domenica 9 marzo 2014

UCRAINA: LE TENSIONI INTERNE FANNO DA DETONATORE AD INTERESSI INTERNAZIONALI

La crisi politica ucraina ha determinato un braccio di ferro tra Usa ed Urss, con soffi di vento che ricordano la guerra fredda. Le tensioni tra Russia e Usa aumentano nei giorni. Si parla di sanzioni reciproche. Anche l’Ue si è messa in mezzo a questa situazione, e ha deciso di boicottare come rappresentanza politica le paraolimpiadi di Sochi . Putin ritiene che la destituzione dell’ex Presidente ucraino Viktor Yanukovich sia il risultato di un golpe, ed allo scopo di tutelare la popolazione russa presente in Ucraina (questa è la versione ufficiale) ha mandato diverse truppe a presidiare parte della penisola di Crimea. La Russia richiede la riscossione dei propri crediti e Gazprom (compagnia energetica russa) aumenta il prezzo di vendita del gas  a Kiev.  Gli Usa assicurano il proprio sostegno all’Ucraina. Il 06 febbraio il Parlamento della Crimea approva l’istituzione di un referendum attraverso il quale la popolazione della Crimea deciderà se annettersi alla Russia o se rimanere sotto Kiev, che si terrà il 16 marzo.  D’altra parte sia Obama e sia il Consiglio Europeo giudicano incostituzionale il referendum deciso dalla repubblica autonoma della Crimea. La NATO pensa di sostenere la capacità militare dell’Ucraina. UE ed Usa chiedono a Mosca di ritirare le truppe e di considerare il governo ucraino come regolare interlocutore. Viene ipotizzata da parte Usa la possibilità di disertare il G8, e da parte europea di annullare il vertice Ue-Russia.  Putin schernisce le minacce europee.  L’08 marzo viene occupata da uomini russi una postazione militare nella città di Simferopoli, e non viene permesso l’ingresso in Crimea agli osservatori dell’Ocse. E la tensione cresce, tra incomprensioni e diversi punti di vista, nonostante tutte le parti auspichino una soluzione diplomatica.   

Insomma la situazione è veramente delicata, non tanto da un punto di vista interno alla Ucraina, ma da un punto di vista internazionale. Le tensioni interne all’Ucraina corrono il rischio di condizionare negativamente gli equilibri internazionali. E le tensioni interne alla nazione non sono di facile soluzione, anzi, per certi versi si complicano. Anche se la popolazione della Crimea volesse essere ammessa alla Russia il ministro degli esteri di Kiev Andriy Doshitsya ha già chiarito le intenzioni dell’Ucraina nei confronti della penisola di Crimea “ Noi non la lasceremo a nessuno e faremo in modo che i confini dell'Ucraina rimangano intatti".
Ma cosa c’è di così interessante nel territorio dell’Ucraina e nella penisola della Crimea da suscitare l’interesse internazionale e l’immediato intervento di solidarietà alla popolazione di origine russa da parte della Russia? In realtà alla base c’è un interesse economico ed energetico. Al riguardo segnalo l’interessante articolo di Luca Lippera sul Messaggero dell’08 marzo 2014

Probabilmente, nell’equilibrio della scacchiera internazionale, ogni Paese è un quadro della scacchiera. In ogni caso le scelte della popolazione dell’Ucraina e quelle della penisola ucraina della Crimea andrebbero rispettate da qualunque potenza mondiale, Russia e Usa comprese. Quando le varie Nazioni, e le diverse potenze, avranno imparato a pensare maggiormente a ciò che capita in casa loro, e di meno a ciò che capita in casa di Nazioni a loro vicine e lontane, e quindi ad intromettersi di meno, il mondo sarà più in pace. Ma gli interessi propri spesso vanno oltre i propri confini. Forse solo il trovare presto una legalità istituzionale post crisi con delle elezioni politiche (fissate già per maggio), ed un referendum che coinvolga l’intera Ucraina, potrebbero agevolare il ripristinarsi anche degli equilibri internazionali (togliamo l’osso dalla vista  dei cani).   Solo l’intera popolazione ucraina può risolvere la situazione. Diplomazia e buon senso internazionale possono fare da bicarbonato a questa situazione acida. Al riguardo, anche l’eventuale risultato positivo di annessione alla Russia della penisola di Crimea a seguito del referendum del 16 marzo potrebbe essere una soluzione possibile se legittima.  

Angela Pensword  08/03/2014  

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