L’altra novità disposta dal governo cinese riguarda l’abolizione dei campi di lavoro, detti anche di rieducazione, posti nei quali si finiva anche per semplice dissenso al regime o perché si chiedeva la tutela di un proprio diritto mettendo in difficoltà gli amministratori del potere locale. Tale pena era a libero arbitrio della polizia locale senza la necessità di fare capo ad una magistratura di Stato, e di fatto tali luoghi rappresentavano spesso dei ricatti contro la possibilità di difendere i propri diritti. La Cina, Paese immenso, di grande cultura, storia, tradizione, dalle grandi potenzialità economiche che sta già mostrando, e dalla grande volontà, sta facendo dei passi in avanti nei diritti umani. Se nell’immediato futuro potesse fare anche qualche cosa per una gestione positiva dell’inquinamento, sarebbe una cosa buona. Anche tutelare l’ambiente è una forma di civiltà. Ma per rincorrere il difficile progresso tecnologico e lo scalpitante sviluppo economico spesso si sacrificano valori e persone (vedi articolo del 29 giugno 2013 su Italialiberaeattiva.com di Corinna Lucianelli I villaggi del cancro ).
Il difficile equilibrio
tra sviluppo ed ambiente è un gestione che riguarda tutti i Paesi
industrializzati, è una responsabilità nazionale ma anche globale. Riguardo il
non più obbligo in Cina di avere un solo figlio qualcuno nel resto del mondo si
potrebbe preoccupare e pensare “già sono tanti così, ora diventeranno ancora di
più e ci invaderanno definitivamente, attraverso l’economia e non solo”. Non
penso. Oppure nel caso si verificasse sarebbe accaduto comunque. Nel difficile
rapporto di equilibrio tra le varie nazioni e potenze del mondo, unitamente
alla gestione delle risorse naturali, è il mondo nel suo insieme che deve
intervenire ed interagire. In ogni caso non è impedendo le nascite o negando i
diritti umani che si risolvono i problemi. Il controllo delle nascite dovrebbe
essere una cosa volontaria e responsabile nel rapporto benessere sussistenza.
Una forma di cultura, ma sempre una scelta (e nel caso arrivano i bambini sono
sempre una benedizione).
Ma a prescindere dalle
nascite, nella società sono altri i problemi. Prendiamo la nostra Italia,
esempio occidentale. Da noi vi è addirittura una flessione demografica, e il
benessere è (fino a poco tempo fa) ampiamente diffuso, ma abbiamo una società senza
valori, con ragazzi allo sbando, con genitori che hanno poco tempo per i figli,
e con informazioni sociali errate. La finalità di migliorare il tessuto sociale
attraverso le informazioni, attraverso l’istruzione scolastica insegnando ai
ragazzi a ragionare, è stata una finalità totalmente assente nella gestione
politica italiana. Tale mentalità politica dovrebbe cambiare. Poi, se mentre
aspettiamo che la società migliori, riuscissimo ad avere un po’ più di
sicurezza per le strade e nella città, sarebbe una cosa gradita, invece di
tagliare i fondi alle forze dell’ordine. Insomma, se da qualche parte del mondo
vi sono regimi troppo rigidi, o dittature, o sistemi che ledono in un modo o
nell’altro i diritti umani e il rispetto dell’individuo e della donna, in altre
parti del mondo, pure esistendo in essi norme maggiori di civiltà, abbiamo esempi
di debosciati nella popolazione. La cultura e l’istruzione, migliorando l’individuo,
possono costituire una società migliore, società che si ripercuote in ogni
aspetto e manifestazione.
Pensiamo all’inquinamento,
sempre da noi in Italia. Pensiamo alla terra dei fuochi, ai fusti tossici
seppelliti, alle discariche a cielo aperto, ed alla criminalità che ci
guadagna. Un tempo ho sentito dire che ciò che differenzia l’uomo Sapiens dall’uomo
di Neanderthal è la disposizione che egli aveva all’interno delle sue caverne,
quindi la divisione degli ambienti. In pratica l’uomo Sapiens non mangiava dove
dormiva. Noi invece facciamo gli escrementi dove viviamo. Con questo non dico
che i fusti tossici li dobbiamo andare a seppellire nei paesi del terzo mondo,
anzi, penso che sia giusto che ognuno si tenga l’immondizia che produce, ma
dico che ci deve essere una buona e corretta gestione dei rifiuti. Si vede che
ci sono ancora diversi Neanderthal in giro, persone senza scrupoli alle quali
non importa rovinare la salute propria o quella delle altre persone. Anche se
da noi le norme ci sono, riguardo l’inquinamento noi non siamo più civili della
Cina, o di altri Paesi. Quindi migliorare la società e l’individuo nel mondo è
importante e prioritario, indipendentemente dall’aumento demografico.
Il mondo oramai è
globalizzato, ed è nella sua globalità che va gestito.
Ecco perché valori come l’ambiente, la salvaguardia dell’ecosistema, che sono
un bene di tutti ed unico nella Terra, devono essere messi al primo posto da
tutti i Paesi. L’economia futura nelle varie nazioni non deve e non dovrebbe
prescindere da questo.
Angela Pensword
16/11/2013
In Cina dalla morte di Mao nel 1976 è iniziata una svolta capitalista, tanto che la bandiera comunista è solo uno specchietto per le allodole per i nostalgici. Si è passati da un estremo a un altro, ma il risultato è sempre lo stesso: i diritti umani sono continuamente calpestati
RispondiEliminaCondivido. In effetti delle volte mi sembra che la Cina si peggio del peggior capitalismo, basta pensare all'inquinamento che produce a totale indifferenza per l'ambiente e per le persone. Diritti umani ed ambiente dovrebbero essere comuni a qualunque sistema politico, e a qualunque ideologia, perché ritengo siano universali. Invece qualche volta non appartengono a questo mondo, quindi non in Cina, e non nel resto del mondo.
EliminaLa Cina è passata dal regime comunista di Mao ad una specie di capitalismo che ha prodotto una politica economica estremamente aggressiva nei confronti del resto del mondo, costituita dall'imposizione dei suoi prodotti, sicuramente concorrenziali nel prezzo, ma molto scadenti nella qualità, spesso fabbricati con sostanze nocive, che hanno invaso negozi e supermercati italiani, ma anche americani e di altri Paesi. Questa invasione sembra risultare inarrestabile, forse anche a causa di accordi economici con questo grande Stato che frenano qualunque intenzione di applicare provvedimenti sul suo comportamento. Che fare? Smettere di acquistare articoli che provengono dalla Cina? Si, ma attenzione al marchio CE che vuol dire Comunità Europea, ma anche China Export e, spesso, è imitato così bene che, se non si è esperti del settore, non si nota la differenza. Diritti umani? Sapranno cosa sono? Per il resto, un saluto a tutti.
RispondiEliminaGià. Siamo invasi da prodotti contraffatti e soprattutto da merce prodotta senza seguire le indicazioni europee o italiane che almeno in questo garantiscono la salute delle persone ed una produzione corretta. Cosa fare? La Cina dovrebbe cambiare mentalità nel suo interno e produrre seguendo normative migliori. In qualche settore, soprattutto nell'esportazione di prodotti di alta qualità, sta migliorando. Poi ci sono i marchi stranieri che devono garantire un certo standard. La speranza è che la Cina, Paese di grande cultura e storia, superi questo periodo dove nel suo territorio, si produce spesso senza tenere molto in conto l'ambiente, e soprattutto superi questo periodo nel quale sulla sua popolazione, dal regime vengono imposte delle norme che violano i diritti umani, come l'aborto coercitivo. Mi domando se chi cattura queste donne abbia una vena sadica nel proprio interno. Certamente ne ha molta. Se poi, oltre a migliorare ulteriormente sui diritti umani facesse qualcosa anche per migliorare l'ambiente ed inquinare in generale di meno sarebbe meglio.
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