Nel corso della propria visita
pastorale del 22/09/2013 presso la città di Cagliari, durante l’incontro con il
mondo del lavoro sardo, il Papa fa un discorso molto forte contro il sistema
economico mondiale e contro la mentalità umana che pone l’idolo denaro al
centro del mondo. È un messaggio molto forte che indirettamente colpisce anche i
poteri forti dell’economia e della finanza, anche essi inquinati dalla
mentalità umana (espressione di essa infatti) che pone l’idolo denaro al centro
del mondo calpestando spesso valori (ambientali) e l’uomo. Vorrei fare una riflessione sull’importanza di tale discorso e sul
risvolto sociale che una nuova mentalità economica ed umana potrebbero avere
all’interno della società stessa.
Il
risvolto sociale della impostazione economica odierna esasperata (che
ha anche lati positivi a cominciare dal benessere diffuso) è sotto gli occhi di
tutti. Una economia esasperata che punta solo al massimo guadagno pensando ai
grandi premi per i dirigenti ed a spremere nella produttività gli impiegati è
una economia virtuale, ed ha dimostrato di essere un boomerang che ci è già
tornato sul collo. Purtroppo invece di invertire tale tendenza in futuro si
pensa ad amplificarla, per equiparare i lavoratori occidentali ai lavoratori
cinesi. Non parlo solo di diritti e di assistenza, necessarie, delle quali
spesso purtroppo il lavoratore si è approfittato, ma della qualità del
lavoro che inevitabilmente ha una influenza positiva o negativa nella vita
quotidiana delle persone, e che quindi ha un risvolto sociale. Ci pensate
che bello se ci fossero molte più persone ad avere un lavoro, ma anche se
questo lavoro prendesse all’interno del proprio giorno solo un numero limitato
di ore, diciamo massimo sei ore? La Germania ha fatto questo tipo di discorso
negli anni passati, ed ora ha una economia forte. Ma molte persone di noi
troveranno da ridire su questa proposta dicendo: “ma se io lavoro solo sei ore
non posso mantenere la mia famiglia” senza pensare che “se tu lavori solo sei
ore al giorno tua moglie e tuo figlio avranno certamente la possibilità di
trovare un lavoro, contribuendo poi tutti alla gestione familiare”. Tale impostazione darebbe una qualità di vita
migliore alle persone che lavorano in quanto esse avrebbero più tempo per la
famiglia, per seguire i figli e per non fare sempre tutto di corsa incastrati
nei ritmi stressanti che non ci permettono di respirare e che non ci danno il
tempo di guardare il tramonto facendo respirare la nostra anima. Avrebbe quindi
un risvolto sociale positivo in quanto più individualità più sane costituiscono
una società più sana. Ci sarebbe anche un risvolto economico importante. Più
persone che lavorano muovono l’economia di un Paese. Ma il discorso del Papa è un discorso ben più
ampio, che va oltre la valutazione sociale ed economica che ho voluto porre in
evidenza in queste mie righe. Il discorso del Papa è un discorso che riguarda l’anima
e la mentalità delle persone. E difatti è proprio migliorando l’anima e la
mentalità delle persone che si riesce a migliorare anche l’aspetto terreno
della espressione umana nei vari ambiti e realtà nei quali l’essere umano si
esprime.
Angela Pensword 29/09/2013
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