sabato 16 novembre 2013

Cina, diritti umani, ambiente, Italia, mondo. Riflessioni varie.

In Cina non vi sarà più l’obbligo di fermarsi alla procreazione di un solo figlio. Si potrà arrivare ad avere due figli solo se uno dei genitori è figlio unico. Purtroppo questa riforma non è un’apertura totale alla libertà di procreare. Non eviterà la necessità, alla terza gravidanza, di dovere effettuare un aborto. Come non eviterà la nascita di cinesi senza diritti, in quanto mai registrati, costretti a condurre una vita al limite delle possibilità. Quindi, anche se costituisce un passo avanti importante, questa riforma non è sufficiente per salvaguardare la salute ed i diritti umani del popolo cinese. Ed è con una popolazione cinese che, grazie agli scambi economici, ha maggiori contatti con il mondo e maggiore benessere, e quindi anche maggiore possibilità di pensare, che il governo cinese in futuro dovrà fare i conti. Bisogna ricordare quanti problemi l’obbligo di avere un solo figlio abbia creato finora al popolo cinese. Infatti, se da un lato ha permesso di gestire le nascite e l’aumento della popolazione all’interno di un Paese fino a poco tempo fa povero, evitando quindi il problema demografico interno, dall’altro ha portato alla realtà di una moltitudine di cinesi mai ufficialmente nati, quindi senza diritti, che vagano in un limbo surreale, alla necessità di ricorrere all’aborto volontario, scelta comunque dolorosa per qualunque genitore, ed alla crudeltà degli aborti coercitivi imposti dal regime contro la volontà dei genitori, tutte espressioni di una grande inciviltà, di mancanza di rispetto per le persone, per le famiglie, e per la loro libertà di scelta. La possibilità di portare avanti una seconda gravidanza era subordinata finora al pagamento di una grossa somma di denaro. Questo fatto può anche avere favorito in alcuni casi il ricatto da parte di chi localmente aveva il potere decisionale al riguardo. Certamente il benessere maggiore che sta coinvolgendo la popolazione cinese in questo periodo ha influito sulla possibilità di mantenere più figli, e quindi sulla decisione presa dal governo cinese. Forse anche il rapportarsi oramai con il resto del mondo ha influito, sia per coscienza e sia per immagine, con tali decisioni. In ogni caso, costringere una donna ad abortire è un qualche cosa di ignobile e di disumano, non giustificato da alcuna necessità economica o di sistema politico, espressione della insensibilità del peggior essere umano. (vedi articolo del 27 marzo 2013 su Il corriere della sera di Monica R Sargentini  Cina aborto forzato al settimo mese il padre per protesta mette la foto sul web e l'articolo del 12 giugno 2012 su Asianews.it di Wang Zhicheng Donna cinese costretta ad abortire al settimo mese continua il massacro della legge del figlio unico ). 

L’altra novità disposta dal governo cinese riguarda l’abolizione dei campi di lavoro, detti anche di rieducazione, posti nei quali si finiva anche per semplice dissenso al regime o perché si chiedeva la tutela di un proprio diritto mettendo in difficoltà gli amministratori del potere locale. Tale pena era a libero arbitrio della polizia locale senza la necessità di fare capo ad una magistratura di Stato, e di fatto tali luoghi rappresentavano spesso dei ricatti contro la possibilità di difendere i propri diritti. La Cina, Paese immenso, di grande cultura, storia, tradizione, dalle grandi potenzialità economiche che sta già mostrando, e dalla grande volontà, sta facendo dei passi in avanti nei diritti umani. Se nell’immediato futuro potesse fare anche qualche cosa per una gestione positiva dell’inquinamento, sarebbe una cosa buona. Anche tutelare l’ambiente è una forma di civiltà. Ma per rincorrere il difficile progresso tecnologico e lo scalpitante sviluppo economico spesso si sacrificano valori e persone (vedi articolo del 29 giugno 2013 su Italialiberaeattiva.com di Corinna Lucianelli I villaggi del cancro ). 

Il difficile equilibrio tra sviluppo ed ambiente è un gestione che riguarda tutti i Paesi industrializzati, è una responsabilità nazionale ma anche globale. Riguardo il non più obbligo in Cina di avere un solo figlio qualcuno nel resto del mondo si potrebbe preoccupare e pensare “già sono tanti così, ora diventeranno ancora di più e ci invaderanno definitivamente, attraverso l’economia e non solo”. Non penso. Oppure nel caso si verificasse sarebbe accaduto comunque. Nel difficile rapporto di equilibrio tra le varie nazioni e potenze del mondo, unitamente alla gestione delle risorse naturali, è il mondo nel suo insieme che deve intervenire ed interagire. In ogni caso non è impedendo le nascite o negando i diritti umani che si risolvono i problemi. Il controllo delle nascite dovrebbe essere una cosa volontaria e responsabile nel rapporto benessere sussistenza. Una forma di cultura, ma sempre una scelta (e nel caso arrivano i bambini sono sempre una benedizione).  
Ma a prescindere dalle nascite, nella società sono altri i problemi. Prendiamo la nostra Italia, esempio occidentale. Da noi vi è addirittura una flessione demografica, e il benessere è (fino a poco tempo fa) ampiamente diffuso, ma abbiamo una società senza valori, con ragazzi allo sbando, con genitori che hanno poco tempo per i figli, e con informazioni sociali errate. La finalità di migliorare il tessuto sociale attraverso le informazioni, attraverso l’istruzione scolastica insegnando ai ragazzi a ragionare, è stata una finalità totalmente assente nella gestione politica italiana. Tale mentalità politica dovrebbe cambiare. Poi, se mentre aspettiamo che la società migliori, riuscissimo ad avere un po’ più di sicurezza per le strade e nella città, sarebbe una cosa gradita, invece di tagliare i fondi alle forze dell’ordine. Insomma, se da qualche parte del mondo vi sono regimi troppo rigidi, o dittature, o sistemi che ledono in un modo o nell’altro i diritti umani e il rispetto dell’individuo e della donna, in altre parti del mondo, pure esistendo in essi norme maggiori di civiltà, abbiamo esempi di debosciati nella popolazione. La cultura e l’istruzione, migliorando l’individuo, possono costituire una società migliore, società che si ripercuote in ogni aspetto e manifestazione.
Pensiamo all’inquinamento, sempre da noi in Italia. Pensiamo alla terra dei fuochi, ai fusti tossici seppelliti, alle discariche a cielo aperto, ed alla criminalità che ci guadagna. Un tempo ho sentito dire che ciò che differenzia l’uomo Sapiens dall’uomo di Neanderthal è la disposizione che egli aveva all’interno delle sue caverne, quindi la divisione degli ambienti. In pratica l’uomo Sapiens non mangiava dove dormiva. Noi invece facciamo gli escrementi dove viviamo. Con questo non dico che i fusti tossici li dobbiamo andare a seppellire nei paesi del terzo mondo, anzi, penso che sia giusto che ognuno si tenga l’immondizia che produce, ma dico che ci deve essere una buona e corretta gestione dei rifiuti. Si vede che ci sono ancora diversi Neanderthal in giro, persone senza scrupoli alle quali non importa rovinare la salute propria o quella delle altre persone. Anche se da noi le norme ci sono, riguardo l’inquinamento noi non siamo più civili della Cina, o di altri Paesi. Quindi migliorare la società e l’individuo nel mondo è importante e prioritario, indipendentemente dall’aumento demografico.
Il mondo oramai è globalizzato, ed è nella sua globalità che va gestito. Ecco perché valori come l’ambiente, la salvaguardia dell’ecosistema, che sono un bene di tutti ed unico nella Terra, devono essere messi al primo posto da tutti i Paesi. L’economia futura nelle varie nazioni non deve e non dovrebbe prescindere da questo.


Angela Pensword 16/11/2013 

4 commenti:

  1. In Cina dalla morte di Mao nel 1976 è iniziata una svolta capitalista, tanto che la bandiera comunista è solo uno specchietto per le allodole per i nostalgici. Si è passati da un estremo a un altro, ma il risultato è sempre lo stesso: i diritti umani sono continuamente calpestati

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    1. Condivido. In effetti delle volte mi sembra che la Cina si peggio del peggior capitalismo, basta pensare all'inquinamento che produce a totale indifferenza per l'ambiente e per le persone. Diritti umani ed ambiente dovrebbero essere comuni a qualunque sistema politico, e a qualunque ideologia, perché ritengo siano universali. Invece qualche volta non appartengono a questo mondo, quindi non in Cina, e non nel resto del mondo.

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  2. La Cina è passata dal regime comunista di Mao ad una specie di capitalismo che ha prodotto una politica economica estremamente aggressiva nei confronti del resto del mondo, costituita dall'imposizione dei suoi prodotti, sicuramente concorrenziali nel prezzo, ma molto scadenti nella qualità, spesso fabbricati con sostanze nocive, che hanno invaso negozi e supermercati italiani, ma anche americani e di altri Paesi. Questa invasione sembra risultare inarrestabile, forse anche a causa di accordi economici con questo grande Stato che frenano qualunque intenzione di applicare provvedimenti sul suo comportamento. Che fare? Smettere di acquistare articoli che provengono dalla Cina? Si, ma attenzione al marchio CE che vuol dire Comunità Europea, ma anche China Export e, spesso, è imitato così bene che, se non si è esperti del settore, non si nota la differenza. Diritti umani? Sapranno cosa sono? Per il resto, un saluto a tutti.

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    1. Già. Siamo invasi da prodotti contraffatti e soprattutto da merce prodotta senza seguire le indicazioni europee o italiane che almeno in questo garantiscono la salute delle persone ed una produzione corretta. Cosa fare? La Cina dovrebbe cambiare mentalità nel suo interno e produrre seguendo normative migliori. In qualche settore, soprattutto nell'esportazione di prodotti di alta qualità, sta migliorando. Poi ci sono i marchi stranieri che devono garantire un certo standard. La speranza è che la Cina, Paese di grande cultura e storia, superi questo periodo dove nel suo territorio, si produce spesso senza tenere molto in conto l'ambiente, e soprattutto superi questo periodo nel quale sulla sua popolazione, dal regime vengono imposte delle norme che violano i diritti umani, come l'aborto coercitivo. Mi domando se chi cattura queste donne abbia una vena sadica nel proprio interno. Certamente ne ha molta. Se poi, oltre a migliorare ulteriormente sui diritti umani facesse qualcosa anche per migliorare l'ambiente ed inquinare in generale di meno sarebbe meglio.

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