domenica 9 ottobre 2016

Primo round tra Hilary e Donald

27-09-2016. Si è svolto il primo confronto pubblico tra Hilary Clinton e Donald Trump, candidati alla Casa Bianca. Le domande del moderatore sono semplici e scontate, come semplici e conosciute sono le problematiche che il nuovo presidente si troverà a gestire, mentre difficili sono le soluzioni. Indipendentemente dai contenuti, Trump risulta da subito più concreto ed incisivo durate il confronto, almeno nel modo di porsi dell’atteggiamento mediatico. Hilary cade nelle trappole, e va a ricasco di Trump: è Trump che conduce il discorso. Ma quando Hilary sguaina le unghie, attacca e risponde a tono, lascia Trump graffiato appoggiato al leggio. Tanti i temi trattati, dall’economia, al fisco, alle questioni internazionali.  A sentirli parlare sembra che l’America abbia gli stessi nostri problemi, comprese le industrie che lasciano il Paese. L’evidenza delle problematiche che coinvolgono una grande potenza mondiale ed economica non possono non fare riflettere sulla debolezza e fragilità globale dell’uomo nella propria società contemporanea in ambito finanziario, di relazioni e di impostazioni, di gestione delle risorse umane ed ambientali. Trump disegna una situazione negativa per l’America, e condanna le scelte fatte finora dall’amministrazione Obama. Hilary Clinton difende le scelte fatte evidenziando come hanno permesso al Paese di iniziare a riprendersi, e propone per il futuro maggiori investimenti nelle energie pulite. Trump parla di sistema fiscale, ed è un argomento importante, come lo è da noi. Trump evidenzia la realtà delle industrie che delocalizzano la loro attività fuori dagli USA, e riconduce questa situazione alla tassazione non concorrenziale presente nel Paese americano. Al riguardo, oltre a pensare ad una tassazione per chi produce all’estero “se pensano di portare i prodotti senza pagare una tassa quando li fanno entrare sbagliano. Tasseremo chi delocalizza”, propone un abbassamento delle tasse sul territorio dal 35% al 15% per le piccole e medie imprese. L’analisi di Clinton sulla proposta fiscale di Trump è molto critica, e prospetta una nuova crisi economica collegata alla visione di Trump. (Ad essere precisi ad avere contribuito molto alla crisi economica americana e globale e stata un’economia virtuale portata all’eccesso su scala finanziaria. Diciamo però che anche da noi meno pressione fiscale sulle industrie medie, piccole e grandi e sui cittadini, non sarebbe affatto male). In definitiva Hilary garantisce un sistema fiscale migliore, ma non entra nello specifico, evidenziando l’obiettivo di volere avvantaggiare e fare crescere la classe media. Per Trump bisogna invece evitare che le aziende vadano all'estero, e propone un abbassamento della pressione fiscale per le aziende. Penso che dovrebbero fare entrambi i propositi. Un esempio nel quale l’unione tra una ipotetica maggioranza ed una ipotetica opposizione farebbe la forza. (ipotetica appunto). Giusta l’osservazione di Hilary sulla possibilità di conflitto di interesse per i candidati alla Casa Bianca, ed alla necessità per questo di conoscere le dichiarazioni dei redditi. Non sono mancate le reciproche bordate. Trump ha ricordato la mole di e-mail perse dalla Clinton. Hilary evidenzia quanto in fatto di politica estera Trump abbia la memoria corta su scelte fatte da lui stesso. Tra le unghiate di Hilary anche l’accusa a Trump di non avere pagato migliaia di persone dopo averle fatte lavorare, e di considerare in modo negativo e limitato la donna e le problematiche che incontra nel mondo del lavoro (certo che se Trump avesse detto sul serio quelle cose sulle donne sarebbe grave …).  In relazione ai conflitti razziali, tra i quali quelli che scuotono l’America nei recenti fatti tra afroamericani e polizia, per Trump ci vogliono più Legge e Odine, più polizia, ed una gestione migliore della società, e migliori rapporti tra la comunità e la polizia. Su quest’ultimo punto è d’accordo con la Clinton.  La Clinton evidenzia invece quanto sia importane agire a livello di società: investire in risorse riaddestrando il personale di polizia, un piano sistematico che riduca i crimini, e ridurre l’uso delle armi dalle mani di chi non ne dovrebbe avere.  (questo ultimo punto lo vedo come una cosa molto nebulosa, considerando che chi non dovrebbe avere armi è l’individuo sociale che per comportamento e quotidianità criminale o mentalità è anche il più propenso a procurarsele per vie non regolari). (Gestire il mondo non è una cosa facile, soprattutto un mondo complesso come la realtà americana. Alcune soluzioni proposte sembrano destinate a rimanere nel regno dei sogni, come una riforma della giustizia penale proposta da Hilary). Per Trump la NATO potrebbe essere obsoleta. Per lui l’America paga troppo ed in genere si occupa di salvare gli altri. Rimane comunque a favore della NATO. Vorrebbe che tutta la NATO andasse in Medio Oriente a sradicare l’IS.( … Hei ragazzi! Questa è la terza guerra mondiale! …) Inoltre, per Trump bisogna rinegoziare gli accordi commerciali, come quelli con l’Arabia Saudita, e con gli altri Paesi.  In definitiva si vede una mentalità molto commerciale da parte di Trump, improntata sul peso del denaro, sia per quanto riguarda l’America nel suo interno, e sia per quanto riguarda l’America nei propri rapporti con i paesi esteri. Da parte di Hilary invece la mentalità  si potrebbe collocare in una visione più allargata e curante degli equilibri internazionali. È vero che tali equilibri talvolta nascondono interessi commerciali di pochi. Ma è ancora più vero che andare a modificare contemporaneamente più equilibri internazionali in un momento nel quale il mondo è sul filo del rasoio corrisponde a tagliarsi la giugulare. Ecco perché la politica estera di Trump risuona, in generale, a detta di alcuni analisti esterni, come evidenziato anche in passato, potenzialmente pericolosa. Anche per quanto riguarda su come affrontare la questione dell’IS la visione di Hilary è più ampia ed equilibrata. ... Ma in relazione ai pozzi di petrolio Trump ha ragione (infatti un atteggiamento mondiale meno dipendente dal petrolio sarebbe di fatto migliore in tutti i sensi. Ma è anche vero che, in fatto di interessi, Trump non è migliore degli altri). Clinton è stanca. Invece di smontare le argomentazioni di Trump, attaccare, e condurre il gioco, Hilary si limita a rispondere, spesso sulla difensiva, e rimanendo in genere sul superficiale (a mia analisi), e solo talvolta andando in profondità. In generale poteva fare meglio dal punto di vista del grip emozionale. Ma è una persona fatta di carne, soggetta allo stress della campagna elettorale, e reduce da una problematica di salute. Ciò nonostante, gli ascoltatori premiano una conduzione più pacata e preparata di Hilary Clinton, seppure stanca, ad un arrembaggio spavaldo e sicuro, ma non sempre puro ed affidabile nelle proprie affermazioni nel passato, di Donald Trump. I sondaggi post  diretta evidenziano una netta percentuale di gradimento a favore d Hilary. Ma staremo a vedere. Il confronto ha evidenziato due visuali totalmente diverse su quasi tutte le questioni. 

Angela Pensword 

27/09/2016 

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