A San Pietroburgo si è
concluso nella giornata del 06/09/2013 il G20. Gli argomenti trattati erano
tutti importanti. Tra questi il più delicato e spinoso ha riguardato la
questione siriana. Sulla situazione della Siria non è stato trovato un accordo
tra le potenze nell’incontro del G20. Questo risultato è ben riassunto dalle
parole pronunciate da Putin al termine dell’incontro in conferenza stampa:
“Sulla Siria ciascuno di noi ha ascoltato la posizione dell’altro ma siamo
rimasti delle nostre idee. Abbiamo ascoltato e abbiamo compreso il punto di
vista dell’altro, ma non siamo d’accordo.”
11 Paesi firmano una
Dichiarazione che condanna l’azione avvenuta in Siria, e prendono una posizione
più dura nei confronti del governo siriano di Assad invece della semplice
condanna etica verbale. Non si tratta però di un sostegno militare, ma più che
altro di un sostegno morale alle motivazioni espresse dal Presidente
americano.
B. Obama vorrebbe agire
attraverso il permesso dell’Onu. La sua determinazione potrebbe portare gli USA ad intervenire anche senza
l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza ONU, che al riguardo non ha trovato
(per ora) un accordo per intraprendere una azione militare contro la Siria. “Se
siamo seri nel volere sostenere il divieto dell’uso di armi chimiche … serve
una risposta internazionale”.
Le posizioni rimangono
distanti. La Russia, come la Cina, fanno sapere che in caso di attacco non
autorizzato appoggeranno Damasco.
Angela Pensword 07/09/2013
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