venerdì 18 maggio 2012

PERICOLO TERRORISMO

La Cancellieri ha ragione. Il rischio escalation attentati è molto alto. L’opinione pubblica è esausta dai sacrifici richiesti (non ugualmente distribuiti anche a carico della classe politica). La pressione fiscale ha raggiunto una soglia da sarcasmo, i suicidi a causa dello zelo e dell’efficienza di Equitalia aumentano, il lavoro diminuisce sempre di più, parecchie piccole imprese ed imprenditori chiudono, quelle medie e grandi, tranne quelle patriottiche, sono migrate all’estero.
Non vi sono certamente giustificazioni per svolgere attentati di terrorismo. Ma per chi ha l’indole, l’impostazione al terrore per farsi ascoltare, la convinzione, o l’interesse a creare attività di disordine e di instabilità, la situazione di malcontento e di preoccupazione nella quale si trova oggi l’Italia è una occasione troppo ghiotta per non approfittarne. È per questo che la probabilità di un escalation di attentati criminali è effettiva, ed è per questo che è estremamente importante attuare velocemente quelle riforme e quelle iniziative che portino la società e l’opinione pubblica a guardare al futuro con positività.  
Ma analizziamo meglio il problema e dove si potrebbe agire per migliorare l’armonia sociale.
Sacrifici richiesti e politica. I partiti dovrebbero attuare subito quelle riforme che li riguardano, come il dimezzamento del sovvenzionamento pubblico ai partiti, la riduzione del numero dei parlamentari, la riduzione degli stipendi ai parlamentari, la riforma sulla gestione del pagamento dei loro staff, una precisa regolamentazione sulla stesura e sul controllo del bilancio dei partiti, e non per ultima la nuova legge elettorale. Ciò è fondamentale per una migliore gestione dei soldi pubblici, per arginare gli sprechi della politica, per migliorare il sistema politico, per recuperare risorse economiche, e per migliorare la fiducia della pubblica opinione verso la politica e verso il futuro. Alcune di queste riforme sono state richieste subito dal governo tecnico al Parlamento, ma tra gli studi che si susseguono sull’argomento e commissioni che gettano la spugna l’argomento è sempre stato posticipato. Il fatto che queste riforme non siano ancora state affrontare dalla classe politica crea un grande squilibrio, aumenta la distanza tra politici e popolazione, ed aumenta il malcontento sociale. Attuare tali riforme potrebbe certamente riequilibrare la bilancia della giustizia e migliorare l’umore sociale.  Tali riforme andrebbero formulate ed approvate entro la metà di giugno. Tra parentesi non si tratta di sacrifici per il sistema politico, ma di giuste correzioni. Se i partiti non attuano velocemente tali riforme sono indirettamente colpevoli dell’aumento della tensione sociale.
Pressione fiscale. La pressione fiscale è troppo alta. Aumentare ulteriormente l’iva o la pressione fiscale in generale sarebbe un errore. Anzi andrebbe diminuita. Come andrebbe diminuito il prezzo della benzina. La pressione fiscale è inversamente proporzionale alla crescita.
Equitalia e sistema bancario. Prima di tutto uno Stato deve essere puntuale nei suoi pagamenti prima di pretendere puntualità dei suoi crediti. Quindi il sistema di pagamento statale dovrà certamente essere riformato come impostazione futura. Nel frattempo si possono ammorbidire delle procedure di riscossione. Equitalia è troppo esigente nei pagamenti, soprattutto in una situazione di crisi economica, ed in un Paese nel quale lo Stato paga dopo mesi o dopo anni. Gli attentati ad  Equitalia possono essere non condivisi, ma talvolta per evidenziare una problematica ignorata diventano per qualcuno atti inevitabili. Il lavoro che manca, le imprese in difficoltà, le banche che non concedono credito, lo Stato che paga dopo mesi,  sono quattro problematiche collegate che asciugano il fluire economico del denaro. In questo periodo di crisi si sono scoperti dei grandi squilibri tra Stato, imprese o contribuenti, e banche. Infatti lo Stato pretende subito ma non paga, e molti imprenditori non hanno i soldi per pagare le tasse, sono a loro volta costretti a chiedere un prestito in banca con l’aggravio dei costi dell’interesse. Questo è un sistema non corretto anche in un momento di benessere economico, in quanto crea inutile prestito di denaro. Attualmente la concessione del prestito è ancora più difficile. Le banche potrebbero avere una funzione importante nello sviluppo della crescita. In un periodo di crisi non possono continuare a ragionare come un sistema scollegato dal Paese, che fa della crisi anche motivo di speculazione. Il sistema bancario dovrebbe elargire maggiore credito e tornare a svolgere la sua funzione principale.
Lavoro. Bisogna incentivare maggiormente il lavoro delle persone e la salute delle imprese. Maggiori sgravi fiscali per le aziende che assumono, saldare i debiti che lo Stato ha verso molte aziende che hanno lavorato per il sistema pubblico statale, e ridurre la pressione fiscale sul costo del singolo lavoratore in generale, anche dei vecchi lavoratori. In questo modo la busta paga avrà una suddivisione diversa, dove lo Stato prende di meno, ma la azienda ha un minore costo che può diventare in parte maggiore guadagno per l’azienda stessa ed in parte maggiore guadagno per il dipendente stesso in busta paga. Ciò stimolerebbe la crescita e l’economia. Certo i soldi che lo Stato non incassa dalla pressione fiscale sui lavoratori, che in parte sono rivolti alla futura pensione del lavoratore stesso, dovranno essere recuperati da altre parti, quindi da minori costi e sprechi dello Stato e da una migliore gestione dei soldi pubblici. Al riguardo vi è la spending review studiata dal Governo e la futura riforma della classe politica che i politici continuano ancora a rimandare. .
Angela Pensword  

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