19/10)2012. La recente affermazione fatta da D’Alema “… se vince Renzi sarà battaglia” mi ha lasciata un po’ perplessa. È una affermazione che generalmente si fa ad un nemico e non ad un membro dello stesso partito. Ciò fa pensare che Renzi non viene visto come un membro del partito ma come un qualcosa di diverso. Questa visione sembra non appartenere solo a D’Alema ma anche ad altri esponenti della sinistra e del centrosinistra. Eppure è sempre stata presente una parte moderata nella sinistra, e Renzi, fino a quando non è diventato un riferimento importante nello scenario politico, non ha destato preoccupazione.
Quindi Renzi, a parte per una mentalità nuova e libera che lo contraddistingue, dà molto fastidio agli esponenti del suo schieramento, ossia a coloro i quali hanno da tempo il potere ed a coloro i quali adesso potrebbero averlo. È lui il vero nemico perché ha più consenso e va a bere dalla stessa fonte. Ecco anche perché ultimamente è stato dipinto da qualcuno nel suo stesso schieramento come un esponente più di destra che di sinistra, per screditarlo e fare venire dei dubbi a chi lo appoggia nell’elettorato di centrosinistra. Ma per fortuna se c’è qualcosa di positivo che questa crisi ha lasciato finora a noi cittadini a seguito della sfiducia sulla pluridecennale classe politica (tutta insieme) è una maggiore autonomia di scelta su chi votare.
Ma allora, se Renzi viene visto come un nemico o se non viene riconosciuto come espressione di quella particolare ideologia o programma, non sarebbe il caso di cacciarlo dal partito invece di sfruttarne in modo parassitario il consenso? Troppo scomoda questa eventualità, ovviamente. Anche se sembra questo l’obiettivo di una parte della sinistra.
Angela Pensword 19/10/2012
Nessun commento:
Posta un commento