Articolo di Sissi Bellomo del 27 novembre 2014 su IL SOLE 24 ORE è ufficiale: Opec non taglia la produzione di petrolio. Prezzo crolla sotto i 68 dollari.
Interessante
articolo di economia ... l'Opec non taglia la produzione di petrolio. Quindi
prevale la linea morbida dell'Arabia Saudita rispetto al Venezuela e all'Iran
che speravano in una diminuzione dell'estrazione del greggio in modo da far
risalire il prezzo del petrolio. Il prezzo del petrolio al barile sta
crollando. Chissà quando questo crollo si avrà in uguale misura anche nella
vendita al dettaglio per gli automobilisti? Probabilmente mai. A pensarci bene
tale crollo può essere una buona occasione per aumentare il margine di
guadagno. Ma di chi? Non certo degli automobilisti. Forse o di chi ci guadagna
di norma o di chi ha bisogno di aumentare le entrate. Comunque, quando il
prezzo a barile cade, vi è sempre un certo margine di tempo perché tale ribasso
si abbia anche al dettaglio, per una serie di parametri che anche se veritieri
non si sa mai il perché arrivano sempre in ritardo, quando ormai non si può più
abbassare. Il crollo del prezzo deriva certamente da più fattori, ma è un
esempio di quanto domanda ed offerta siano legate e di come il prezzo sia il
riassunto tra le due. Poi, la decisione di lasciare invariata la produzione di
petrolio danneggia la Russia e la Norvegia, in quanto grandi Paesi esportatori,
e si immette sul mercato comunque parecchia merce che, indipendentemente dal
prezzo, non si ha difficoltà così a reperire. Non è che è in atto anche una
sotterranea guerra economica, e non solo?
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