lunedì 6 gennaio 2014

Battuta di Renzi e dimissioni di Fassina

Il 04 gennaio 2014 il viceministro dell’Economia Stefano Fassina presenta le sue “dimissioni irrevocabili”. Pare che tale decisione derivi da una battuta, effettivamente un po’ infelice, di Renzi, il quale, durante la conferenza stampa al termine della prima direzione PD rispondendo ad una domanda sul “rimpasto” auspicato da Fassina in una intervista rilasciata a Repubblica lo stesso giorno, risponde, riferendosi prima al rimpasto e poi a Fassina “Rimpasto …! Chi? …”. Due parole, solo due parole, che racchiudono in sintesi il pensiero di Renzi al riguardo. Parole dette velocemente nell’interloquire tra domanda e risposta, ma con due toni diversi. La prima, “rimpasto”, con tono deciso, un tono che esprime il totale dissenso verso tale strategia, e la seconda “chi? …”, con ironia, dopo avere sentito il nome di Fassina. 
Matteo Renzi non vuole il  rimpasto. Anche se sollecitato più volte su tale eventualità, è una strategia che non condivide, come  non condivide l’eventualità che qualcuno gli metta volontariamente i bastoni tra le ruote. Presumo sia questo il motivo della sua ironia, anche perché se non fosse questo, dato che le opinioni degli altri vanno sempre rispettate, sarebbe stato un passo falso, una gaffe di Renzi. Non c’è niente di male ad esprimere le proprie opinioni all’interno di un partito, anche quando queste sono diverse da quelle del segretario, lo faceva anche Renzi quando non era segretario. Non so se è il primo scontro di una guerra interna al Pd tra la politica di Renzi e chi non la condivide, ma il 04/01/2014 c’è stato il primo caduto in battaglia, Stefano Fassina. 
Anche se le motivazioni di Fassina per un rimpasto sono motivazioni politicamente logiche e giuste, personalmente trovo migliore la strategia di Renzi. Il governo è già appesantito dai vari problemi, perché mettere in ballo anche il rimpasto? Rimpasto che creerebbe comunque anche squilibri all’interno delle intese già delicate nel governo. Il governo è già blindato così come è, con l’unione delle forze che lo formano, non c’è bisogno del rimpasto, e se si decidesse di farlo cadere, non sarebbe il rimpasto a cementarlo.
Ma gli attriti tra Renzi e Fassina non riguardano solo la battuta o la diversa opinione sul rimpasto, ma sono più datati e riguardano più aspetti, come gli attriti presenti tra Renzi ed una parte del partito. Forse il neo segretario dovrebbe imparare ad essere un po’ più ipocrita, ma sarebbe un peccato … oppure potrebbe essere più diplomatico, ma poi lo accuserebbero di essere troppo democristiano anche se la diplomazia fosse riferita a esponenti del suo stesso partito. Rimane comunque difficile gestire le diverse opinioni, e le diverse correnti, all’interno di un grande partito.
Lo accusano di avere un atteggiamento padronale sul Pd. Il fatto invece è che sta accadendo proprio ciò che i big egli old temevano accadesse, la perdita del loro potere padronale. Renzi è stato eletto segretario alle primarie con un largo consenso, ed ora detta la propria linea politica al Pd. Strano però, quando Renzi non era segretario la dirigenza  e le solide colonne del Pd si preoccupavano di come riuscire a tenerlo per le briglie, ora che sono loro sotto di lui non si preoccupano di ascoltare le sue direttive.  Per certi versi è vero che Renzi ha un atteggiamento un po’ da leader nel Pd. È fatto così e ciò non è detto che sia un male. Tale velocità decisionale e propositiva è una novità, e potrebbe acuire però la distanza tra il nuovo segretario Pd ed il resto del partito classico.  Forse Renzi potrebbe fare qualche cosa al riguardo, anche se il confronto nel Pd esiste e non è mai stato messo in discussione. Forse aumentare le occasioni di confronto potrebbe essere una soluzione. Inoltre, ogni tanto, un bagno di umiltà farebbe bene anche a lui, anche per non diventare esageratamente protagonista, immagine che è di per sé un boomerang. In realtà si tratta di interpretazioni diverse sull’atteggiamento, e forse di fraintendimenti. Per questo la futura riunione della direzione del Pd in programma per il 16 gennaio può avere una valenza importante per un chiarimento all’interno del Pd stesso.
Le altre forze politiche affermano che Renzi vuole la testa di Letta. Renzi non vuole la testa di Letta. Renzi sostiene lealmente l’attuale governo, come ha sempre detto e sempre fatto, a patto che il governo faccia le cose che vanno fatte e che si è prefissato.  A volere far cadere il governo sono altre forze politiche. E man mano che si inizia a sentire l’odore del sangue elettorale, i politici si muovono sempre più come squali. 
In questi ultimi giorni ho visto Renzi un po’ stanco, e del resto è anche comprensibile dato il periodo carico di stress e di lavoro dal quale viene,prime con le primarie, e poi subito al lavoro come segretario del PD . Inoltre Renzi lavora a 360°, agendo non solo come nuovo segretario del Pd rimanendo relegato sui problemi interni del pd, ma preoccupandosi di indicare strategie e riforme, pensando all’Italia, dimostrando da sempre di avere una mente da statista. Gli impegni e le preoccupazioni da sindaco ci sono e continuano ad essere affrontate.  C’è chi non riuscirebbe a fare molto meno, ed è comunque tanto anche se si è aiutati da uno staff molto in gamba. Quindi siamo umani, perché anche i campioni ogni tanto devono riposare, proprio per dare sempre il massimo. Mi auguro quindi che Renzi riesca a ritagliarsi qualche spazio per mantenere la concentrazione e l’energia necessarie. Non vorrei che frequentando Roma egli si lasci convincere (ma non penso) da qualche sirena o da qualche zoppo (vai con lo zoppo ed impari a zoppicare), e decida di contribuire anche lui a rendere il Tevere il fiume più allegro d’Italia.


Angela Pensword 06/01/2014 

2 commenti:

  1. Come sempre, il tempo sarà il miglior giudice, anche nel suo caso.
    Personalmente non mi piace, ma il mio parere conta poco :)
    Buon anno!

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    1. Ciao Luca. Buon anno! ... Spero che il tempo passi nella concretizzazione di azioni serie nella classe politica ... tutta in generale. Renzi è l'unico che ha quello slancio, ed anche quella ingenuità di pensare che ciò sia possibile. ... Quando si è parte di un sistema o ci si adatta al sistema o si viene schiacciati dall'ingranaggio. E' per questo motivo che per cambiare un sistema bisognerebbe cambiare il 60% delle rotelle del sistema, in modo che l'ingranaggio giri diversamente ... ma le rotelle vengono scelte, o messe, o si vendono (e quindi comprate) dalla maggior parte dei poteri forti della società che poi ovviamente chiedono il conto, ed i politici rimangono (per loro scelta) con le mani legate e le tasche piene! .... I poteri forti, le lobby, la connivenza tra queste e la politica, sono contrarie a norme universali di buona gestione politica, e portano all'immobilismo della politica stessa (immobilismo che ha anche altre cause). ... Politici che hanno paura di pensare, che sono teste di legno ed in quanto tali birilli e quali birilli se ne togli uno e ne metti un altro il risultato non cambia: stasi generale, immobilismo politico. ... Ragionare fuori dagli schemi e ragionare in modo pulito ed ingenuo può essere la modalità per una politica migliore. .... (Spero che Renzi non si rovini con il tempo ...). P.S. La crisi ci sta offrendo una buona possibilità, quella di pretendere dalla classe politica vitalità lungimiranza e cambiamento, e la cosa bella è che né la politica e né i poteri forti si possono sottrarre a questo ... La speranza è che questo cambio di mentalità (e quindi di norme e anche di rotelle) avvenga prima della ripresa, altrimenti le modalità cancerogene di gestione si ripresenteranno ... Non so se Renzi sarà all'altezza (o abbastanza forte), non credo nei Messia, soprattutto in politica, ma certamente è l'unico che in questo momento mi dà speranza ... spero non mi deluda (ma mi sembra una rotella abbastanza pazza capace di pensare con la testa propria fuori dagli schemi faraonici e burocratici dei partiti. Poi vedremo ... ). ... A noi non rimane che cercare di rimanere a galla in un'Italia che affonda, cercando nel nostro piccolo di fare il meglio per migliorare il mondo.

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