Dopo anni nei quali la classe politica
è rimasta ignava nella propria indolenza, ingessata nel proprio immobilismo senza
portare avanti quelle strategie che andavano impostate, bloccata nelle proprie
consuetudini, e trastullata nei propri scontri inconcludenti e distruttivi per
l’Italia tra parti e fazioni per la ricerca ed il mantenimento del potere
contro l’altra parte, dopo tutto questo, ora abbiamo bisogno di una politica
matura e seria. Tale immagine si era iniziata a vedere nel governo delle larghe
intese. Il governo Letta ha fatto
qualche cosa, anche se non proprio dove e quanto doveva fare per recuperare
i soldi e per dare una migliore impostazione al Paese. Ma evidentemente gli
interessi della classe politica parlamentare sono tanti ed opposti ad una
immediata riduzione dei costi della politica. Si preferisce e si opta sempre
per continuare a ridurre la spesa sociale ed i servizi. O per continuare ad
aumentare le tasse anche quando esse andrebbero ridotte. Sono mesi che si parla
di equiparare gli stipendi dei parlamentari a quelli dei loro colleghi europei.
Si è fatto qualche cosa? Solo opera di depistaggio! E che dire del
finanziamento pubblico ai partiti? Anche se il tema è controverso e ha bisogno
di una seria normativa che garantisca la trasparenza, perché pensarlo slittato
di qualche anno e non immediato? (domanda banale). Nel frattempo ci si fa belli
dell’avere in parte abolito l’imu, cavallo di battaglia (anche giusto) del PDL.
Ma per raspare i soldi nuovamente dal basso si ricomincia a parlare di aumento
dell’iva. Aumentare l’iva sarebbe un altro boomerang economico negativo.
Ma i loro stipendi quando se li tagliano? A parte queste quisquiglie
fortunatamente la stabilità politica raggiunta in questi pochi mesi di
Governo ha ridato fiducia ai mercati e migliorato l’immagine e la
considerazione dell’Italia anche a livello internazionale. Ed un governo
forte ha più forza per discutere e moderare le richieste europee. Vi è stata
anche una leggera ripresa economica. Ma poi c’è stata la brutta figura
politica del tormentone dell’estate, che ha posto Berlusconi nella hit-parade.
Tale ripresa e tale fiducia internazionale stanno venendo a mancare a causa
della tensione di queste settimane per la eventuale decadenza di Berlusconi, tra
ricatti e paventate crisi di governo. Forse la classe politica, soprattutto
quella che ha shakerato tale situazione fino all’esasperazione, facendola
diventare il caso nazionale dell’estate, non si rende conto che oltre alla
fiducia internazionale sta venendo a mancare anche la fiducia di
quell’elettorato che faticosamente la politica era riuscita a riavvicinare.
L’immagine che si ha della politica italiana in questo momento, nel suo
insieme, è di un grande caos, con grillini che friniscono sul tetto di
Montecitorio, insulti, nuovi scontri di parte, ricatti e minacce di crisi di
governo, atti di forza, bagarre in aula. … Nemmeno le esortazioni rivolte alla
classe politica precedentemente da Napolitano e da Visco, e successivamente dai
vari livelli economici europei, sortiscono l’effetto sperato. Nel frattempo
l’economia ne risente, i problemi degli italiani passano in secondo piano, si
continua a non affrontare i tagli della politica come andrebbero affrontati, ed
i gessetti volano verso e da dietro la lavagna nella più completa anarchia.
Ciò che ci sta salvando adesso
è che il governo Letta non è ancora caduto. Già, perché se cadesse si
pagherebbe l’imu (che a questo punto sarebbe l’ultimo dei problemi), si
tornerebbe alle elezioni politiche senza una valida e seria legge elettorale
(che non sanno fare e che a questo punto qualcuno nemmeno vuole fare per un
futuro proprio tornaconto personale), gli sforzi fatti fino adesso a livello di
sacrifici economici e di immagine internazionale andrebbero a gambe per aria (e
l’Italia appresso), lo spread risalirebbe (non che ci importi molto di questo
termine ma il suo andamento negativo ha un risvolto economico negativo
generale). Non solo gli occhi europei sono puntati su di noi, ma anche gli
occhi di italiani che vogliono (vorrebbero) una politica seria.
Insomma, l’italiano ha bisogno
di una politica soft ma estremamente concreta e risolutiva dei problemi della mal
ridotta Italia che, tutto sommato, nonostante gli sforzi fatti finora, e
nonostante si dica che vi sono stati dei miglioramenti, sta ancora in sala di
rianimazione, e, come stanno le cose, purtroppo, non sa se dall’ospedale uscirà
orizzontale o in piedi. Quindi basta parlare della decadenza di Berlusconi come
se fosse il caso nazionale più importante (non se ne può più !!!!). C’è da
sperare che torni il sereno nella classe politica, che il senso di
responsabilità prevalga, che il governo vada avanti facendo quello che deve
fare e prendendo i soldi da dove devono essere presi (pensioni d’oro e casta
politica) invece che aumentare l’iva o invece di prenderli sempre dalla
popolazione. Poi non meravigliamoci se nelle prossime elezioni a prendere un
gran numero di voti saranno in ordine M5S (M5S non ha bisogno di andare contro
la classe politica, perché la classe politica a destabilizzarsi ci riesce
benissimo da sola), il PD, e poi gli altri. Tensioni a parte, se il governo ed
i parlamentari non attuano subito quei tagli sui costi della casta politica,
necessari a recuperare soldi per rispettare i parametri, necessari per non
aumentare l’iva, e necessari per rilanciare l’economia del Paese, quella parte
di vecchia politica ancora in circolazione farà definitivamente karakiri.
Angela Pensword 19/09/2013
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