venerdì 7 marzo 2014

MILANO: ASSOLTE IN APPELLO LE BANCHE NEL PROCESSO PER TRUFFA CON I DERIVATI

La Corte d’Appello di Milano ha rivoltato la precedente sentenza nel processo per derivati assolvendo le banche coinvolte, Deutsche Bank, Depfa Bank, Ubs, e Jp Morgan, ed i relativi manager in questione. Questa sentenza, purtroppo, senza entrare nel merito del giudizio, premia una mentalità finanziaria errata. Ma anche se in passato alcune procedure finanziarie erano permesse e legali, oltre che attuate, non vuole dire che debbano essere permesse e legali anche in futuro. Quindi, anche se vi è stato il proscioglimento (in base alla legge) di tali comportamenti, sarebbe il caso in futuro di modificare delle mentalità finanziarie ed economiche che puntano troppo e solamente al lucro, oltrepassando l’economia virtuale e accostandosi in alcuni casi al gioco d’azzardo (ma non era vietato?). Purtroppo la riflessione è sempre la stessa: si conoscevano anche prima i rischi dei prodotti derivati, ed anche se vi sono alcuni più rischiosi di altri, tali prodotti non andavano comprati, ma prima ancora non andavano proposti. Essi rappresentano l’esasperazione dell’economia bancaria e finanziaria, e con essi si è decisamente superato il limite. Più che altro ci si dovrebbe porre una domanda: “quale deve essere la funzione delle banche?”  ed ancora: “fino a quali rischi le banche devono garantire i propri clienti e se stesse?” (che garantiscono se stesse non vi è dubbio!). Nel vorticoso processo umano di esasperare ogni proprio risvolto sociale, soprattutto quando questo si traduce in un risvolto economico (ma l’ottimizzazione è di per se un processo mentale umano), l’uomo arriva spesso all’esasperazione, trasformando un processo produttivo valido in un’ aberrante caricatura di se stesso. Spero che l’uomo impari dai propri errori, all’interno di una memoria storica sociale (dovrebbe essere così). Ma mentre si aspetta che ciò accada, delle serie norme restrittive contro una economia finanziaria esasperata ed aberrante ed a favore di una economia finanziaria e bancaria più etica sarebbero auspicabili. Ora  ci sono altre domande da porsi: “c’è la volontà di farle queste norme? Quante implicazioni comportano? Quante economie straniere sono coinvolte in tale procedure in un mondo globalizzato prima di tutto da un punto di vista finanziario? Vi è la volontà internazionale di regolamentare meglio tale disciplina?”. Pare evidente che anche se non c’è la volontà dall’alto ci dovrebbe essere la volontà dal basso. E pare evidente che l’uomo dovrebbe migliorare se stesso anche in tale settore. Ma il potere finanziario è in mano di pochi, e questi pochi non hanno interesse a giocare a scacchi diversamente. Gli altri, a cominciare da chi lavora in banca nei vari livelli proponendo (inconsciamente ed incoscientemente) questi ed altri prodotti, sono solo pedine. A questo piatto, già ricco di per sé, ci si aggiunge la connivenza tra i vari poteri, in questa veste (come in altre) complici. 

Angela Pensword 06/02/2014  

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