Spesa pubblica. Più che di spesa pubblica, preferirei
parlare di spesa politica, o meglio
di quanto ci costano i politici e alcuni apparati. Negli anni passati ci sono
stati enti, apparati, e persone, che si sono appoggiate alla spesa pubblica
come parassiti, contribuendo ad essere essi costi della politica, e di
conseguenza costi di tutti ed in quanto tali spesa pubblica. Quindi sono questi
costi di spesa pubblica che devono diminuire drasticamente. Ma se per spesa
pubblica si intende sanità istruzione e sicurezza, tali costi non possono
diminuire, ma devono aumentare. È ovvio che ci vuole l’ottimizzazione, e
soprattutto bisogna evitare le mazzette e quei passaggi ed intrallazzi che
portano a far costare un servizio od un materiale sanitario molto di più del
dovere, e ad una qualità inferiore. Non bisogna certo diminuire gli ospedali od
i servizi o per poter garantire ancora appalti a conoscenti e mafiosi in cambio
di voti o denaro. Come non si può, in una società dove il crimine e la
corruzione dilagano, non aumentare gli investimenti e l’organico alle forze
dell’ordine ad all’intelligence. Quindi, invertiamo la rotta. Non diminuiamo più
i piccoli ospedali come invece si sta facendo da qualche anno a questa parte
(non è una colpa del governo Renzi), ed andiamo a cercare il marcio. Una
società nella quale vi è meno corruzione, meno spesa politica e meno spesa pubblica
inutile, meno intermediari e mediazioni nei passaggi, più servizi, e più
sicurezza, è inevitabilmente una società più sana, sia come espressione della
società stessa, e sia economicamente.
Angela Pensword 23 gennaio 2015
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