Oramai nella crisi ci siamo, e anche da un po’ di tempo. Il mare è mosso e sarà sempre peggio per le onde che dovremo affrontare nei prossimi mesi, come la inevitabile recessione, la ulteriore perdita di posti di lavoro, l’aumento esagerato dei carburanti e la conseguente inflazione. Un giubbotto di salvataggio lo abbiamo con il governo Monti. Ma non possiamo pretendere che faccia dei miracoli e che apra le acque come Mosè. Gli possiamo solo chiedere di fare le mosse giuste per farci rimanere a galla e per farci superare questa crisi. Se poi riuscisse anche a sfruttare i venti e ad andare in andatura di traverso sarebbe ottimo. In effetti è l’unico modo per portare la barca Italia lontano dalla tempesta e da quel vortice che minacciosamente potrebbe tirarci giù annientandoci. Saremmo già affondati senza la zattera del governo tecnico, o saremmo comunque nel caos più nero. Anche se non condivido tutte le iniziative prese dall’attuale governo, ed alcune mi lasciano un po’ perplessa, sono convinta che, data la situazione passata e presente, il Governo Monti sia la zattera migliore.
Finora è stata varata una importante e pesante “manovra salva Italia”, finalizzata fondamentalmente al risanamento di Bilancio, imponendo ai cittadini notevoli sacrifici. Della effettiva necessità e priorità di risanamento del Bilancio non ci resta che fidarci del giudizio di un tecnico esperto. Quindi prendiamola per buona.
Il Governo Monti ha già preso provvedimenti contro la casta e gli sprechi della politica, almeno in parte, riformando al contributivo i vitalizi dei politici, e cercando di riformarne anche il contenuto della loro busta paga. Ma questo ultimo punto i parlamentari lo devono ancora metabolizzare, infatti per evitarlo continuano a fornire fantasiose quanto ignobili scuse oltre a quelle già fornite poco tempo fa.
La prossima manovra sarà finalizzata, almeno così si dice, alla crescita. Infatti senza mettere le basi per una ripresa sarebbe completamente inutile avere programmato il risanamento di Bilancio con la scorsa manovra. Per risanare l’economia le cose da fare sono a mio avviso tre. La prima è agire nel SETTORE LAVORO. Ora è in studio una Riforma del Lavoro, e per questo sono in previsione nei prossimi giorni gli incontri tra il Ministro Elsa Fornero ed i sindacati. Il Governo ha espresso l’intenzione di lavorare su tale materia in accordo e in dialogo con le parti sociali, come è giusto che sia. La seconda mossa deve riguardare il SETTORE ENERGETICO. Non so se è in previsione ciò, ma lo ritengo estremamente necessario nell’immediato futuro. Bisogna infatti analizzare le cause per le quali alle aziende costa molto produrre in Italia. I fattori sono diversi, ma tra questi c’è il costo energetico. Inoltre questo costo alto grava anche sulla popolazione, sia direttamente tramite le utenze ed i carburanti, e sia indirettamente tramite il rincaro sui prodotti finiti. Una sana strategia energetica nazionale porta a navigare con il vento in poppa. L’Italia si è comodamente poggiata sulla compravendita del petrolio, in una economia miope e strategicamente ed economicamente distruttiva, e socialmente dannosa a lunga scadenza. Una salute forte e più autosufficiente dal punto di vista energetico avrebbe permesso all’Italia di affrontare la crisi con una forza nettamente superiore. Quindi il Governo Monti dovrebbe sfruttare i venti di riforma e portare l’Italia nella direzione della vera ricerca energetica, e nel pretendere che le energie alternative ecosostenibili vengano seriamente impiantate sul territorio ed in modo trasparente. Il terzo fattore su cui agire in Italia è il SETTORE AGRICOLO. La nostra agricoltura non viene tutelata né valorizzata, e ci vorrebbe una serie di riforme volte a rendere veramente produttivo questo settore. Non dimentichiamoci il settore della Giustizia, che purtroppo è diventata una zavorra, la Sanità, che non andrebbe tagliata in uno stato civile ma anzi incrementata e migliorata, mentre qui finora siamo andati proprio in senso inverso. E poi anche altre. Ma anche focalizzandoci solo sulle prime due, queste misure andavano impostate da anni, ed ora apportare miglioramenti in tali settori porterebbe solo a migliorare il futuro, e non è poco, ma non il presente. Ormai nella crisi ci siamo.
Per apportare le Riforme necessarie ad un cambiamento di rotta ci vuole un tempo di realizzazione e di metabolizzazione. Non ci resta quindi che fare un bel respiro, tapparci il naso, ed andare in apnea quel tanto che basta per non affogare, ed apportare in questo tempo le riforme necessarie che permettano di tappare i buchi della barca, di rinforzare le vele, di cazzare la randa, di andare in direzione opposta al vortice, e di allontanarci dalla tempesta uscendo dalla tempesta rinforzati, e soprattutto avendo imparato dai nostri errori. È ovvio che per fare ciò ci vuole un buon timoniere. Bisogna ricordare che questa crisi ha delle cause e debolezze sistemiche europee e che tale crisi può servire all’Europa proprio per uscirne fortificata, se le navi che compongono la flotta dell’Europa si sapranno muovere bene singolarmente e ed insieme.
In Italia, considerando il risultato dei passati decenni di gestione politica che non hanno brillato per lungimiranza compresi quelli dello scorso Governo, spero che questa pausa di governo tecnico e la crisi da affrontare insegnino alla politica ad essere più lungimirante e corretta. Solo l’analisi dei propri errori può portare ad un miglioramento. Vedendo la direzione nella quale stiamo andando da tempo, da prima del governo tecnico, ed il vento che ci spinge nella stessa direzione, non ci resta che fare una bella strambata. Quando parlo di mentalità politica modificata per il futuro, più etica e competente, capace di pensare al sociale ed al nazionale a lunga scadenza, di dialogare tra le parti nel rispetto delle diversità, dove vi sia più correttezza e senso sociale, mi riferisco ad una politica capace di governare un Paese. Per ora spero che Monti sia un buon timoniere e che tutto il Governo, parlamentari compresi, siano dei bravi marinai!
Un solo commento: Per la prima volta voterò LEGA !!!
RispondiEliminaauguri Italiani, non sara' Monti a salvare la situazione...
RispondiEliminapreparatevi al ritorno della lira
un caro saluto a tutti dalla Svizzera!
rascurando le facezie che ho letto nei commenti precedenti vorrei osservare che in Italia è accaduto quanto avvenne nell'antica Grecia. Quando i governanti ed il popolo non rispettano più le leggi è tempo di dittatura. Nel nostro caso economica da parte di un economista preparato, serio e rispettato all'estero, voluto dal Presidente Napolitano che ha esercitato le sue prerogative di Capo dello Stato allontanando Re Carnevale e la sua Corte dei Miracoli. Ci aspettano tempi duri, ma sappiamo per cosa ci dovremmo sacrificare. Quello che non sopporto è una classe politica che "forse" conosceva la gravità del problema e che ha fatto poco o nulla per affrontarlo.
RispondiEliminaUn ultima considerazione: in un simile periodo di crisi credo che dovremmo investire nella Scienza e nelle Tecnologie sviluppando i settori applicativi ad esse connesse e valorizzando i nostri ricercatori pubblici e privati. Dobbiamo sviluppare e detenere le tecnologie derivanti dalla ricerca che ci hanno permesso di primeggiare nei campi geotermici, chimico, meccanico, ecc.
Stefano Bianchi
Mi chiamo Giampiero Cappellino e mi occupo da anni di sviluppo locale (www.therreo.it).
RispondiEliminaIntervengo per mettere un po di legna su questo dibattito.
In questo paese la migliore impresa che un imprenditore possa creare è una BANCA. Utili sicuri ed impossibilità di andare in defalut caratterizzano questo importante segmento dell'economia mondiale. In altri termini quando le cosa vanno bene gli utili restano in saccoccia all'imprenditore (tanto che l'ex ministro Tremonti voleva creare un'imposta apposita) ma, viceversa, se le cose vanno male, gli stati nazionali intervengono per evitarne il default.
Le banche sono state create per esercitare un mestiere fondamenale: L'ESERCIZIO DEL CREDITO. Vuo dire raccogliere liquidità da chi risparmia e investirla (quindi rimettere la liquidità in circolazione) in operazioni di credito a vafore dei settori produttivi (imprese).
ATTENZIONE! Oggi le cose NON stanno più così:
mi pare che a livello mondiale tutti gli istituti di credito (invece che fare il proprio mestiere) si siano preoccupati in via principale di due questioni:
1) Gestire i debiti sovrani degli stati nazionali;
2) Specializzarsi in Finanza Creativa (Swap & Co.)
Ecco quindi i risultati. Le azioni di alcune banche perdono improvvisamente il loro valore sul mercato perchè(guarda caso....) si scopre che quell'istituto di credito ha sottoscritto troppi titoli del debito pubblico della Grecia ovvero troppi titoli spazzatura (Argentina, Parmalat, Cirio, Finmek, Lehman, Islandesi, etc.) che gli sono rimasti su groppone (ovvero che NON è riuscito a rivendere ai propri clienti....).
Ma il mestiere delle banche non era diverso?
E' proprio su questo punto che ci dobbiamo INDIGNARE! Ma se questo mestiere NON lo fanno le banche chi lo fa? LA CRIMINALITA' ORGANIZZATA, attraverso una rete capillare di strozzini che soffocano le loro vittime (imprese) e con esse lo sviluppo locale.
CONCLUSIONI:
Anche se avrei parecchie cose ancora da dire su questo punto ...... vorrei concludere proponendo a tutti di riflttere su questo assunto.
"L'ESERCIZIO DEL CREDITO E' UNA FUNZIONE DI INTERESSE PUBBLICO".
Visto che le banche NON esercitano più questa funzione strategica per lo sviluppo di una economia OCCORRE CHE SIA LO STATO AD ESERCITARE IL CREDITO (anche in concorrenza con le banche) attraverso la CASSA DEPOSITI E PRESTITI, appoggiandosi:
1) alla rete di POSTE ITALIANE;
2) al sistema dei CONFIDI (che andrebbe riformato in questo senso).
Solo in questo modo potrebbe ripartire l'attività di investimento delle imprese che si lega allo sviluppo delle comunità locali.
In altre parole, lo Stato, invece di creare meccanismi assicurativi del credito delle bance (ATTUALE SISTEMA CONFIDI) potrebbe:
A) Eliminare le garanzia CONFIDI per gli affidamenti delle MEDIE e GRANDI imprese;
B) Intervenire direttamente (CON TANTO DI GRANZIA CONFIDI) erogando credito alle Piccole ed alle Micro imprese, comparto ordinariamente snobbato dagli istituti di credito.
Immaginatevi quanto credito la CCDDPP potrebbe erogare anche facendo ricorso a specifiche convenzioni con la BEI (Banca Europea degli Investimenti).
Ringrazio per l'opportunità che mi è stata data.
L'argomento (...ovviamente..), è suscettibile di ulteriori approfondimenti.
Saluti
Giampiero Cappellino
Premetto che la Democrazia ha alcuni limiti a dir poco grossolani. In Italia c'è il paradosso dell' 'eccesso di democrazia'. Che le 'pressioni' internazionali a 'omologare' il mercato economico e la capacità dei vari Governi nazionali a controbilanciarle è un'ulteriore limite dell'odierno sistema politico-economico.Infatti l'Italia con l'entrata dell'Euro ha spazzato via un'intera classe economica, i piccoli commercianti, senza controbilanciare questa perdita economica. A mio avviso la riflessione parte da postulati un pò diversi per permettere di comprendere 'come' modificare la realtà oggi per averne un beneficio reale 'domani'. D'altra parte le istanze popolari, come i referendum, perdono peso politico nazionale essendo dominante la 'pressione' internazionale. L'atteggiamento straffottente di una classe politica 'intoccabile' è un cancro di ogni democrazia.
RispondiEliminaTrovo assurdo che in un periodo di recessione quale viviamo da un decennio non ci sia una politica sociale adeguata all'aumento della povertà. Come andare a modificare un sistema economico con l'incapacità di decidere dei Governi in Italia da sempre è una cosa da fantascenza; abbiamo le stesse 'emergenze' da 50anni. Anche Berlusconi è caduto in questa situazione d'antagonismo politico, volutamente fumentato, che assime ad una visione sociale ed economica fantasiosa e non reale lo ha portato al declino. Aumentare le pene detentive quando si ha una situazione delle carceri disastrosa è una decisione ingiustificata se non avrebbe avuto risvolti popolisti, consenso, e politici notevoli ( analisi non esaurita per motivi di spazio). Concludendo 10 anni di politica italiana basata sulla capacità dei politici di convincere le persone che hanno ragione loro, mentre mai nessuno ha parlato della realtà di un paese. Arriva alla fine questo Governo che deve risolvere tutti i nodi lasciati dal precedente. Ed una riforma profonda della politica e non solo delle spese di questa?
RispondiEliminamonti = banchiere = banca = indebitamento stati = grecia = italia = governo = monti
RispondiEliminail cerchio si chiude...
prepariamoci alla crisi profonda...dove tutti svenderanno e l'impero "franco - tedesco" acquisterà a pochi spiccioli le grandi imprese nazionali.
finiremo totalmente controllati dagli stati ricchi europei!!!!
mha...
Vi ringraazio dei numerosi commenti che ho letto con interesse. Alcuni di essi, per ampiezza di contenuto, necessitano di un approfondimanto, e per motivi di spazio quindi mi riserso di ampliare il discorso successivamente (Paolo). Concordo su diversi spunti (Gilberto), come che abbiamo le stesse emergenze da anni". Infatti parlo di mentalità politica economica e sociale miope, che si è preoccupata in passato dell'immediato e non del futuro (al riguardo basta anche pensare solo ai danni ambientali). E concordo sulla necessità di una riforma della politica, o meglio sul cambio di una mentalità politica. Ma non penso che la democrazia abbia dei limiti. La democrazia è importante per il rispetto della espressione positiva. I suoi limiti derivano da mancanza di rispetto, di buon senso, e di equilibro, e di rapportarsi positivamente e ostruttivamente. Come ogni cosa, il problema non è il mezzo, ma l'uso che se ne fa. Trovo inoltre che sia importante stare in Europa ed avere un raffronto europeo, e che vadano cambiate diverse cose al suo interno.
RispondiEliminanon si nasce imparati, e si può migliorare. Quindi bisogna essere ottimisti nella vita. Comprendo invece la bella espressione di "come migliorare la realtà di oggi per avere un beneficio domani". Del settore bancario (Gianpiero) devo ammettere che è troppo specifico e non ne so molto. So che vanno fatte delle regole bancarie europee ed internazionali contro la speculazione bancaria, e che spesso le sono le banche stesse indirettamente a dirottare i piccoli imprenditori verso gli strozzini (purtroppo). Ma anche in banca ci lavora molta brava gente come semplici impiegati. Forse bisonerebbe agevolare dipiù il piccolo credito e responsabilizzare di più le banche verso i propri errori e sull'analisi di bilancio delle grandi società, oltre a proibire i casi di alcuni prodotti derivati che legalizzano il gioco d'azzardo. Mi auguro infine che quanto augurato da Stefano (Ottonero) riguardo la ricerca e lo sviluppo nel campo geotermico, meccanico, e scientifico si realizzi. Un saluto a tutti.
Per Paolo Manzelli
RispondiEliminavedi mia risposta al 21/01/2012