che si comportano male, e circoscriverli nelle carceri, magari con obiettivo rieducativo (quando è possibile), senza pensare ad indulto, dovrebbe essere una finalità. Ormai, anche come criminalità organizzata, ed improvvisata, siamo over the top, mentre le forze dell’ordine non hanno le risorse dei mezzi, degli uomini, ed economici in genere. Ma del resto, se si cattura un criminale, con il rischio anche di essere ucciso, e lo si vede poi libero per diversi motivi, è un qualcosa che destabilizza l’operato delle forze dell’ordine, e demoralizza chi ha subito l’ingiustizia. Si dice che il peggio non è mai morto. Io spero che iniziamo a risalire, perché ho l’impressione che abbiamo toccato il fondo. Peggio di così ci sta solo la completa anarchia, e l’autodifesa, dove andremo tutti in giro armati, e faremo fuori chi incontriamo solo perché ci ha guardato storto, o per difenderci da chi ci minaccia.  

Angela Pensword 20/02/2014 

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