giovedì 19 gennaio 2012

Italia Europa e agenzie di rating

Nella giornata del 13/01/2012 l’agenzia americana di rating Standard&Poor’s ha comunicato un ulteriore giudizio negativo dei rating di alcuni Paesi dell’eurozona, tra i quali anche l’Italia che è passata così in serie BBB+. L’Austria e la Francia hanno perso la tripla A e la Germania è stata definita in osservazione. Il problema delle agenzie di rating non è tanto il loro giudizio, ma che a tale giudizio gli sia dia tanto peso e che tale giudizio sia in grado di muovere immense maree di denaro creando condizionamenti economici. In questi giorni sono in atto dibattiti sulla troppa importanza attribuita a tali agenzie, sulla eventuale loro imparzialità, sull’eventuale uso speculativo che alcuni potrebbero fare di esse, e sul peso di tali agenzie sulla convalescenza della crisi europea.
Il susseguirsi dei giudizi negativi da parte delle agenzie di rating nel corso della crisi è una goccia cinese, lenta ed incessante, ed ogni volta capace di creare onde anomale.
Tali giudizi negativi creano instabilità sulla credibilità europea e condizionano movimenti di denaro. Alcune scelte dei grandi investitori sono obbligate dal non potere tenere in portafoglio dei titoli che non rispettano determinate caratteristiche.
Le agenzie di rating esistono per testare la salute dei Paesi e delle grandi industrie di tutto il mondo. Questo non è di per se un fatto negativo, ma dato l’effetto che il loro giudizio ha sui mercati lo diventa. Il potere economico riflesso che queste agenzie di rating hanno sul mercato è senza dubbio esagerato. E tale importanza andrebbe ridimensionata.
L’Europa sembra soffrire molto del giudizio negativo sui rating. L’Europa deve contare solo su se stessa se vuole uscire effettivamente dalla crisi, e lo può fare solo restando unita.
Tali agenzie di rating, proprio in quanto poche, potrebbero diventare un veicolo ed un mezzo di lotta occulta economica tra potenze (ai limiti della fantaeconomia). E questo è un altro motivo in più perché abbiano il ruolo che gli spetta e non altro.
Per ridimensionare il ruolo che le agenzie di rating americane hanno vi è stata la proposta di creare una società di rating europea. Ma anche essa potrebbe avere però dei conflitti di interesse. L’autonomia, l’essere super partes, il non avere conflitti di interesse, la pluralità, ed il ridimensionare l’influenza che tali agenzie possono avere nel mercato economico, costituisce la base di un maggiore equilibrio, di una maggiore stabilità, e di una maggiore autonomia.
(Segnalo degli articoli correlati che ho letto con interesse trovati in rete: Il problema non è nei voti ma in chi li utiliza  e  I leader europei devono arginare lo strapoteredelle agenzie di rating   )

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