mercoledì 30 novembre 2011

IL BIPOLARISMO HA FALLITO

Negli ultimi venti anni abbiamo assistito attraverso il bipolarismo ad un acutizzarsi dei toni e dello scontro tra due parti, senza esclusione di colpi bassi e di fango, con la reciproca demonizzazione della parte avversaria, e con una totale mancanza di dialogo da parte di entrambe le parti. Vi è solo la volontà, indipendentemente da chi stia alla maggioranza o da chi stia all’opposizione, di delegittimare e di togliere potere a chi lo ha, per prenderne il posto. Forse questo accade perché l’esecutivo non dà spazio di dialogo all’opposizione. E l’opposizione vuole diventare maggioranza per potersi a sua volta esprimere ed essere prepotente nei confronti della nuova opposizione. Si crea così un muro contro muro altamente ostico e destabilizzante. O forse perché per prassi consuetudine e vocabolo la maggioranza e l’opposizione sono in antitesi e perenne contrasto. Ma è proprio giusto che sia così? Il bipolarismo nasce con la prerogativa ed aspettativa di garantire una maggiore stabilità e governabilità nel Paese all’interno della legislatura, con tanto di premio di maggioranza, ed a totale negazione di un proporzionale secco che era risultato a sua volta ingestibile. Ma nella pratica è diverso. Nella pratica risulta essere ingestibile anche il bipolarismo, per come lo si vive. Tutto si traduce in liti e livore, ogni scusa è buona per colpire l’avversario, e si vota contro a proposte di maggioranza o di opposizione solo perché provengono dalla parte avversaria, perché l’unico scopo non è fare politica, ma combattere i nemici ed andare a favore dei propri interessi personali e di parte. Il bipolarismo è riuscito a tirare fuori il lato peggiore tra i politici. Il bipolarismo ha fallito. Ha fallito perché si è limitato ad essere uno scontro tra maggioranza ed opposizione, e per colpa di entrambe.
Ma il problema non è il bipolarismo, né la formula politica di governabilità che si sceglie, ma come la si gestisce, quindi il modo di intendere e di fare politica. Che voglio dire? Che in teoria ed in pratica possono funzionare tutti, bipolarismo, proporzionale, od un altro sistema di governo, l’importante è la mentalità con la quale si fa politica.

Questo rientra nel concetto che ogni mezzo usato male è dannoso, forchetta potere o bisturi che sia..Una certezza è che di parlamentari ed appartenenti alla casta politica da noi in Italia ce ne sono troppi, basta guardare il rapporto tra il numero della popolazione ed il numero dei parlamentari all’interno delle altre Nazioni. Quindi sarebbe comunque utile fare prima delle prossime elezioni una seria riforma elettorale che permetta alla popolazione di eleggere i propri rappresentanti, come è giusto che sia, ed una riforma che dimezzi dalla prossima legislatura il numero dei parlamentari. È come una riunione di condominio, più si è e meno si va d’accordo. Anche se educazione e spessore morale sono alla base di un dialogo sia politico che condominiale.
Quando gli esponenti di partito e tutti i politici capiranno che facciamo (e fanno) tutti parte di un sistema, che ha un unico obiettivo (gestire l’Italia, il sociale, la popolazione, valorizzarne le potenzialità, e garantire benessere salute ordine e giustizia), avremmo fatto un passo in avanti. Che fanno tutti parte di una squadra nella quale i ruoli diversi lavorano sinergicamente con l’obiettivo di fare gol, proprio come in una squadra di calcio. Invece si ha l’impressione che i giocatori della politica lavorino ognuno per conto proprio e contro l’altro, con il risultato che non facciamo mai gol.
La classe politica italiana ha dimostrato la sua immaturità ed il suo limite nell’incapacità di dialogare pacificamente nel rispetto reciproco. In ogni parte politica ci sono delle visuali importanti che evidenziano una problematica da una diversa angolatura. La diversità è importante proprio per questo, per poi avere una visione d’insieme. E la diversità e la pluralità deve essere vista come una forza e non come una debolezza o come una opposizione tra le parti. Ma debolezza lo diventa proprio quando si inizia a litigare. Come è debolezza anche la troppa pluralità di partiti. Forse nella espressione politica italiana manca solo un direttore d’orchestra, estraneo ai meccanismi di parte della politica, che sappia concertare le varie voci che suonano l’una sull’altra in modo caotico. Proprio come lo è Monti ora.
Nella mentalità comune si ha la convinzione che il governo sia formato solo dall’esecutivo, mentre il governo è formato dalla totalità dei parlamentari, indipendentemente dall’essere maggioranza od opposizione.
Personalmente sogno un governo e delle Camere dove non vi sia la distinzione tra maggioranza ed opposizione, ma dove vi sia la rappresentanza delle diversità di espressione (partiti) espressa con un proporzionale puro, e dove vi sia il divieto di alleanze prima delle elezioni. Di volta in volta le espressioni politiche voteranno le proposte in base a come credono giusto, nel rispetto verso le altre espressioni politiche ed esponendo le proprie motivazioni in modo civile, esprimendo una vera democrazia. Le alleanze sono di per se vincolanti e servono solo ad aumentare il potere. Considerando gli sviluppi del nuovo governo tecnico e la mediazione tra le parti che può fare una figura super partes come lo è ora Monti, sarebbe indispensabile non essendoci più maggioranza ed opposizione avere una figura politica con tale funzione di mediatore e poteri esecutivi. Tutto questo presupporrebbe un grande equilibrio ed una grande serenità interiore in chi fa politica. Ci vorrebbe inoltre rispetto tra gli avversari, reciproco ovviamente, correttezza, senso di giustizia, obiettività, dialogo, etica e maturità politica. Se ci fosse tutto questo non ci sarebbe bisogno  di regole di maggioranza e di opposizione o di altro. Se ci fosse tutto questo, od anche solo un po’ di più di questa vitamina sapiens, anche il bipolarismo, maggioranza ed opposizione, il proporzionale secco, od altro, funzionerebbero benissimo. Ingovernabile un parlamento formato così? Ma perché, vi pare che il modo di fare politica ed i governi che abbiamo avuto finora siano stati gestibili? È certamente improponibile! Ma basterebbe semplicemente una politica più etica e delle menti migliori.
Nel governo tecnico, data la gravità della situazione, i partiti sono costretti a confrontarsi con un’altra mentalità ed a capire che anche se tra loro diversi ed opposti fanno parte di un unico sistema che ha un unico obiettivo il bene del Paese. Purtroppo la possibilità di modificare un comportamento politico negativo (da entrambe le parti) consolidato è stata presa in considerazione solo perché strettamente necessario. Quindi ciò fa pensare che appena non lo sarà più si ricomincerà a litigare. Anche per questo sarebbe stato inutile andare ora ad elezioni, perché il bipolarismo sarebbe stato nuovamente gestito male. Il governo tecnico di questo periodo può essere una buona occasione per i partiti per capire come ci si dovrebbe confrontare mantenendo questa nuova mentalità politica anche nel futuro. Noi persone siamo ormai stufe di vedere non solo l’uso a proprio vantaggio che fanno i politici della politica, ma anche il modo di fare e di intendere la politica.
Questo periodo storico ci chiede dei cambiamenti importanti che noi in Italia, e tutti in Europa, dobbiamo essere in grado di vedere. Risolvere la crisi non vuole dire solo abbassare il debito e sviluppare l’economia, ma modificare dei comportamenti e delle mentalità politiche economiche e sociali, immature miopi e distruttive. Il miglioramento dell’uomo nella sua storia consiste proprio nell’imparare dai suoi errori e migliorare i suoi comportamenti.  
È ovvio che il nuovo governo tecnico non potrà pensare solo all’aspetto economico del risanamento senza già impostare un cambio di mentalità politica.
Angela Pensword 30 11 2011

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