martedì 16 maggio 2017

La sicurezza fortunatamente prima di tutto

Penso sia una buona sentenza quanto stabilito dalla Corte Suprema di Cassazione che così facendo sancisce ulteriormente e definitivamente un concetto già conosciuto ma troppo spesso messo in dubbio, e che definisce "la sicurezza pubblica come un bene da tutelare". E' un concetto ovvio, che è giusto che sia fondante di uno Stato e del proprio ordinamento giuridico. Il fatto si riferisce alla condanna definitiva nei confronti di un indiano sikh, precedentemente multato dal tribunale di Mantova perché andava in giro con un coltello di circa 20 cm, il Kirpan, simbolo religioso, che aveva presentato ricorso contro tale multa. La sentenza della Corte Suprema in tale modo stabilisce, e conferma, che chi transita, soggiorna, o decide di stabilirsi nel nostro Paese deve sottostare a determinate regole che pongono in primo piano i valori della sicurezza comune, e dei diritti umani, ribadendo che " in consonanza con la previsione dell'art. 2 della Costituzione che valorizza il pluralismo sociale, il limite invalicabile è costituito dal rispetto dei diritti umani e della civiltà giuridica della società ospitante". Tale concetto di sicurezza comune e di rispetto dei diritti umani si può applicare anche ad altre situazioni. Si potrà applicare alla futura legge che prevede fortunatamente l'obbligo di vaccinazione a tutti i bambini per avere l'accesso nelle scuole salvaguardando così la soglia nazionale vaccinale a copertura della salute pubblica, si applica al fatto di vietare di andare in giro con il burka soprattutto in un momento nel quale sotto il burka si può nascondere un soggetto potenzialmente pericoloso, si applica fatto come recentemente accaduto di pretendere in fase di controlli negli aeroporti di togliere il velo a copertura del capo, si può applicare a deroghe sulla privacy per indagini a tutela della sicurezza nazionale come capita in alcune indagini su sistemi informatici, e, nel caso della tutela dei diritti umani, si può applicare nel considerare fuori legge la infibulazione. Personalmente non c trovo niente di strano in questa sentenza, inoltre, come noi quando andiamo in altro Pese ci dobbiamo adeguare, almeno nel vivere comune, alle regole e leggi di quel Paese, così chi viene e vive da noi si dovrà e si deve adeguare alla nostre leggi. Il permissivismo totale porta ad anarchia e l'anarchia porta a confusione, e la confusione porta ad insicurezza. In più basarsi e far rispettare il nostro codice vuol dire anche salvaguardare la nostra identità culturale, troppo spesso calpestata. Sicuramente ci sarà qualcuno che giudicherà tale sentenza errata e lesiva nei confronti della libertà di culto, ma, se la convivenza tra etnie e culture diverse è un fatto inevitabile nel mondo contemporaneo globalizzato, tale convivenza può avvenire solo nel rispetto di determinate regole che mettono al centro valori universali per il bene comune di una società, in una scala di priorità, e solo chi non ha chiaro il concetto di bene comune non si rende conto di quanto sia importante per la nostra società darsi ed avere un certo "ordine".

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