Molto bello
l’Angelus del 02 04 2017 che il Papa ha tenuto durante la propria visita a
Carpi e Mirandola, zone dell’Emilia Romagna colpite dal sisma nel maggio 2012.
Tra i tanti concetti e messaggi espressi
dal Papa durante la giornata mi ha particolarmente colpito il messaggio che “possiamo
scegliere se rimanere chiusi dentro un sepolcro o se aprirci alla vita” (il
concetto è questo, le parole forse non sono le stesse, non me le ricordo
esattamente). Si tratta di un sepolcro di odio, di negatività, ma anche di
dolore, di frustrazione. È un invito ad una rinascita umorale, dello stato d’animo
delle persone. È una esortazione a vivere la vita con il sorriso sulle labbra, superando le angosce. È
un concetto che bisognerebbe seguire indipendentemente dall’essere o non essere
credenti. È un messaggio che giudico di grande importanza, e che stranamente non
ho visto adeguatamente evidenziato successivamente dai mezzi di informazione. È
un messaggio di speranza, in tema non solo con la ricostruzione materiale dei
luoghi colpiti dai terremoti, ma anche con la Pasqua in termini di Resurrezione. Si va
oltre la ricostruzione materiale delle macerie dei palazzi, e oltre la
resurrezione carnale di Cristo. Si tratta di una ricostruzione dell’anima, o meglio,
di una resurrezione dell’anima. Altra benzina per un mondo migliore.
"... Ciascuno di noi ha già un piccolo sepolcro, qualche zona un
po' morta dentro il cuore: una ferita, un torto subito o fatto, un rancore che
non dà tregua, un rimorso che ritorna, un peccato che non si riesce a superare.
Individuiamo oggi questi nostri sepolcri e lì invitiamo Gesù. …”.
02 04 2017 Angela Pensword
(foto da wikipedia)
"È un concetto che bisognerebbe seguire indipendentemente dall' essere cristiani o meno...".
RispondiEliminaEsatto, Angela. Il nostro comportamento deve essere corretto, comunque; che si creda in Dio o no.