Bisogna pensare che il periodo di scontro distruttivo tra destra e sinistra è finito. Bisogna sperare che lo scontro sterile tra le diverse parti politiche possa cessare. Ci vuole un confronto costruttivo tra le varie parti politiche basato sul rispetto delle proprie e delle altrui diversità di vedute, e sulla capacità di dialogare e confrontarsi pacificamente per trovare insieme le soluzioni ai vari problemi del Paese. Un po’ come se il Parlamento fosse una unica coalizione con la possibilità per le varie parti politiche di proporre soluzioni, di trovarne insieme altre, e di volta in volta di votare secondo coscienza senza vincoli di coalizione. Ma ciò che non rende possibile questa realizzazione non è solo la mancanza di una maturità politica nei politici, ma sono i vincoli elettorali e, forse, qualche organizzazione che ha tutto l’interesse che l’Italia sia suddivisa e inconcludente nelle propria gestione, forse proprio perché nella sua non gestibilità risulta essere più gestibile.
Se i vincoli elettorali si basassero solo su di una sana e normale espressione di ideologia e di indirizzo sarebbe una cosa naturale. Ma se i vincoli elettorali riguardano il saldare un favore a seguito di una compravendita di voti allora la politica ne risulta falsata, perché non è il voto ad essere stato comprato ma la politica. Un esponente che deve restituire un favore non può essere libero di esprimersi secondo una leale convinzione. La compravendita di voti non è ovviamente ammessa nel nostro sistema (anche se talvolta capita in modo più o meno diretto). In ogni caso la contaminazione (e spesso si tratta di inquinamento) tra politica ed economia andrebbe limitata. Dovrebbe rimanere solo il contatto positivo tra le due. Difatti tale contatto esiste e si esprime nel fatto che la politica si deve occupare anche della tutela e dello sviluppo dell’economia del Paese. Il legame che unisce la classe politica ai suoi elettori è un legame importante. Ed è anche (dovrebbe essere) un legame sano. Per l’elettore è il riconoscersi in determinate idee. Ed è l’esprimere determinate idee in cui si crede per chi fa politica. Quando una parte politica, od un esponente politico, fa gli interessi solo di una parte del proprio elettorato, diventa una politica di lobby. Ed in quanto tale non può essere predisposta al dialogo.
Bisogna porsi una importante domanda: Chi ha il vantaggio nell’avere una Italia divisa nelle sue contrattazioni e nello scontro inconcludente delle varie parti politiche?. Non può essere l’Italia, non avrebbe senso, perché vorrebbe dire farsi del male da soli. Oppure è qualcuno che anche se italiano, per interesse personale per lobby o per potere, non pensa italiano. Oppure è semplicemente immaturità della classe politica che si esprime in un comportamento inconcludente. Se fosse così basterebbe fare un salto di qualità mentale e di maturità politica ed i problemi si risolverebbero. Questo momento di cambiamento, attraverso un ricambio generazionale e ad un ricambio di mentalità, ci può portare ad una migliore gestione del Paese. Ma se vi fosse una reale volontà di tenere l’Italia divisa nella sua gestione politica proprio per renderla più gestibile da parte di qualche ombra che ci manovra, allora una politica costruttiva e migliore per l’Italia, una gestione migliore del Paese, e quest’aria di cambiamento che si respira e si richiede, dovrebbe fare preoccupare questi ipotetici burattinai. Od ancora tutto questo marasma che sta accadendo in Italia, tra crisi economica e terremoto politico, è in realtà voluto e pilotato. In questo caso dovrebbe essere rivolto a migliorare la situazione, si spera. Tutto sommato non è importante conoscere queste risposte. La cosa più probabile, ed anche la più veritiera, è che si tratta di cicli dell’uomo e della storia. L’importante è … migliorare.
Angela Pensword 12/10/2012
Purtroppo niente può migliorare il mondo. Il mondo andrà sempre così.
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