domenica 23 settembre 2012

Economia

Se il potere d’acquisto della popolazione diminuisce e non si può invertire tale tendenza, l’unico modo per riequilibrare il margine tra potere d’acquisto e costo della vita è quello di abbassare il costo della vita. Ciò vorrebbe dire prima di tutto abbassare il costo dei carburanti (tale costo ha ripercussioni dovunque, dal trasporto privato al prezzo di vendita delle merci) ed abbassare la pressione fiscale. Essa ha raggiunto in Italia una percentuale così elevata da rappresentare un pesante fardello per chi paga le tasse, senza garantire da anni una reale corrispondenza nella erogazione dei servizi da parte dello Stato.
Ciò sarebbe possibile solo in un mondo asettico e privo di condizionamenti della realtà. Stabilito che non saremmo mai dovuti arrivare ad avere un prezzo dei carburanti così elevato ed un insieme di disequilibri nostri interni, non ci rimane che pensare al presente ed al futuro. Il nostro Stato deve rendere conto all’Europa di determinati parametri, tra i quali il risanamento del Bilancio. Il punto è dove recuperare i soldi.
L’attuale governo tecnico ha proseguito con la pressione fiscale, scelta comunque obbligata e necessaria per pianificare a breve termine un risanamento di bilancio ed assicurare compattezza all’Europa. Del resto il disavanzo di bilancio e molte altre cose che non vanno sono state create da una gestione politica immobile e cancrenosa. È ovvio che ci vuole un po’ di tempo per recuperare al meno in parte agli errori fatti in passato.
Il potere d’acquisto della popolazione diminuisce a causa di diversi fattori: la diminuzione dei posti di lavoro, l’aumento della pressione fiscale sulle aziende e sulla popolazione, il costo dei carburanti, l’aumento delle bollette, l’aumento e delle merci e dei prodotti in generale. Da una parte vi sono meno entrate di denaro nella famiglia e dall’altra parte vi sono più uscite per l’aumento del caro vita. Questa somma algebrica aumenta il dislivello tra ciò che la popolazione può spendere ed i costi reali della vita.
Quindi in definitiva ci vorrebbero molte meno tasse.
Da anni la classe politica ha aggiunto nuove tasse alle vecchie trovando solo questa soluzione alle varie problematiche della Nazione, senza impostare vere strategie a medio e lungo termine, e per  ingrassare (generalmente) più le proprie tasche che le entrate dello Stato. Le tasse hanno l’importante funzione di garantire ai cittadini la prestazione dei servizi, come la sanità, l’istruzione,la sicurezza, ed altro ancora. Peccato che i soldi provenienti dalle tasse si perdono nelle emorragie della politica. La vera austerity andrebbe impostata sul sistema politico e contrastando veramente la corruzione. Ma tali provvedimenti non si riescono a realizzare. Già, perché essi sono di competenza dei politici stessi. La ristrutturazione dei costi e degli sprechi della politica è la riforma fondamentale da attuare. Da là si può attingere nuovo denaro da distribuire nella società, con benefit immediato e futuro.
Bisogna fare anche un’altra riflessione economica sociale ed ambientale: forse si produceva troppo.  E soprattutto si produceva senza altri valori (e forse purtroppo si produrrà ancora in questo modo). Il vendere tutto a rate per incentivare le vendite e la produzione ha creato una economia virtuale, la quale ha portato anche ad un inquinamento ambientale tecnologico (basta pensare ad esempio ai telefoni cellulari obsoleti ed al loro smaltimento). La mentalità virtuale si è espressa in campo economico anche nel settore finanziario con le transazioni speculative portate all’eccesso, che hanno portato ad un inquinamento economico finanziario oltre che bancario. Ma questa è un’altra storia.  
L’eccessiva pressione fiscale sulla popolazione e sulle aziende non è la soluzione a questo momento di crisi economica europea. Ha un valore solo se supportata da cambiamenti strutturali e di mentalità. Se si rilasciasse circolare il denaro senza prima avere aggiustato l’interno dell’organizzazione dello Stato, l’ economia, e la mentalità, ritorneremmo ai pessimi comportamenti di impostazione e di gestione politica ed in una economia falsa e virtuale.  
Angela Pensword  23/09/2012

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