lunedì 9 settembre 2013

SIRIA: SITUAZIONE DIFFICILE ALL’ORIZZONTE

Il mondo si sta disponendo su di uno scacchiere in assetto di guerra. Da una parte del Mediterraneo abbiamo le portaerei statunitensi, e dall’altra quelle russe e cinesi. Per certi versi è un po’ come essere tornati alla guerra fredda, e spira una leggera tramontana. Forse l’aria si è anche incrinata per l’incomprensione sul caso datagate. Presto ci sarà il G20, ed è sperabile che le potenze si focalizzino anche sulle cose importanti, come la collaborazione, la pace, il progresso, il contrastare l’inquinamento mondiale, e così via. Certamente però, la questione siriana non può essere ignorata.  
L’uso di armi chimiche era agli occhi americani il limite da non superare nella guerra interna siriana tra governo e ribelli nella repressione di questi ultimi. Assad afferma che non ci sono prove che ricolleghino l’uso di armi chimiche al proprio regime, e che tali armi sono state usate o dai ribelli stessi, o dagli occidentali.  Al contrario, USA, Inghilterra, e Francia, affermano che le prove ci sono.
Ma se non è stato Assad chi è stato? E perché? Forse qualcuno sotto Assad? Forse i ribelli per sollecitare un intervento esterno? O qualcun altro? E perché il regime di Assad avrebbe dovuto fare uso di armi chimiche? La risposta a questa ultima domanda è la più semplice (forse), per reprimere maggiormente la rivolta interna. Le altre risposte non si conoscono, e rimangono solo le domande. Gli Usa fanno notare che solo il regime di Assad avrebbe avuto la forza offensiva per l’utilizzo di tali armi, e vi sono dichiarazioni della popolazione (fonte tgcom24) che anche nei giorni precedenti al 21 agosto 2013 vi sono stati degli episodi nei quali è stato usato il gas. Attualmente è iniziato un esodo della popolazione che vuole sfuggire a tale situazione problematica, ed al riguardo siamo solo all’inizio.

Angela Pensword 27/08/2013    

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