Da quando vi è stata la
notizia della disponibilità di Giorgio Napolitano per il secondo mandato come
Presidente della Repubblica, e l’ incarico di Premier ad Enrico Letta per
formare il Governo, Beppe Grillo ha fatto fuoco e fiamme.
Se
i partiti iniziano a comportarsi bene ed a fare tutte quelle riforme di
riduzione dei costi della politica, come prospettato da Letta nelle
consultazioni, e ad attuare anche le riforme necessarie alla economia
attraverso un dialogo costruttivo di tutte le forze presenti in Parlamento, allora
perché non volere partecipare a questo dialogo escludendo a priori di avere un
confronto collaborativo? Perché escludere di mischiarsi quando “mischiarsi” in
questo caso vuole dire partecipare ad un dialogo costruttivo? Perché non dare
ai partiti la possibilità di redimersi? I partiti non hanno scelta, dovranno
veramente imparare a concepire diversamente la politica ed il modo di fare
politica, pensando di più al comune e meno a loro stessi. Sembra quasi che
Grillo abbia paura che questa Legislatura riesca a partire e che i partiti
riescano a compiere le riforme prospettate, ed a compiere anche quel salto di
qualità che deriva dal concepire la politica con una mentalità più matura, più
seria, e più corretta.
Forse
Grillo ha in mente un Parlamento senza partiti, ed il suo obiettivo è solo
distruggerli. Se in questa Legislatura i partiti politici
ed i parlamentari non fanno le riforme necessarie e non imparano l’arte della
collaborazione finalizzata al bene del Paese e non ai loro interessi, non ci
sarà bisogno della rivoluzione civile, basterà aspettare le prossime elezioni. Ma
augurarsi che ciò accada, ed ostacolare in qualche modo il sorgere e la
riuscita di questa Legislatura, è criminale.
Per questo non capisco il
perché Grillo ha interpretato come un golpettino
istituzionale la rielezione di Giorgio Napolitano come Presidente della
Repubblica, quando essa è avvenuta democraticamente in modo regolare nella
sede istituzionale e con una maggioranza schiacciante, e quando questa
soluzione, in un discorso comune, era l’unica per togliere l’Italia dallo
stallo istituzionale. Stallo che non si poteva protrarre. Inoltre Napolitano è
amato dalla maggioranza degli italiani. Per proporre un Presidente della Repubblica
indicato dagli italiani bisognerebbe sentire tutti gli italiani, e non una parte
limitata di italiani via web. In questo momento ci vuole un Presidente di
coesione, un Governo di coesione, un Parlamento di coesione, ed un
comportamento di coesione. Non si può andare sempre tutti d’accordo, ma non si
può nemmeno rimanere chiusi su se stessi (Letta direbbe congelati) precludendo
a priori il confronto sereno e costruttivo. E senza rimanere arroccati solo sui
propri nomi e dentro la propria parte. Il dialogo costruttivo non prevede il
verbo “osteggiare”. Mi sorprendo a fare questa precisazione proprio a M5S
quando questo concetto fino a poco tempo fa lo ricordavo continuamente al PD ed
al PDL. Essi infatti si scannavano per l’osso del potere. Non vorrei che M5S
attuasse questa pratica per lo stesso motivo.
Ma
come si fa a garantire la rappresentanza delle varie idee, delle varie
convinzioni, della varie post ideologie, delle varie proposte, senza i partiti?
La
pluralità è alla base della democrazia, unitamente al rispetto delle idee
altrui, alla possibilità di parlare ed alla capacità di ascoltare. La
volontà popolare verrà espressa ogni volta per via telematica? Ma non tutti
hanno il computer od internet. E comunque le votazioni telematiche possono
essere manipolate e falsate molto più facilmente di quelle con la carta e con
gli scrutini nei seggi.
Una
forma di delega ci vuole nella gestione del Paese. Il
delegante può e dovrebbe guardare il risultato dell’operato del delegato. Ed il
risultato va visto nella visione generale del bene del Paese. Quindi è la
gestione del Paese che deve funzionare bene. Per anni, anzi per decenni, la
gestione del Paese è stata portata avanti male, tra corruzione, miopia
politica, intrallazzi personali, lotte di potere, incompetenze, e con il
pallone dei privilegi sempre più gonfio. Ora alla classe politica è stato
portato il conto.
Una cosa è certa (oramai
l’abbiamo capita): qualunque cosa farà o dirà la politica a Grillo non andrà
bene.
Evidenza, forse, che Grillo ha già deciso quale debba essere il finale senza
volerne accettare altri. Evidenza, forse, che in realtà non si vuole costruire
insieme una politica migliore ma distruggere la classe politica precedente. Latente
assolutismo? L’Italia adesso ha bisogno di collaborazione e di dialogo tra tutte
le forze politiche per attuare le riforme necessarie. Questo è
pluralismo costruttivo. Questa è democrazia.
Angela Pensword 29/04/2013
Imbarazzante articolo di uno spessore politico vicino allo zero. Pd e Pdl hanno reagito alla paura di perdere potere e privilegi facendo finalmente outing e andando a braccetto alla luce del sole. Questo è il primo merito del M5S (che non è Grillo).
RispondiEliminaIl secondo è dare una speranza a chi vuole veramente cambiare questa politica marcia.
Fabio Milano