lunedì 29 aprile 2013

Ostilità di Grillo per il nuovo Governo Letta. Riflessioni personali


Da quando vi è stata la notizia della disponibilità di Giorgio Napolitano per il secondo mandato come Presidente della Repubblica, e l’ incarico di Premier ad Enrico Letta per formare il Governo, Beppe Grillo ha fatto fuoco e fiamme.
Se i partiti iniziano a comportarsi bene ed a fare tutte quelle riforme di riduzione dei costi della politica, come prospettato da Letta nelle consultazioni, e ad attuare anche le riforme necessarie alla economia attraverso un dialogo costruttivo di tutte le forze presenti in Parlamento, allora perché non volere partecipare a questo dialogo escludendo a priori di avere un confronto collaborativo? Perché escludere di mischiarsi quando “mischiarsi” in questo caso vuole dire partecipare ad un dialogo costruttivo? Perché non dare ai partiti la possibilità di redimersi? I partiti non hanno scelta, dovranno veramente imparare a concepire diversamente la politica ed il modo di fare politica, pensando di più al comune e meno a loro stessi. Sembra quasi che Grillo abbia paura che questa Legislatura riesca a partire e che i partiti riescano a compiere le riforme prospettate, ed a compiere anche quel salto di qualità che deriva dal concepire la politica con una mentalità più matura, più seria, e più corretta.
Forse Grillo ha in mente un Parlamento senza partiti, ed il suo obiettivo è solo distruggerli. Se in questa Legislatura i partiti politici ed i parlamentari non fanno le riforme necessarie e non imparano l’arte della collaborazione finalizzata al bene del Paese e non ai loro interessi, non ci sarà bisogno della rivoluzione civile, basterà aspettare le prossime elezioni. Ma augurarsi che ciò accada, ed ostacolare in qualche modo il sorgere e la riuscita di questa Legislatura, è criminale.
Per questo non capisco il perché Grillo ha interpretato come un golpettino istituzionale la rielezione di Giorgio Napolitano come Presidente della Repubblica, quando essa è avvenuta democraticamente in modo regolare nella sede istituzionale e con una maggioranza schiacciante, e quando questa soluzione, in un discorso comune, era l’unica per togliere l’Italia dallo stallo istituzionale. Stallo che non si poteva protrarre. Inoltre Napolitano è amato dalla maggioranza degli italiani. Per proporre un Presidente della Repubblica indicato dagli italiani bisognerebbe sentire tutti gli italiani, e non una parte limitata di italiani via web. In questo momento ci vuole un Presidente di coesione, un Governo di coesione, un Parlamento di coesione, ed un comportamento di coesione. Non si può andare sempre tutti d’accordo, ma non si può nemmeno rimanere chiusi su se stessi (Letta direbbe congelati) precludendo a priori il confronto sereno e costruttivo. E senza rimanere arroccati solo sui propri nomi e dentro la propria parte. Il dialogo costruttivo non prevede il verbo “osteggiare”. Mi sorprendo a fare questa precisazione proprio a M5S quando questo concetto fino a poco tempo fa lo ricordavo continuamente al PD ed al PDL. Essi infatti si scannavano per l’osso del potere. Non vorrei che M5S attuasse questa pratica per lo stesso motivo.
Ma come si fa a garantire la rappresentanza delle varie idee, delle varie convinzioni, della varie post ideologie, delle varie proposte, senza i partiti? La pluralità è alla base della democrazia, unitamente al rispetto delle idee altrui, alla possibilità di parlare ed alla capacità di ascoltare. La volontà popolare verrà espressa ogni volta per via telematica? Ma non tutti hanno il computer od internet. E comunque le votazioni telematiche possono essere manipolate e falsate molto più facilmente di quelle con la carta e con gli scrutini nei seggi.
Una forma di delega ci vuole nella gestione del Paese. Il delegante può e dovrebbe guardare il risultato dell’operato del delegato. Ed il risultato va visto nella visione generale del bene del Paese. Quindi è la gestione del Paese che deve funzionare bene. Per anni, anzi per decenni, la gestione del Paese è stata portata avanti male, tra corruzione, miopia politica, intrallazzi personali, lotte di potere, incompetenze, e con il pallone dei privilegi sempre più gonfio. Ora alla classe politica è stato portato il conto.
Una cosa è certa (oramai l’abbiamo capita): qualunque cosa farà o dirà la politica a Grillo non andrà bene. Evidenza, forse, che Grillo ha già deciso quale debba essere il finale senza volerne accettare altri. Evidenza, forse, che in realtà non si vuole costruire insieme una politica migliore ma distruggere la classe politica precedente. Latente assolutismo? L’Italia adesso ha bisogno di collaborazione e di dialogo tra tutte le forze politiche per attuare le riforme necessarie. Questo è pluralismo costruttivo. Questa è democrazia.
Angela Pensword 29/04/2013 

1 commento:

  1. Imbarazzante articolo di uno spessore politico vicino allo zero. Pd e Pdl hanno reagito alla paura di perdere potere e privilegi facendo finalmente outing e andando a braccetto alla luce del sole. Questo è il primo merito del M5S (che non è Grillo).
    Il secondo è dare una speranza a chi vuole veramente cambiare questa politica marcia.
    Fabio Milano

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