sabato 15 febbraio 2014

LA STAFFETTA TRA LETTA E RENZI

13/02/2014 - Nei giorni scorsi si è parlato di un avvicendamento tra Letta e Renzi alla guida del governo. Si tratta di una ipotesi. In queste ore si sta svolgendo la direzione del PD a Montecitorio, che dovrebbe portare ad un chiarimento al riguardo. Renzi e la maggioranza del PD hanno sempre appoggiato Enrico Letta. Difatti la direzione del PD riconosce il lavoro di Letta e la massima volontà nell’operato svolto per perseguire gli obiettivi del governo. Le critiche sono riferite ad una troppa lentezza nella gestione  del governo del Paese e in una poca incisività nel proporre e perseguire le riforme. Nel corso dell’incontro Renzi dice chiaramente che “la riunione di oggi non sarà un processo al governo … si tratta di capire se siamo in condizione di aprire una pagina nuova”, e prospetta due ipotesi. La prima prevede le elezioni, ma “non vi è ancora una normativa elettorale che garantisca una certezza di vittoria elettorale agli uni o agli altri”, e per una conseguente instabilità Renzi esclude questa strada. La seconda prevede la trasformazione di questa legislatura in una legislatura costituente, con l’obiettivo di arrivare al 2018.
Personalmente sarei favorevole a mantenere il governo Letta, a patto che venissero fatte le riforme necessarie (che è sempre stata anche la posizione di Renzi). Se tale incisività del governo non fosse possibile (come pare non sia), e non fosse possibile andare al voto per la mancanza di una legge elettorale decente, e si avvicendasse un nuovo governo, allora il governo che si formerà dovrebbe essere un governo di scopo (sarebbe di fatto il terzo), e non un governo di legislatura. L’obiettivo dovrebbe essere quello di fare presto una nuova legge elettorale (italicum o altro) e poi andare ad elezioni arrivando ad un governo avallato dal popolo.
Perché questo cambio ora tra Letta e Renzi? Non si ha fiducia di avere l’approvazione di una nuova legge elettorale?  Si pensa che i tempi siano lunghi per le riforme e che il governo attuale sia sfiancante per l’Italia?  Enrico Letta ha detto una cosa molto giusta nei giorni scorsi: “ Se il governo è stato finora lento nel fare alcune cose non è colpa mia, ma dell’intera politica”. Questa è una grande verità, perché è l’insieme della classe politica che gestisce il Paese, ed è l’insieme della classe politica che continua a non volere cambiare mentalità, e a non volere intaccare quei meccanismi di gestione, interni ed esterni alla politica, che andrebbero intaccati. Perché con Renzi dovrebbe essere più possibile fare le riforme rispetto che con Letta? Renzi si troverà a capo di un governo comunque formato da larghe intese, senza avere vinto delle elezioni, senza avere una stabilità sicura di governo, ma sotto il ricatto dei partiti, ed avendo comunque a che fare con la stessa ciurma parlamentare con la quale aveva a che fare Letta. Le riforme passeranno a colpi di fiducia? (È un’alternativa anche quella, ma che non può essere utilizzata a lungo). Una cosa è certa: se Renzi si sostituirà a Letta senza passare per elezioni M5S avrà pane da mordere nei confronti di Renzi. Non solo, più parti politiche accuseranno molto duramente il segretario del PD di essersi appropriato di Palazzo Chigi senza passare per le elezioni, anche se la eventuale decisione di Renzi fosse stata presa in modo più che leale e trasparente e costruttivo per le riforme e per il bene del Paese.
L’italia ha bisogno che la finanza italiana, europea e globale, si comporti diversamente. Quale forza politica può essere così forte da chiedere all’Europa cambiamenti in questo senso? Nessuna! Assolutamente nessuna! Le connivenza tra politica ed economia, e tra politica e finanza, sono troppo forti e troppo strette! Ed un cambiamento in tale senso dovrebbe svilupparsi da una volontà comune europea, e non solo da una volontà interna ad una sola nazione. Ma sollevare il problema finanziario ed evidenziare il dente cariato nella compagine della crisi internazionale (vi sono più denti cariati come comportamento errato su più livelli della società e della politica che hanno contribuito e che contribuiscono a conclamare l’ascesso) è comunque una cosa buona.
Modificare l’attuale governo, ed arrivare ad un nuovo governo con un nuovo leader di Presedente del Consiglio senza passare per nuove elezioni, rappresenta certamente un ulteriore fallimento della politica. Prima di tutto perché la politica non è stata capace di gestire la società negli anni precedenti, secondo perché non è stata capace di gestirla in questo momento di crisi, e terzo perché non riesce ad apportare ancora le riforme necessarie al proprio interno e ad una migliore impostazione all’interno dei vari settori della società, ed ancora, fallimento perché la classe politica dimostra di non essere capace di esistere attraverso un avallo popolare. Prima il governo tecnico Monti, poi il governo Letta, arrivato però dopo regolari elezioni, delle quali  ricordiamo lo stallo post elettorale, ed ora un nuovo governo che si sostituisce al precedente per fare ciò che da mesi si prova a fare, ma senza passare per nuove elezioni.
Riguardo la riforma elettorale personalmente sono contraria al bipolarismo, soprattutto per come è stato gestito negli anni precedenti (vedi mio post IL BIPOLARISMO HA FALLITO) e favorevole al proporzionale puro senza premio di maggioranza e senza alleanze di coalizione (vedi mia Proposta di Riforma del sistema politico ed elettorale italiano). Ma data la consapevolezza dell’incapacità dell’essere umano di gestire la sua democrazia, approdare ad un altro sistema che garantisca governabilità è inevitabile.
A fine riunione il PD vota favorevolmente alla formazione di un nuovo governo a guida Renzi. Ovviamente questa è solo l’opinione del PD. Per avere un nuovo governo sono necessarie altre condizioni, le dimissioni di Letta, o la sfiducia nei suoi riguardi da parte del Parlamento.  

Angela Pensword   13/02/2014 

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