martedì 1 maggio 2012

Evasione fiscale: insegnanti e depositi esteri

Nella scorsa retata contro l’evasione fiscale la guardia di finanza ha trovato degli insegnanti che davano lezioni di recupero in nero. Sinceramente la notizia mi fa tenerezza e mi fa sorridere, soprattutto in un periodo nel quale si cerca di arrotondare per non sprofondare nelle spese e nelle tasse. Effettivamente non si potrebbe fare. Ma le persone che arrotondano saltuariamente come possono giustificare nella denuncia dei redditi un entrata una tantum di 30 – 50 – 60 euro o altro? Con una ricevuta fiscale? Bisogna aprire una partita iva apposta? Ed allora perché non sgravare il bilancio familiare di tutti quei costi che sono anche la semplice benzina per la propria auto od il prezzo pieno di una visita medica invece che solo una percentuale di essa? A parte le domande provocatorie la lotta all’evasione fiscale è senza dubbio una iniziativa importante presa da questo governo tecnico. È anche vero che le tasse sono troppe e che talvolta evadere è una forma di difesa. Penso che colpire i piccoli evasori corrisponda a colpire lo 0,0001 dell’evasione fiscale ma che possa servire a sensibilizzare sul problema e ad d indirizzare diversamente il costume della società. La evasione da colpire è quella delle grandi evasioni depositate all’estero. Ma al riguardo l’Italia non ha ancora fatto nulla. Vedremo al prossimo scambio di binario quale direzione vorrà prendere al riguardo il Governo tecnico.
Angela Pensword  30/04/2012

1 commento:

  1. Con un pò di ritardo (3 mesi, ma leggo questo articolo solo ora) ti rispondo, precisando che gli insegnanti NON POSSONO DARE LEZIONI DI RECUPERO agli studenti delle proprie classi, ma agli altri si e che, purtroppo, per recuperare e tassare i conti all'estero, in Italia si potrà fare sempre ben poco, almeno fino a quando chi ha portato i soldi all'estero sarà utile a fini elettorali.

    RispondiElimina