I fattori del caos ci sono tutti. In questo particolare momento di passaggio storico per l’uomo e di globalizzazione, i fattori di destabilizzazione e di criticità sono tutti presenti, ed in diverse parti del globo. Lo sviluppo del settore tecnologico (di per sé un fattore positivo quando gestito bene), non è andato di pari passo con lo sviluppo civile dell’essere umano, e questo ha portato ad un cattivo utilizzo dei mezzi a disposizione (qualunque mezzo usato male è dannoso). Gli scambi commerciali, con la loro velocità, legano tutto il mondo. E gli interessi economici, come la necessità sfruttare o di utilizzare le risorse e le ricchezze che si trovano nel territorio di un altro Paese, portano e porteranno, come hanno portato in passato, a guerre locali od a contese internazionali. Gli scopi ed i principi dell’Organismo delle Nazioni Unite (ONU) sono obiettivi splendidi di civiltà. Tale organismo internazionale è riuscito in molte occasioni, anche con la sola presenza, ad evitare il sorgere o l’ampliarsi di guerre. Ma quando non si riuscirà a mantenere la pace, ed una eventuale guerra coinvolgerà Paesi facenti parte di una alleanza, è ovvio che verranno trascinati in guerra anche gli altri Paesi dell’alleanza. Ecco che le alleanze hanno i loro pro ed i loro contro, anche in un sistema globale. Nel mondo oggi è difficile trovare un luogo che non abbia dei problemi.
L’Europa sta affrontando una forte crisi economica. I vari Paesi della UE stanno cercando nel loro interno e nel loro insieme di affrontarla con misure di austerity e cambiamenti di mentalità. Per l’Europa è quindi un grande momento di cambiamento. Questa crisi offre all’Europa (come all’Italia) la possibilità di rigenerarsi e di attuare un cambiamento positivo. Il miglioramento è possibile ma di difficile attuazione, soprattutto data l’importanza delle modifiche da fare, l’entità della crisi, e i tempi stretti per la sua risoluzione. Oltre alle difficoltà economiche l’Europa deve fare i conti con un malcontento della popolazione, soprattutto all’interno di quei Paesi ai quali vengono richiesti grandi sacrifici. Inoltre ci sono spinte che mettono in discussione l’euro (euroscettici), e spinte secessioniste all’interno di alcuni Stati Europei (come la Catalogna in Spagna ed il territorio della Padania in Italia).
Anche gli Stati Uniti d'America stanno affrontando un periodo di crisi economica. Inoltre in questo momento vi è anche l’incognita di chi sarà il prossimo Presidente, e quindi di quale sarà la prossima gestione americana. Tale incognita ci interessa per come sarà la prossima gestione di politica estera americana.
Vi sono le economie emergenti che hanno ridisegnato gli equilibri economici mondiali
L’Africa è flagellata da guerre fratricide e tribali, la cui risoluzione non è a breve termine. Il continente africano è un territorio ricchissimo di risorse naturali e di materie prime Da anni l’Africa non riesce a trovare una unità ed una pace che le consenta di utilizzare le proprie risorse all’interno di un equilibrio.
La Cina ed il Giappone, da sempre in antitesi ma da anni in pace, ultimamente registrano tensioni a causa della contesa proprietà sulle Isole Diaoyu-Senkaku.
Il Medio oriente continua ad essere una polveriera pronta ad esplodere. Nel suo interno ha diverse spinte tra loro opposte. La primavera araba ha emozionato tutto il mondo, occidente compreso, ma non ha trovato ancora un equilibrio sereno. In più vi sono l’Iran, Israele e la Palestina. Attriti che proseguono da tempo. Conflitti amplificati dagli interessi economici e strategici di altre potenze. Inoltre vi è la Siria, l’Iraq, l’Egitto, la Libia, il Libano, e gli altri importanti Stati del Medio Oriente. Attualmente la situazione sta diventando esplosiva tra la Siria e la Turchia, che da qualche giorno si scambiano accenni di conflitto lungo la linea di confine. La preoccupazione è che tale scintilla possa accendere l’intera polveriera, riaccendendo attriti interni ed internazionali che finora, anche se presenti, serpeggiavano sotto la cenere.
La globalizzazione e la velocità di comunicazione tra le parti del mondo porta anche allo scontro di culture. Inoltre, il fatto che il mondo sia tutto collegato per via della globalizzazione, e velocemente in contatto, rende anche probabile che si infiammi tutto insieme, come posti diversi uniti tra loro da un filo di polvere da sparo che una volta acceso in qualunque ipotetico posto possa in realtà accendere tutto il globo.
Poi ci sono i problemi climatici. Il surriscaldamento terrestre, lo sciogliersi dei ghiacciai, ed il paradosso di una probabile e vicina piccola e conseguente era glaciale (fonte Focus). Il cambiamento climatico non è un fattore da sottovalutare. Negli ultimi anni assistiamo sempre più a fenomeni estremi di squilibrio climatico, come siccità, freddi intensi, inondazioni e bombe d’acqua. Fenomeni che gli scienziati reputano destinati ad aumentare. La causa del cambiamento climatico viene identificata nell surriscaldamento terreste, a sua volta imputato, per ciò che concerne l’uomo, all’immissione nell’aria di elementi inquinanti e di gas serra attraverso processi produttivi ed economici che non tengono conto di tale problematica. Il Trattato di Kyoto nasce proprio per regolare il problema del riscaldamento globale. Viene sottoscritto l’11 dicembre 1997 ed è entrato in vigore nel 2005 (ma molta strada deve essere ancora fatta). Quindi anche l’inquinamento (causa umana) è un fattore di squilibrio nel mondo.
La modifica del clima con il manifestarsi di eventi estremi ha ripercussioni economiche. Può portare ad una minore produzione agricola con l’inevitabile aumento del prezzo dei prodotti alimentari. Basta guardare alla siccità che questa estate 2012 ha colpito il Middle West Americano e la conseguente crescita del prezzo del mais, e dei cereali. Aumento che ha colpito anche l’allevamento di bestiame. Un evento climatico estremo se protratto nel tempo può portare a situazioni estreme di sopravvivenza per l’uomo (e per gli altri animali e specie viventi in generale). Lo squilibrio climatico porta ad uno squilibrio umano sia all’interno delle aree geografiche colpite e sia a livello di relazioni internazionali. Se avviene in modo repentino e globalizzato è un grande fattore destabilizzante. Bisogna ricordare che la ricerca di cibo è una delle motivazioni ataviche di guerre tra i popoli.
Poi vi è l’aumento demografico mondiale non sostenibile, i prodotti alimentari che scarseggeranno maggiormente, soprattutto se a causa del clima ci saranno maggiori siccità e freddi intensi, e l’acqua, che in futuro potrebbe diventare un bene più prezioso del cibo.
Quindi in definitiva i fattori del caos, presenti e futuri, derivano da due fonti diverse. Possono avere una origine umana (religione, cultura, economia, inquinamento, politica, società), e una origine naturale (clima, terremoti, inondazioni, eruzioni di vulcani). I fattori umani quando non sono ben gestiti generalmente portano alle guerre, o a malesseri nazionali ed internazionali. I fattori naturali, quando sono di scala mondiale, portano ad un grande numero di morti, ed a malesseri sociali ed economici, a ferite che ci mettono un po’a rimarginarsi. Purtroppo pare che il mondo sia sull’orlo di una crisi di nervi anche da un punto di vista naturale ed ambientale. Secondo quanto asserito dagli scienziati la Terra potrebbe avere raggiunto la scadenza per il verificarsi di determinati fenomeni naturali che esulano da volontà o da colpa umana, quindi fisiologici del Pianeta. Contro tali fenomeni l’uomo non può niente, può solo cercare di prevenirli e di averne il minore danno possibile.
Tutti questi ingredienti sono presenti contemporaneamente sul Pianeta Terra. Alcuni in modo conclamato, altri in incubazione, ed altri ancora che si spera non esplodano mai. E soprattutto che gli ingredienti non debbano essere mangiati tutti assieme. È questa la pietanza altamente esplosiva. Ma anche mangiarne pochi bocconi ci manda il cibo di traverso.
Angela Pensword 08/10/2012
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