La situazione siriana è
particolare rispetto alle altre guerre civili che sono avvenute recentemente in
Medio Oriente ed a quelle che sono ancora in corso in altri Paesi della zona. Assad
non è odiato dalla sua popolazione quanto lo erano gli altri dittatori
quali Saddam Hussein e Geddhafi. Assad ha l’appoggio della maggior parte della
propria popolazione, pur essendo un dittatore. Quindi non è così facile
rovesciare Assad per i ribelli, od intervenire dall’esterno (occidente) in
aiuto di una rivoluzione che per di più sembra avere perso l’aria frizzante
della primavera ed avere acquisito un’aria autunnale. Per rendere l’idea di
quanto appena detto può essere utile ricordare le parole di Domenico Quirico, corrispondente estero
del giornale italiano “La Stampa” rilasciato lunedì 09 settembre 2013 dopo una
trattativa diplomatica e dopo 152 giorni di prigionia nel territorio siriano:
la guerra civile “non è più quella rivoluzione laica e democratica come lo
era all’inizio”. Le forze siriane ribelli sono molto eterogenee, e sono
formate solo in minima parte da siriani. Inoltre nel tempo si sono infiltrate
cellule che vorrebbero portare attraverso la destabilizzazione dell’odierno
regime un fanatismo islamico al potere.
Motivo in più per non intervenire. Quindi, anche se gli USA (e chi
con loro) interverrebbero in Siria non per aiutare i ribelli ma per condanna
all’utilizzo delle armi chimiche (e per motivi strategici), potrebbero correre
il rischio di aiutare in parte i propri nemici. Ulteriore motivo per non
intervenire!
Angela Pensword 20/09/2013
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