Perché una donna maltrattata rimane con il proprio compagno o
marito aguzzino? Forse ci sono più motivi e più difficoltà. E se ci si pensa
bene, mentre le difficoltà possono avere una base obiettiva, le motivazioni e
le paure hanno più una base emozionale e psicologica, oltre che culturale. Ci
sono donne che pensano che la propria vita sia quella, che non sia possibile
cambiarla, e che per salvare ciò che c’è di buono in essa bisogna accettare
tutto il cattivo che ne viene. In più ci sono uomini che, purtroppo, si sanno
fare perdonare, e donne che, purtroppo, perdonano. Inoltre, qualunque
cambiamento spaventa, anche il più giusto. Per questo decidere di cambiare
di punto in bianco la propria vita è di per sé qualche cosa che spaventa, anche
quando è una vita di sofferenze. Le difficoltà obiettive possono essere
la mancanza di un altro luogo dove andare, o la condanna da parte
della famiglia di provenienza o acquisita per la propria scelta di lasciare
il proprio uomo. In questo ultimo caso si tratta di un condizionamento
psicologico e culturale del quale, anche se condizionante, non bisognerebbe
tenere conto, per rispetto della propria vita e della propria persona.
Bisognerebbe insegnare alle persone ad avere rispetto di se stesse, in conseguenza
il pretendere rispetto dagli altri sarebbe più automatico. Contemporaneamente
bisognerebbe insegnare ad avere rispetto degli altri, in questo modo anche i
maltrattamenti diminuirebbero in parte. Un’altra difficoltà potrebbe essere
quella della gestione dei figli, della separazione da loro, e delle difficoltà
che essi potrebbero incontrare nella nuova vita di coppia separata dei
genitori. Ma oltre alle difficoltà forse tali ragazzi potrebbero avere anche
dei notevoli vantaggi. Ma il discorso è senza dubbio molto più vasto e più
complesso. E sarebbe riduttivo volerlo trattare in questa sede. La speranza e
l’obiettivo sociale dovrebbe essere quello di formare famiglie nelle quali ci
sia sempre un maggiore rispetto, e nelle quali ci sia anche la consapevolezza
che quando le cose non vanno, prima di arrivare ingiustamente alle mani, è
molto meglio andare serenamente ognuno per la propria strada. Questa ultima
soluzione presuppone divorzi più civili, mogli e mariti che arrivano più
serenamente alla decisione di separarsi e che possano parlarne con il compagno,
e magari risolvere nuovamente i propri problemi (ma questo è un altro
argomento), e uomini e donne che accettano più serenamente la scelta del
partner di separarsi (e questo è invece un argomento in tema in quanto il non
accettare e il non rispettare la volontà dell’altro sfocia spesso in episodi di
stalking e di femminicidio, ed è indice di patologie fisiche o psicologiche o
culturali o semplicemente comportamentali, problematiche che si evidenziano
anche dopo che una donna ha deciso di lasciare il proprio aguzzino). In
definitiva pare evidente che ci vuole maggiore educazione al rispetto
reciproco e personale, e ciò si può e si dovrebbe fare nelle scuole, e che
ci vuole un maggiore sostegno alle donne che hanno la forza e la dignità di
ribellarsi ad un uomo che un tempo dimostrava loro amore ed ora dimostra
loro oppressione. Ma il sostegno dovrebbe essere dato a tutta la famiglia,
figli e marito compreso. Forse, se contemporaneamente alla denuncia di
maltrattamento, l’uomo fosse obbligato a frequentare un corso di sedute
terapeutiche per migliorare il proprio comportamento, quest’ultimo potrebbe
migliorare, se non per l’attuale compagna,per la prossima (vi sono però casi
irrecuperabili). Il sostegno alle donne
si dà anche con una maggiore possibilità data alle forze dell’ordine di
intervenire, e quindi incentivando i mezzi di tali forze. La tutela delle
donne che denunciano il proprio uomo aguzzino, e la possibilità di
controllo e di arginare il comportamento oppressivo di quest’ultimo dopo la
denuncia, è ancora troppo blanda. Una problematica generale è proprio che unitamente ai tagli che vengono
fatti nei vari settori della società vengono fatti tagli anche alle forze
dell’ordine che dovrebbero invece garantire la sicurezza generale dei cittadini
(ma anche questo è un altro ampio discorso).
Angela
Pensword 07/02/2014
E ci sono anche donne che non sanno proprio stare da sole. Io ne ho conosciute un paio. Non erano maltrattate, ma i rispettivi mariti le cornificavano alla grande. Umiliante, ma loro accettavano pur di non rimanere da sole. Ciao Angela. Ben tornata. Speriamo di risentirci e rivederci presto.
RispondiEliminaSi, hai ragione. E' un aspetto delle donne che non avevo considerato, derivante forse da una insicurezza e, come hai detto te, da un non sapere o non volere stare sole. ... P.s.: Grazie!
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