Leggendo il post di Alessandro Banfi del 23/11/2011 Gli italiani di domani riferito a quanto sollevato dal Capo dell Stato Giorgio Napolitano sullo Ius Soli ho voluto riflettere sull'argomento. In effetti sarebbe normale nascendo in un Paese avere la cittadinanza di quel Paese. Ci sono ragazzi nel mondo che hanno due cittadinanze proprio per questo. In altri Paesi l’ordinamento è vario. In Europa vige quasi dovunque (tranne in Francia) lo Ius sanguinis, mentre in America in quanto Paese nuovo formato da immigrati vige da sempre lo Ius soli. Istituirlo da noi potrebbe portare la problematica di avere in futuro “pochi italiani doc”. Ma questa è una problematica fasulla, perché la società italiana è già carica di stranieri, e questi possono essere una ricchezza e non necessariamente un danno. Un problema è che in Italia nascono pochi bambini italiani doc, per i soliti problemi lavorativi e di malessere che affliggono la nostra società, ed il bello è che si è andati verso una minore tutela della maternità lavorativa e della famiglia in genere. È qui quindi che bisogna agire comunque indipendentemente dal fare lo Ius soli. Una cosa importante è anche salvaguardare la nostra cultura e storia, e per salvaguardarla bisogna valorizzarla. Quindi io penso questo: va benissimo lo Ius soli, ed anche il rispetto delle culture diverse (a meno che non siano contro la nostra cultura contro la legge e contro il rispetto umano), è giusto, ma siamo anche noi italiani che dobbiamo migliorare il nostro comportamento e la nostra società, avere più ordine, e costruire un’Italia migliore, anche con l’aiuto di bambini figli di immigrati, ed anche di questi ultimi. Del resto siamo tutti fratelli. Ma è importante il comportamento (ma questo è un po’ fuori tema). Insomma, non dobbiamo diventare noi stranieri in terra nostra, ma gli stranieri italiani. Ed è importante per una questione di civiltà non solo lo Ius soli ed il rispetto altrui (fondamentale sempre) ma anche dare la possibilità di fare figli, e di lasciare a questi bambini, doc e non doc, una società migliore nella quale vivere. A.A.Pensword
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