13/02/2014 - Nei giorni scorsi si
è parlato di un avvicendamento tra Letta e Renzi alla guida del governo. Si
tratta di una ipotesi. In queste ore si sta svolgendo la direzione del PD a
Montecitorio, che dovrebbe portare ad un chiarimento al riguardo. Renzi e la
maggioranza del PD hanno sempre appoggiato Enrico Letta. Difatti la direzione
del PD riconosce il lavoro di Letta e la massima volontà nell’operato svolto
per perseguire gli obiettivi del governo. Le critiche sono riferite ad una troppa
lentezza nella gestione del governo del
Paese e in una poca incisività nel proporre e perseguire le riforme. Nel corso
dell’incontro Renzi dice chiaramente che “la riunione di oggi non sarà un
processo al governo … si tratta di capire se siamo in condizione di aprire una pagina
nuova”, e prospetta due ipotesi. La prima prevede le elezioni, ma “non
vi è ancora una normativa elettorale che garantisca una certezza di vittoria
elettorale agli uni o agli altri”, e per una conseguente instabilità Renzi
esclude questa strada. La seconda prevede la trasformazione di questa legislatura
in una legislatura costituente, con l’obiettivo di arrivare al 2018.
Personalmente sarei favorevole a
mantenere il governo Letta, a patto che venissero fatte le riforme necessarie
(che è sempre stata anche la posizione di Renzi). Se tale incisività del
governo non fosse possibile (come pare non sia), e non fosse possibile andare
al voto per la mancanza di una legge elettorale decente, e si avvicendasse un
nuovo governo, allora il governo che si formerà dovrebbe essere un governo
di scopo (sarebbe di fatto il terzo), e non un governo di legislatura. L’obiettivo
dovrebbe essere quello di fare presto una nuova legge elettorale (italicum o
altro) e poi andare ad elezioni arrivando ad un governo avallato dal popolo.
Perché questo cambio ora tra
Letta e Renzi? Non si ha fiducia di avere l’approvazione di una nuova legge
elettorale? Si pensa che i tempi siano
lunghi per le riforme e che il governo attuale sia sfiancante per l’Italia? Enrico Letta ha detto una cosa molto
giusta nei giorni scorsi: “ Se il governo è stato finora lento nel fare alcune
cose non è colpa mia, ma dell’intera politica”. Questa è una grande verità,
perché è l’insieme della classe politica che gestisce il Paese, ed è l’insieme
della classe politica che continua a non volere cambiare mentalità, e a non
volere intaccare quei meccanismi di gestione, interni ed esterni alla politica,
che andrebbero intaccati. Perché con Renzi dovrebbe essere più possibile
fare le riforme rispetto che con Letta? Renzi si troverà a capo di un
governo comunque formato da larghe intese, senza avere vinto delle elezioni,
senza avere una stabilità sicura di governo, ma sotto il ricatto dei partiti,
ed avendo comunque a che fare con la stessa ciurma parlamentare con la quale
aveva a che fare Letta. Le riforme passeranno a colpi di fiducia? (È
un’alternativa anche quella, ma che non può essere utilizzata a lungo). Una
cosa è certa: se Renzi si sostituirà a Letta senza passare per elezioni M5S
avrà pane da mordere nei confronti di Renzi. Non solo, più parti politiche
accuseranno molto duramente il segretario del PD di essersi appropriato di
Palazzo Chigi senza passare per le elezioni, anche se la eventuale decisione di
Renzi fosse stata presa in modo più che leale e trasparente e costruttivo per
le riforme e per il bene del Paese.
L’italia ha bisogno che la
finanza italiana, europea e globale, si comporti diversamente. Quale forza
politica può essere così forte da chiedere all’Europa cambiamenti in questo
senso? Nessuna! Assolutamente nessuna! Le connivenza tra politica ed economia,
e tra politica e finanza, sono troppo forti e troppo strette! Ed un cambiamento
in tale senso dovrebbe svilupparsi da una volontà comune europea, e non solo da
una volontà interna ad una sola nazione. Ma sollevare il problema finanziario
ed evidenziare il dente cariato nella compagine della crisi internazionale (vi
sono più denti cariati come comportamento errato su più livelli della società e
della politica che hanno contribuito e che contribuiscono a conclamare l’ascesso)
è comunque una cosa buona.
Modificare l’attuale governo,
ed arrivare ad un nuovo governo con un nuovo leader di Presedente del Consiglio
senza passare per nuove elezioni, rappresenta certamente un ulteriore
fallimento della politica. Prima di tutto perché la politica non è stata
capace di gestire la società negli anni precedenti, secondo perché non è stata
capace di gestirla in questo momento di crisi, e terzo perché non riesce ad
apportare ancora le riforme necessarie al proprio interno e ad una migliore
impostazione all’interno dei vari settori della società, ed ancora, fallimento
perché la classe politica dimostra di non essere capace di esistere attraverso
un avallo popolare. Prima il governo tecnico Monti, poi il governo Letta, arrivato
però dopo regolari elezioni, delle quali
ricordiamo lo stallo post elettorale, ed ora un nuovo governo che si
sostituisce al precedente per fare ciò che da mesi si prova a fare, ma senza
passare per nuove elezioni.
Riguardo la riforma elettorale personalmente
sono contraria al bipolarismo, soprattutto per come è stato gestito negli
anni precedenti (vedi mio post IL BIPOLARISMO HA FALLITO) e favorevole al
proporzionale puro senza premio di maggioranza e senza alleanze di coalizione
(vedi mia Proposta di Riforma del sistema politico ed elettorale italiano). Ma data la consapevolezza
dell’incapacità dell’essere umano di gestire la sua democrazia, approdare ad un
altro sistema che garantisca governabilità è inevitabile.
A fine riunione il PD vota favorevolmente alla formazione di
un nuovo governo a guida Renzi. Ovviamente questa è solo l’opinione del PD. Per
avere un nuovo governo sono necessarie altre condizioni, le dimissioni di
Letta, o la sfiducia nei suoi riguardi da parte del Parlamento.
Angela Pensword 13/02/2014
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