domenica 29 settembre 2013

IL RISVOLTO SOCIALE ED ECONOMICO DEL MESSAGGIO DEL PAPA CHE PONE L’UOMO ED IL CREATO AL CENTRO DEL MONDO E NON IL DIO DENARO

Nel corso della propria visita pastorale del 22/09/2013 presso la città di Cagliari, durante l’incontro con il mondo del lavoro sardo, il Papa fa un discorso molto forte contro il sistema economico mondiale e contro la mentalità umana che pone l’idolo denaro al centro del mondo. È un messaggio molto forte che indirettamente colpisce anche i poteri forti dell’economia e della finanza, anche essi inquinati dalla mentalità umana (espressione di essa infatti) che pone l’idolo denaro al centro del mondo calpestando spesso valori (ambientali) e l’uomo. Vorrei fare una riflessione sull’importanza di tale discorso e sul risvolto sociale che una nuova mentalità economica ed umana potrebbero avere all’interno della società stessa.
Il risvolto sociale della impostazione economica odierna esasperata (che ha anche lati positivi a cominciare dal benessere diffuso) è sotto gli occhi di tutti. Una economia esasperata che punta solo al massimo guadagno pensando ai grandi premi per i dirigenti ed a spremere nella produttività gli impiegati è una economia virtuale, ed ha dimostrato di essere un boomerang che ci è già tornato sul collo. Purtroppo invece di invertire tale tendenza in futuro si pensa ad amplificarla, per equiparare i lavoratori occidentali ai lavoratori cinesi. Non parlo solo di diritti e di assistenza, necessarie, delle quali spesso purtroppo il lavoratore si è approfittato, ma della qualità del lavoro che inevitabilmente ha una influenza positiva o negativa nella vita quotidiana delle persone, e che quindi ha un risvolto sociale. Ci pensate che bello se ci fossero molte più persone ad avere un lavoro, ma anche se questo lavoro prendesse all’interno del proprio giorno solo un numero limitato di ore, diciamo massimo sei ore? La Germania ha fatto questo tipo di discorso negli anni passati, ed ora ha una economia forte. Ma molte persone di noi troveranno da ridire su questa proposta dicendo: “ma se io lavoro solo sei ore non posso mantenere la mia famiglia” senza pensare che “se tu lavori solo sei ore al giorno tua moglie e tuo figlio avranno certamente la possibilità di trovare un lavoro, contribuendo poi tutti alla gestione familiare”.  Tale impostazione darebbe una qualità di vita migliore alle persone che lavorano in quanto esse avrebbero più tempo per la famiglia, per seguire i figli e per non fare sempre tutto di corsa incastrati nei ritmi stressanti che non ci permettono di respirare e che non ci danno il tempo di guardare il tramonto facendo respirare la nostra anima. Avrebbe quindi un risvolto sociale positivo in quanto più individualità più sane costituiscono una società più sana. Ci sarebbe anche un risvolto economico importante. Più persone che lavorano muovono l’economia di un Paese.  Ma il discorso del Papa è un discorso ben più ampio, che va oltre la valutazione sociale ed economica che ho voluto porre in evidenza in queste mie righe. Il discorso del Papa è un discorso che riguarda l’anima e la mentalità delle persone. E difatti è proprio migliorando l’anima e la mentalità delle persone che si riesce a migliorare anche l’aspetto terreno della espressione umana nei vari ambiti e realtà nei quali l’essere umano si esprime.

Angela Pensword 29/09/2013  

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