L’immobilismo ingessato della politica è la stasi in un Paese a vantaggio di pochi, è una cappa di potere che si auto genera e si autoalimenta, sono i vincoli di consuetudini che come un gesso impediscono di muoversi anche a chi vorrebbe muoversi.
La politica è rimasta bloccata nel proprio immobilismo, nelle proprie lotte di potere, nel proprio confronto distruttivo e non costruttivo, nella propria miopia, negli interessi personali e di parte, nel canto univoco di contenuti diversi accomunati da una stessa operatività pro personam, nel mal comune mezzo gaudio, nel tarpare le ali a chi può parlare fuori dal coro, nella propria connivenza con interessi economici ed interessi mafiosi, negli scambi di favori e voti con i relativi debiti da saldare, nella burocrazia, nei mille rivoli di dazi personali e di step di approvazione, nella ferruginosa ed arrugginita macchina della politica resa ancora più lenta da menti statiche. Non ci vogliono solo menti giovani, ma menti che sappiano pensare con un’altra mentalità.
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