Nessun buon motivo giustifica la pratica della vivisezione in modo così diffuso, e l’allevamento di animali finalizzati a tale scopo diffuso in modo così massiccio. E non è giustificata anche per un solo animale. Prima di tutto la vivisezione è un metodo scientifico inadeguato ed obsoleto. Infatti è dimostrato ormai che le reazioni delle cellule di animali appartenenti a razze diverse danno reazioni diverse, e talvolta diverse anche all’interno della stessa razza ma semplicemente cugine. Quindi non è detto che ciò che vada bene per un topo o per un cane vada bene anche per l’uomo, e non è detto che ciò che non va bene per loro non vada bene per noi
Ma come per ogni cosa che tocca l’uomo l’interesse fa da padrone e non l’etica o la sensibilità. L’unica cosa alla quale chi ha potere è sensibile è il denaro, ed il denaro spesso compra anche l’anima delle persone. Per denaro si uccide, per denaro si ruba, per denaro si imbroglia, per denaro si va contro i propri affetti senza averne motivo, per denaro si diventa vigliacchi, per denaro si diventa crudeli verso gli altri uomini e verso gli animali.
In passato sono state fatte delle cose atroci su degli esseri viventi indifesi e non colpevoli, e non vi è colpa che giustifica tale atrocità. L’uomo, nel nome della scienza, ha calpestato l’esistenza e la sofferenza di tanti animali. L’uomo si è parato dietro la sua presunta superiorità e dietro la presunta inferiorità animale. L’uomo, forse con l’ingenuità di un bambino che smonta le costruzioni lego, ha pensato che a smontare un animale avrebbe capito tanti suoi funzionamenti. Quell’animale è diventato una semplice cosa, un oggetto vivente da laboratorio, un corpo senza anima, senza sofferenza, senza sensibilità, senza umori, senza sentimenti, senza emozioni, senza speranze e senza diritti. Ma del resto perché stupirci di questo aspetto crudele del comportamento umano contro gli animali quando l’uomo è capace di essere crudele anche contro il proprio simile, come è accaduto ad esempio nei campi di concentramento nazisti?
In molte occasioni l’essere umano nel corso della storia, e non solo in riferimento alla vivisezione, si è comportato peggio delle bestie, legalizzando il suo operato. Ma ciò che è legale un giorno può non esserlo più il domani, e questo soprattutto se l’uomo prosegue nella direzione della civiltà e se ciò che era giustificato prima era sbagliato. Speriamo bene al riguardo, perché l’uomo ha nel suo insieme ancora molta strada da fare. In pochi hanno già una mentalità nuova ed evoluta, che dà valore ai sentimenti positivi, che imposta la vita nel rispetto dell’ecosistema, e nel rispetto della vita degli altri esseri viventi uomo ed animali compresi, una mentalità che si basa sull’equilibrio e sulla correttezza, e che non pone il denaro davanti ai valori importanti.
Ma l’evoluzione premia il più forte e non solo il migliore, e non è detto che queste due cose coincidano. Anche in questo caso si ha da una parte la forza delle lobby cosmetiche e farmaceutiche e delle aziende che riforniscono animali da laboratorio, e dall’altra la volontà di moltissime persone, che hanno rispetto per gli animali ed una mentalità più civile, di evitare che vengano inflitte agli animali delle inutili torture e sofferenze.
È per questo che le leggi sono importanti nella storia dell’uomo, anche se nella storia dell’uomo non sempre le leggi sono tutte giuste. In generale le leggi servono a dare delle regole di comportamento. Servono ad obbligare le persone alle quali non viene spontaneo comportarsi bene a causa di reticenze mentali, culturali, educative, economiche per interessi, o per altro, invece a doverlo fare. Questo vale anche per le leggi sulla vivisezione, che è un argomento mondiale.
Chi ha la possibilità di fare le leggi dovrebbe riflettere sulla enorme responsabilità che ha dato in mano loro il destino di condurre l’essere umano nella direzione giusta, verso una civiltà migliore.
Angela Pensword 09/05/2012
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