Riflessioni sulla crisi scritte da Angie Amber Pensword il 23/09/2011
In questa situazione di crisi, auspicarsi elezioni anticipate è da pazzi e da folli. Come giustamente ripetuto, un governo regge fino a che ha la maggioranza, proprio da un punto di vista costituzionale. A meno che non si faccia una spallata con un tentativo di golpe. L’Italia non ha bisogno di eroi di santi e di martiri, ma solo di persone corrette che si rimbocchino le maniche per lavorare con buon senso, senza manipolare, senza fare ostruzionismo e demagogia, senza andare contro un esponente od una proposta dell’altro schieramento solo perché appartiene o fatta da questo schieramento. L’obiettività di giudizio è una caratteristica della maturità politica. Maturità politica che manca da noi in Italia, in tutti gli schieramenti. Talvolta sembra che determinate situazioni di disagio contro un esponente politico vengano create apposta per destabilizzare quel determinato schieramento. Se così fosse si tratta di tentativi illeciti anticostituzionali di spallata al governo. E questo è un comportamento sbagliato indipendentemente da chi fosse maggioranza e chi opposizione. È inutile flashare l’attenzione pubblica su escort e su altri specchietti per le allodole, perché l’importante non è cosa fanno i politici nella loro vita privata, ma le scelte che i politici fanno nel gestire il sociale e noi che le abbiamo votati. Andare ad elezioni senza risolvere prima i problemi interni politici e strutturali porterebbe una maggiore destabilizzazione. Mentre la stabilità politica è importante per un Paese e per l’immagine del Paese.
Persone scorrette ci sono all’interno di ogni partito, ed in ogni parte del mondo, non ci si deve meravigliare al riguardo, fa parte della vita. E questo non vuole dire che ci si debba assuefare alla loro presenza e che non vanno combattute. Criminale non è solo chi va a rubare in banca con una pistola ma anche chi gestisce male il sociale, a proprio uso e consumo e a danno della collettività.
Ora è il momento di unirsi, di mettere insieme le menti migliori, di ingranare la marcia, e di ripartire. È questo che ci chiede l’Europa. Non possiamo dare al mondo l’immagine di una opposizione che ha il solo scopo di buttare giù il Presidente del consiglio che abbiamo. Né una maggioranza che non prende tutte le giuste misure per superare la crisi. La maggioranza deve però rendersi conto che non sta centrando gli obiettivi per trovare le soluzioni giuste alla crisi e per recuperare punti di rating rendendosi conto dei suoi limiti, e prendere alcuni giusti suggerimenti che vengono dall’opposizione. E l’opposizione, o almeno quella parte di essa che ha un’anima aggressiva, dovrebbe abbandonare livore e ostruzionismo, e diventare così una opposizione costruttiva.
Senza togliere responsabilità colpe e meriti a questo governo, in sua difesa posso dire che qualunque Presidente del Consiglio e qualunque governo avessimo avuto, indipendentemente dallo schieramento, si sarebbe trovato ad affrontare le difficili questioni internazionali che si sono presentate nel corso della legislatura, i clandestini a Lampedusa, l’attuale crisi europea con la caduta delle borse, e la crisi italiana con l’esplosione della evidenza dei limiti e dei deficit italiani.
La crisi europea ha più fattori. La salute ed il carattere dei vari stati che compongono l’Europa non sono forti in tutti nello stesso modo. È per questo che vi è un continuo monitoraggio di tutti i Paesi membri che serve a testarne la salute ed il raggiungimento di determinati rating o parametri di qualità, che devono essere garantiti o raggiunti dal Paese. Questo è un procedimento molto importate per la salute dell’Europa stessa. In base al giudizio di tali rating il Paese viene classificato, e se non rientra in determinati parametri viene esortato dall’organo europeo di competenza ad attuare manovre e disposizioni che lo riportino in linea. Il problema è quando, e purtroppo sta capitando all’Italia, questo Paese non da affidabilità sulla capacità di recupero e di cambiamento. Allora capita che giustamente la Germania si interroghi sul perché debba aiutare un Paese che non vuole cambiare. In effetti poter stare male perché tanto poi c’è qualcuno che ti aiuta è una mentalità più che infantile. L’Italia deve fare di tutto per riprendersi, e ciò che ha fatto non basta. Se dopo la effettiva dimostrazione di cambiamento le manovre non bastano è giusto che ci sia un aiuto da parte della sua Europa, se questa è ancora in grado di aiutarla dato la crisi delle borse europee e non. In ogni caso l’Italia va mantenuta nell’Europa, perché metterla fuori potrebbe far mettere il piede di culture molto diverse da noi nello stivale dell’Europa. La crisi Europea deriva anche da regole, o meglio da regole che mancano, che hanno permesso speculazioni bancarie. Ma il discorso non è così semplice, e c’è molto altro.
La crisi in cui si trova l’Italia oggi e la mancanza di affidabilità economica, la difficoltà che incontra nel rispettare i rating e a sostenere anche con la propria forza la propria Europa, ed il fatto di essere oggi più un peso per l’Europa che un aiuto, derivano e sono il frutto di una cattiva gestione politica economica e sociale degli ultimi quaranta anni nella successione dei vari governi. In cosa si è sbagliato negli ultimi quaranta anni? Le mazzette, la scorrettezza, il modo di fare politica, la non strategia nel pianificare a lungo termine il bene collettivo, la mentalità economica sbagliata, sono tutti comportamenti sociali errati, ma il fatto di non avere sviluppato ed utilizzato le energie alternative ecosostenibili già da anni è stato il danno peggiore. Un Paese dovrebbe cercare prima di tutto di essere indipendente da un punto di vista energetico ed alimentare. Poi può comprare ciò che gli manca e vendere ciò che ha di più. Questo costituisce salute delle singole Nazioni e di conseguenza salute della unione di questi Paesi. In Europa andrebbe rivisto il discorso delle quote e degli equilibri produttivi, e questo senza escludere aiuti di cibo a chi è in difficoltà. In cosa sta sbagliando ora? L’economia italiana ha un inviluppo proprio perché non vi è la volontà o la capacità di tirare fuori il meglio dall’Italia, con orgoglio e spirito nazionale. I ministeri ci sono, ma forse ci sono i ministri sbagliati dentro. Riguardo la propria politica agricola attualmente l’Italia non sta facendo niente per promuovere l’agricoltura, e tra un po’ avremmo anche questo di problema. Ma perché compriamo il grano da altre parti e i pomodori dalla Cina con tutta la terra che abbiamo e con i posti di lavoro che si potrebbero creare? Mi domando se non ci sia una volontà criminale volta alla distruzione dell’Italia. Qualunque cosa gestita male ha poi dei problemi. Bisognerebbe valutare se mantenere le quote europee di produttività che limitano la produttività stessa di un Paese abbia un senso. Ma cosa più importante prima bisogna valutare e verificare che sia effettivamente questo il problema dell’agricoltura. Forse le quote produttive europee è un bene che ci siano, andrebbero eventualmente riviste, e l’Italia non può scaricare la responsabilità della sua incompetenza al riguardo su altre cause.
La crisi italiana e le soluzioni che si stanno prendendo per risolverla stanno provocando un grande malcontento nel Paese. E questo è molto pericoloso. I prossimi provvedimenti di risanamento che il governo sarà chiamato a prendere non potranno né dovranno coinvolgere maggiormente di quanto già fatto i cittadini. Le pensioni non devono essere toccate. Se delle pensioni devono essere toccate sono prima di tutto e da subito quelle dei politici. Va fatta in ogni caso una seria riforma pensionistica solo per la casta politica. Solo dopo che si è visto l’effettivo e reale sacrificio da parte di tutti i politici nel senso che hanno raggiunto dal prossimo mese pensioni come le nostre, si può forse chiedere ingiustamente ulteriori sacrifici ai cittadini. Perché alzare ulteriormente l’età pensionistica vuole in realtà sperare che il cittadino muoia sul posto di lavoro.
Qualunque ulteriore provvedimento di recupero soldi a livello di entrata straordinaria di cassa dovrà essere fatto prima ed in maniera maggiore proprio su tutta la classe politica, attuale ed in pensione. Del resto se ci troviamo in questa situazione è anche colpa loro. Di chi ci governa ora, di chi ci ha governato negli anni passati, e di chi ci vorrebbe governare. Ed in ogni caso è giusto che diano l’esempio.
La manovra fatta ora non è sufficiente a risollevare il Paese. Bisogna farne subito un'altra, senza che ce lo debba dire l’Europa, volta solo al risveglio economico, o fare piani e leggi in tal senso. Non è mettendo nuove tasse o tagliando il sociale che si risolleva l’economia. Questo è solo un battere di cassa ma non è una modifica strutturale di spinta economica.
Per risollevare l’economia bisogna agire sulla possibilità di lavoro. Per fare questo si deve agire su più fattori. Uno di questi è la grande potenzialità della iniziativa individuale. Questa è una grande linfa per l’economia nazionale. Del resto se una persona non ha più la possibilità di trovare un lavoro presso qualcuno, deve avere la possibilità di crearsene uno proprio. Bisogna quindi, invece di mettere nuove tasse e di bloccare l’iniziativa, agevolare la nascita e la vita di piccole imprese, di piccole società uninominali a responsabilità limitata, agevolandole dal punto di vista fiscale e costituzionale. È inutile parlare solo di investimenti nella formazione perché è comunque un obiettivo che prevede tempo e costi. In pratica non si può aspettare di saper nuotare per non annegare. Se le proposte del governo si limitano solo ad investimenti di formazione, per altro necessari, e a far passare gli interinali da una società all’altra, è meglio che si faccia un governo tecnico con dei veri economisti e analisti della società.
L’unico modo che abbiamo per invertire la picchiata sociale ed economica italiana è sviluppare il lavoro, e non solo a livello individuale ma anche presso le società. In che modo? Obbligando, con normative leggi ed accordi economici tra CONFINDUSTRIA e Governo, le società ad assumere una grossa percentuale di part-time ed incentivandole in questo con sgravi fiscali, quindi paradossalmente diminuendo le tasse alle società. Queste avrebbero una copertura lavorativa non più di 8 ore ma di 12, ad un minimo aumento di costo, una produttività maggiore, e ci sarebbero due persone che lavorano al posto di una con una qualità di vita migliore e con la possibilità di programmare un futuro. Ed anche con la possibilità di far girare un po’ più di denaro, perché si sa, senza lavoro non c’è stipendio, senza stipendio non c’è consumo, senza consumo non ci sono acquisti, senza acquisti le industrie non vendono, e se le industrie vanno all’estero non c’è lavoro. Queste sono le scelte impopolari da fare. Le società possono anche avere la libertà di licenziare, ma devono avere l’obbligo di assumere immediatamente. La CONFINDUSTRIA deve essere d’accordo in questo, perché non si può limitare a chiedere, ma deve anche dare. Per evitare che le società possano scegliere i lavoratori in base ai minor diritti che questi hanno, non bisogna dare alle società una alternativa di diversità di diritti dei lavoratori. Potrà anche esistere un lavoratore che viene assunto sin dall’inizio con un contratto solo a tre mesi, quindi con un contratto a termine per la realizzazione di un progetto, ma dovrà avere gli stessi uguali diritti doveri e garanzie di un vecchio lavoratore assunto precedentemente, a parte, come quest’ultimo orami, la possibilità di ellere licenziato prima dei tre mesi. Finora la caratteristica principale dei lavoratori interinali o a progetto rispetto a quelli assunti a tempo indeterminato, è stata la ricattabilità del lavoratore. Il mercato dei ragazzi interinali sarebbe stato di per se un input buono come inizio di vita lavorativa se le società non se ne fossero approfittate facendoli girar tra loro per evitare di assumerli. Se non ci fosse bisogno di evitare una assunzione, le società avrebbero meno problemi , e paradossalmente anche i lavoratori. Oramai la legge Biagi è superata, perché da quando è stato abolito il licenziamento solo per giusta causa, siamo tutti licenziabili, e quindi tutti interinali. Devono essere però sempre garantite delle garanzie ai lavoratori riguardo la qualità del lavoro, la giustizia, ed i diritti. E le garanzie ed i trattamenti dati ai lavoratori devono essere uguali in tutte le società, a parte ovviamente le specificità di settore. Ciò che rende un Paese di serie B non è solo il risultato dei rating, ma anche la mancanza di servizi, una sanità tagliata, la mancanza di investimenti per il sociale, la mancanza di investimenti per l’istruzione, la mancanza di una adeguata spesa pubblica, ed una qualità di vita lavorativa scadente. Mi pare che queste caratteristiche oramai ce le abbiamo tutte. Perseverare negli errori è da irresponsabili. Pare assurdo, ma per invertire la rotta bisogna andare proprio in senso contrario. Ma dove si possono prendere i soldi per la sanità, per il sociale, per la ricerca e per lo sviluppo? Certamente si possono prendere da dove non si sono mai presi!
L’economia contemporanea che si basa solo sul massimo guadagno immediatamente, al minor costo, e senza la considerazione di determinati valori umani e sociali a lungo termine. Tale mentalità economica dovrà cambiare in futuro. L’ECONOMIA MODERNA dovrà tenere in considerazione anche il valore di benessere umano sociale nazionale e ambientale a lungo termine. L’economia moderna non potrà più pensare solo al guadagno immediato senza preoccuparsi del danno che può fare con le sue azioni. Non si potrà più pensare solo al presente con mentalità vorace. Quando oggi un dirigente bancario esorta i propri operatori a “mungere i clienti come vacche” dimostra di non avere capito niente del suo lavoro e di quale sia il valore dell’economia sociale. L’etica economica dovrebbe sempre essere sociale ed avere la caratteristica della correttezza e della trasparenza, e preoccuparsi di non procurare un danno sociale. Ma se una società pensa solo al guadagno senza considerare questi fattori non può avere queste caratteristiche ed essere etica. Basta pensare al rischio che corriamo e che corrono anche i comuni italiani con i prodotti derivati, frutto anche essi di una mentalità bancaria ed economica assurda e perversa, che con tali prodotti ha legalizzato il gioco d’azzardo. L’etica economica è parente dell’etica politica.
La connivenza tra economia e politica si è limitata solo ad uno scambio di voti e di favori. Tale connivenza deve consistere invece in una sinergia costruttiva, ognuno nel proprio ambito, in disposizioni politiche atte a tutelare cittadini e lavoratori e a sviluppare l’economia, considerando anche lo sviluppo di un bene e di un benessere sociale e collettivo futuro. Stiamo parlando del pianeta terra ?! In futuro le società che gestiscono un bene collettivo non devono essere quotate in borsa. Questo per evitare connivenza tra bene sociale e speculazione.
La crisi europea è forte ed inarrestabile, ed in crescita. Oramai si innescato un meccanismo dal quale non si può più tornare indietro, che coinvolge tutta l’Europa, e l’Esistenza dell’Europa stessa. Ma forse era necessaria, proprio per capire dove era sbagliato il nostro comportamento, e dove l’Europa si può migliorare.
Anche se si è già caduti, non vuole dire che non ci si possa rialzare. E prendere le decisioni giuste a livello nazionale ed europeo permetterà di rialzarci. E perché l’Europa si rialzi si devono rialzare tutti i Paesi che la formano. L’Europa dovrà modificare anche alcune regole bancarie nazionali ed europee per evitare speculazioni a danno delle stabilità statali come invece è accaduto.
L’Europa dovrà sempre preservare al suo interno valori già affermati nel nostro mondo anche se non sempre rispettati in ogni parte del mondo, quali la libertà, il rispetto per l’individuo e per l’ecosistema, la libera iniziativa, il benessere individuale e collettivo, la proprietà privata e pubblica, la sanità, l’istruzione, il sociale, l’assistenza, la parità ed il rispetto reciproco tra uomo e donna, i diritti individuali e sociali, e l’ altro che c’è di buono, mantenendo rispettando e migliorando ciò che di buono c’è stato finora, ed aggiungendoci valori ad oggi ancora sconosciuti.
È assurdo affermare che la colpa di come stiamo oggi in Italia è solo di questo governo, e non di tutti quelli che ci hanno governato prima. Vuole dire non essere obiettivi e non avere la maturità politica che serve a fare politica d’ora in poi in Italia. Forse l’opposizione, se avesse governato, avrebbe fatto meglio alcune cose, e peggio altre. Ma non sarebbe in grado comunque di portare avanti il Paese. Bisogna prendere le proposte migliori di entrambi gli schieramenti. Ora sta alla maggioranza fare le scelte giuste, con buon senso, e sta all’opposizione, con altrettanto buon senso, essere costruttiva. Dato che non tutti al mondo sono dotati di buon senso, non ci resta che augurarci che tale qualità cresca. La riforma strutturale più importante da fare è sul cervello dei politici, in e di qualunque schieramento. … Chi vuole capire capisca, gli altri cambino mestiere !.
23/09/2011 Angie Amber Pensword
Ti occupi di problemi sociali ? interessante ! anzi di questi tempi affascinante.
RispondiEliminabene vi relaziono quanto che ne dite di questa societa:
sono nato nel 1974 a 5 anni andavo all asilo e nel pomeriggio scendevo in giardino condominiale a giocare con i vicini
A 8 anni 3 elementare andavo e tornavo da scuola in completa autonomia
A 13 anni giravo in ogni dove con la bici
ecc
Oggi sono papa' mi sento un alieno, se i figli scendono in giardino a turno un genitore e' li ad osservare e controllare chi che cosa non si sa' .
mio figlio 12 anni viene accompagnato a scuola, calcio ,dagli amici solo in casa ,ed il problema che lo facciamo tutti!
non parliamo poi dei rapporti tra adulti sia tra vicini che ttra genitori di scuola ....rapporti impenetrabili....mi sbaglio? ma qualcuno di voi sorride ma purtroppo e' cosi!
il problema e' sociale
saluti