Finché lo pseudo ordine di unità statale, unitamente allo Stato stesso, continuerà ad esistere saremo, anche se disordinati, un’unità con dei riferimenti ed una struttura, e quindi anche con una identità. Ma se l’unità d’Italia dovesse essere divisa si amplificherebbero le differenze tra le varie regioni, o meglio, non tra le regioni politiche, ma tra quelle zone geografiche che per caratteristiche, per economia, per mentalità e per cultura hanno già differenze sostanziali. Ci potremmo trovare di fronte uno stivale geografico formato da diverse realtà e da diverse forze che non è detto che stiano in equilibrio tra loro
Ciò che noi italiani potremmo vedere da qui a breve non è solo la fine della Europa ma anche la fine dell’Italia. L’Italia si trova in un periodo storico particolare. È un momento di cambiamento globale, e l’Italia è per motivi suoi interni estremamente vulnerabile. Si trova in un contesto di crisi economica internazionale ed europeo, ha nel suo interno malumori e forze secessioniste quali la Lega Nord, ed ha la popolazione che sta vivendo sia una grande crisi economica interna, con perdita di benessere, di prospettive, di servizi, di lavoro, e con un forte aumento della pressione fiscale, e sia una crisi politica dovuta alla delusione per la gestione politica nazionale degli ultimi 50 anni, alla incapacità nel presente sempre da parte della casta di attuare le proprie riforme politiche, ed alla conseguente sfiducia per ciò che concerne la gestione politica futura.
Ciò che potrebbe portare alla fine dell’Italia, e si tratta di una analisi ipotetica, è la coesistenza di tre fattori principali:
1) L’uscita dall’Europa o dall’euro.
2) La presenza di spinte e forze secessioniste quali la Lega Nord.
3) La popolazione che perde sempre di più il proprio benessere ed il sorgere di una guerra civile. .
Se non si riesce a risolvere a breve la crisi europea attuando quelle impostazioni e modifiche necessarie allora la fine dell’euro potrebbe essere inevitabile. Oppure potrebbe essere l’Italia a volere uscire dall’euro. O potrebbe scoppiare una guerra civile in Italia prima che l’Italia decida di uscire dall’Europa. Quale migliore occasione dell’uscita dall’Europa, di un cambio di moneta, o di una guerra civile, per slegarsi dal resto d’Italia? Ecco che il nord si staccherebbe seguito a ruota da altre realtà nel resto d’Italia. Ma allora perché non formare ulteriormente altre piccole realtà indipendenti come la Repubblica di San Marino? È un’ipotesi e per questo è anche una possibilità che a molti comuni potrebbe venire in mente. Ecco che da una divisione si potrebbe arrivare ad una frammentazione. Penso che questo ultimo passaggio sia poco probabile, almeno non probabile prossimamente. Ma penso che una volta che l’Italia, dato i problemi di gestione, di differenze, e di incapacità di impostare strategie positive comuni, una volta tornata solo Italia senza un’identità politica anche europea, è molto probabile che scivoli in guerra civile ed in secessione.
Potremmo avere una scissione pacifica del nord, ossia di quella parte che ora si fa chiamare Padania, ed avere nel centro e nel sud altre realtà , con le isole Sicilia e Sardegna separate ovviamente. Ciò sarebbe subito successivo ad una eventuale scissione del nord. Ma prima che si possano formare queste nuove realtà politiche e statali con una loro specifica identità ci vorrà un po’ di tempo. Ed anche ammesso e sperato che ciò avvenga con equilibrio e rispetto reciproco come sperabile, una volta costituite queste nuove realtà slegate ed indipendenti, saranno esse capaci di andare d’accordo all’interno dello stivale geografico? Conoscendo l’uomo penso proprio di no. Come ex Italia ci potremmo trovare a fare la fine della ex Jugoslavia, la quale, una volta terminata la centralità, è ora scomparsa come Stato ed al suo posto esistono 6 nuovi Stati. Tali Stati della ex Jugoslavia si sono formati con cruente lotte. Noi ne potremmo avere due, una guerra civile iniziale e breve che porta alla costituzione di 4 oppure di 5 Stati nell’ex territorio italiano e, dopo un periodo di relativa pace, una guerra nella parte bassa dello stivale che vuole espandersi verso l’alto. Senza una regolamentazione europea che impone il rispetto di diverse regole tra le quali anche quella di non invadere un Paese amico l’essere umano italiano è lasciato alla mercé del più forte, nella più completa anarchia. O peggio ancora, potremmo diventare preda, punto di appoggio e di espansione, di culture molto diverse da quella nostra. Anche per questo motivo l’Unione Europea ha tutto l’interesse a non lasciare uscire dall’Europa quegli Stati posti al confine con tutto il resto che non si chiama Europa. Potrebbe anche andare tutto bene, con la costituzione di Stati diversi sul territorio italiano in modo pacifico, Stati che vengono poi governati bene dalle rispettive centralità, e senza guerre successive.
Personalmente penso che sarebbe meglio avere una Italia unica ed una Europa unita, dato che l’unione fa la forza, e migliorare l’interno dei Paesi e l’Europa dove c’è da migliorare. Ma non so se è possibile. Forse c’è troppo da migliorare, almeno a livello nazionale (e non siamo gli unici).
Angela Pensword 20/08/2012
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