Il Presidente Mario Monti ha tenuto a precisare la sua intenzione di perseguire gli obiettivi in base alla visione ed alla impostazione del governo tecnico ed in base a ciò che si ritiene più corretto e giusto per la soluzione della crisi e per l’avanzamento nella crescita, precisando che “non ha intenzione di tirare a campare” e lasciando sottintendere che non vede di buon occhio compromessi che non condivide. La Fornero dal canto suo ha precisato che il governo tecnico è stato messo apposta per trovare le soluzioni migliori in questo periodo che corrispondono anche a quelle più impopolari, e “non per dare caramelle” come potrebbe fare un governo politico. Bisogna ammettere che, apprezzando anche la chiarezza espositiva del concetto, hanno anche ragione. D’altro canto non mi pare di ricordare in passato un governo politico che abbia dimostrato così grande attenzione al dialogo ed alla concertazione con le parti sociali come ha fatto e come sta facendo questo governo tecnico. Forse dipende anche dalla vastità e dall’importanza dell’argomento. Sentire ed ascoltare le persone del mestiere e del settore, quindi in questo caso le parti sociali e la CONFINDUSTRIA, è un concetto ottimo per trovare le giuste soluzioni ad un problema e per avere una visione d’insieme del problema, ed è un concetto che andrebbe applicato sempre quando si tratta un argomento. Vale per i grandi capi delle società quando devono apportare delle modifiche e correggere delle operatività, e vale anche per i politici quando devono riformare un settore od affrontare un argomento complesso. In questo il Governo Monti ha dimostrato di essere sensibile, essendo per giunta un governo già formato di tecnici. È ovvio che poi le decisioni e la legiferazione, e questo ha voluto fare capire Monti, spettano poi al Governo ed al Parlamento, come avviene in qualunque altro governo politico. Ha infatti lasciato la palla al Parlamento individuandolo come sede per l’approvazione e per eventuali modifiche riguardo la proposta di legge per la Riforma del mercato del lavoro, quindi alla funzione politica. Il modo che potrebbe far apparire troppo duro il comportamento di Monti, esprime in realtà precisione e non esclude la possibilità di trovare ulteriori aggiustamenti in fase di concertazione politica. La concertazione è sempre importante, anche in fase parlamentare, cosa che in passato ci hanno abituato a vivere ed a subire con litigiosità. Quindi potrebbe essere un primo passo per vedere se la politica ha imparato ad esprimere qualche parola oltre a qualche insulto, ed a trovare la soluzione che può corrispondere sia ad apportare delle eventuali modifiche e sia alla approvazione della proposta di legge. In questi giorni vi è un po’ di scontro tra il Governo e la Cgil per quanto riguarda l’art.18, in riferimento a ciò che vuole il Governo riguardo la sua modifica ed in riferimento a ciò che non vuole la Cgil. In effetti la tutela del lavoro e del lavoratore è espressione di una società civile. Anche le parti politiche stanno prendendo posizioni più nette riguardo questo preciso articolo, con visioni più o meno ampie anche tra le altre parti sociali. Insomma lo sprint finale della Riforma del mercato del lavoro si prospetta un po’ più problematico. Ma l’ottimismo deve fare da padrone, anche perché, articolo 18 escluso, nella Riforma del mercato del Lavoro portata avanti da questo Governo e concertata tra le varie parti vi sono anche proposte interessanti e migliorative.
Nessun commento:
Posta un commento