domenica 9 marzo 2014

CASO MARÒ

Se l’india vuole utilizzare i nostri marò come capro espiatorio, o meglio, come agnelli sacrificali, per coprire qualcuno ed evitare dei problemi interni, allora l’unico modo per farle cambiare idea al riguardo  oltre ad  impostare bene il processo è fare in modo che le problematiche che abbia proseguendo con la propria condotta processuale siano peggiori di quelle che vuole evitare. Ma è evidente che per fare ciò non basta la sola forza dell’Italia, con tutte le giuste motivazioni ed argomentazioni che possano invalidare il processo così portato avanti dall’India. Ci vuole anche l’appoggio politico dell’Europa che porti nell’insieme a delle sanzioni economiche nei confronti dell’India. Insomma, l’Italia non può subire una ingiustizia simile né tanto meno farla subire a suoi due militari che non hanno fatto ciò di cui vengono accusati all’interno di un processo che fa acqua da diverse parti. A questo punto, per risolvere la situazione, che finora purtroppo non ha dato esito positivo, più che avere rapporti diplomatici riferiti alla questioni con l’India, bisognerebbe avere rapporti volti a cercare alleanza nella difficile situazione con gli altri paesi dell’Europa. Europa che al riguardo non può voltare la faccia da un’altra parte, come invece ha finora fatto anche quando interpellata. Un’ulteriore denuncia in sede europea della questione, supportata di tutte le incongruenze che i evincono del processo, e dalle prove a favore dei nostri marò, potrebbe forse smuovere la situazione. È anche vero che se tale carta fallisse, fallirebbe anche un’importante prova di collaborazione unitaria per una giusta causa in ambito europeo. L’india dovrebbe cambiare atteggiamento, e chi ha manipolato volontariamente le cose a nostro svantaggio sarà pur capace di ripristinare la verità, salvando con dignità ed onore (e scuse sarebbero apprezzate) i nostri due marò, riuscendo a salvare anche se stessi. Quella parte dei diplomatici indiane corretti, quella parte dell’india giusta, dovrebbe spingere per far giustizia internazionale, e salvare anche la faccia all’India che al riguardo non sta facendo una buona immagine. Possibile che non vi siano rivali politici in grado di utilizzare questa assurda manovra  a vantaggio loro e dei nostri marò? Possibile che oltre ai guai politici interni ci dobbiamo sorbire anche quelli esteri?   


Angela Pensword 07/03/2014 

2 commenti:

  1. Ho seguito molto il caso, e in effetti c'è un contrasto tra il Ministero degli esteri e quello dell'interno indiani. Mettici pure che in primavera ci sono le elezioni politiche, dunque sono utilizzati anche come oggetto della campagna elettorale.
    Comunque, è una vergogna che da 2 anni e passa il processo non sia ancora partito.

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    1. Già. E' sul serio una vergogna. Forse dopo le elezioni politiche indiane si sbloccherà qualche cosa. Comunque l'India ha fatto una pessima figura per come ha gestito finora il caso. E anche l'Italia. Rimango dell'idea che quando i due marò erano tornati in Italia per una licenza con la promessa di tornare (non si poteva certo promettere di non tornare) abbiamo sbagliato a rimandarli indietro. L'unico sussulto di dignità del governo italiano di allora sul caso era stato proprio quello di non rimandarli a casa i marò, ma poi il ministro degli esteri è stato sgridato per quella sua iniziativa e i nostri due marò sono tornati in India, o per motivi di interesse economico, o per motivi di facciata, o perché l'Italia ha un margine di sopportazione alle pressioni molto basso. Se li avessimo trattenuti a casa avremmo già risolto la questione. Rispettare gli accordi diplomatici con un Paese che non rispetta i propri accordi e che manda avanti le indagini in modo non comprensibile? Non avrebbe senso. Si sarebbe aperta una questione diplomatica? Per quel che mi riguarda la questione diplomatica la aveva ingiustamente aperta l'India richiamando ingiustamente la nave italiana dalle acque internazionali e trattenendo ingiustamente i marò nel Paese attraverso un processo gestito nel modo che oramai tutti sanno. Ma la soluzione non è ancora a breve termine ...

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