27-09-2016. Si è svolto
il primo confronto pubblico tra Hilary Clinton e Donald Trump, candidati alla Casa Bianca. Le
domande del moderatore sono semplici e scontate, come semplici e conosciute
sono le problematiche che il nuovo presidente si troverà a gestire, mentre
difficili sono le soluzioni. Indipendentemente dai contenuti, Trump risulta da
subito più concreto ed incisivo durate il confronto, almeno nel modo di porsi
dell’atteggiamento mediatico. Hilary cade nelle trappole, e va a ricasco di
Trump: è Trump che conduce il discorso. Ma quando Hilary sguaina le unghie, attacca e risponde a tono, lascia Trump graffiato appoggiato al leggio. Tanti i temi trattati, dall’economia, al fisco, alle
questioni internazionali. A sentirli
parlare sembra che l’America abbia gli stessi nostri problemi, comprese le industrie
che lasciano il Paese. L’evidenza delle problematiche che coinvolgono una
grande potenza mondiale ed economica non possono non fare riflettere sulla
debolezza e fragilità globale dell’uomo nella propria società contemporanea in
ambito finanziario, di relazioni e di impostazioni, di gestione delle risorse
umane ed ambientali. Trump disegna una situazione negativa per l’America, e
condanna le scelte fatte finora dall’amministrazione Obama. Hilary Clinton difende
le scelte fatte evidenziando come hanno permesso al Paese di iniziare a
riprendersi, e propone per il futuro maggiori investimenti nelle energie pulite. Trump parla di sistema fiscale, ed è un argomento
importante, come lo è da noi. Trump evidenzia la realtà delle industrie che
delocalizzano la loro attività fuori dagli USA, e riconduce questa situazione
alla tassazione non concorrenziale presente nel Paese americano. Al riguardo,
oltre a pensare ad una tassazione per chi produce all’estero “se pensano di
portare i prodotti senza pagare una tassa quando li fanno entrare sbagliano. Tasseremo chi delocalizza”, propone un abbassamento delle tasse
sul territorio dal 35% al 15% per le piccole e medie imprese. L’analisi di
Clinton sulla proposta fiscale di Trump è molto critica, e prospetta una nuova
crisi economica collegata alla visione di Trump. (Ad essere precisi ad avere
contribuito molto alla crisi economica americana e globale e stata un’economia
virtuale portata all’eccesso su scala finanziaria. Diciamo però che anche da
noi meno pressione fiscale sulle industrie medie, piccole e grandi e sui cittadini,
non sarebbe affatto male). In definitiva Hilary
garantisce un sistema fiscale migliore, ma non entra nello specifico,
evidenziando l’obiettivo di volere avvantaggiare e fare crescere la classe
media. Per Trump bisogna invece evitare che le aziende vadano all'estero, e
propone un abbassamento della pressione fiscale per le aziende. Penso che
dovrebbero fare entrambi i propositi. Un esempio nel quale l’unione tra una
ipotetica maggioranza ed una ipotetica opposizione farebbe la forza. (ipotetica
appunto). Giusta l’osservazione di Hilary sulla possibilità di conflitto di
interesse per i candidati alla Casa Bianca, ed alla necessità per questo di
conoscere le dichiarazioni dei redditi. Non sono mancate le reciproche bordate.
Trump ha ricordato la mole di e-mail perse dalla Clinton. Hilary evidenzia
quanto in fatto di politica estera Trump abbia la memoria corta su scelte fatte
da lui stesso. Tra le unghiate di Hilary anche l’accusa a Trump di non avere
pagato migliaia di persone dopo averle fatte lavorare, e di considerare in modo
negativo e limitato la donna e le problematiche che incontra nel mondo del
lavoro (certo che se Trump avesse detto sul serio quelle cose sulle donne
sarebbe grave …). In relazione ai conflitti razziali, tra i quali quelli che scuotono l’America nei
recenti fatti tra afroamericani e polizia, per Trump ci vogliono più Legge e Odine,
più polizia, ed una gestione migliore della società, e migliori rapporti tra la
comunità e la polizia. Su quest’ultimo punto è d’accordo con la Clinton. La Clinton evidenzia invece quanto sia
importane agire a livello di società: investire in risorse riaddestrando il
personale di polizia, un piano sistematico che riduca i crimini, e ridurre
l’uso delle armi dalle mani di chi non ne dovrebbe avere. (questo ultimo punto lo vedo come una cosa
molto nebulosa, considerando che chi non dovrebbe avere armi è l’individuo
sociale che per comportamento e quotidianità criminale o mentalità è anche il più
propenso a procurarsele per vie non regolari). (Gestire il mondo non è una cosa
facile, soprattutto un mondo complesso come la realtà americana. Alcune
soluzioni proposte sembrano destinate a rimanere nel regno dei sogni, come una
riforma della giustizia penale proposta da Hilary). Per Trump la NATO potrebbe essere obsoleta. Per lui
l’America paga troppo ed in genere si occupa di salvare gli altri. Rimane
comunque a favore della NATO. Vorrebbe che tutta la NATO andasse in Medio
Oriente a sradicare l’IS.( … Hei ragazzi! Questa è la terza guerra mondiale! …)
Inoltre, per Trump bisogna rinegoziare gli accordi
commerciali, come quelli con l’Arabia Saudita, e con gli altri Paesi. In definitiva si vede una mentalità molto
commerciale da parte di Trump, improntata sul peso del denaro, sia per quanto
riguarda l’America nel suo interno, e sia per quanto riguarda l’America nei
propri rapporti con i paesi esteri. Da parte di Hilary invece la mentalità si potrebbe collocare in una visione più
allargata e curante degli equilibri internazionali. È vero che tali equilibri
talvolta nascondono interessi commerciali di pochi. Ma è ancora più vero che
andare a modificare contemporaneamente più equilibri internazionali in un
momento nel quale il mondo è sul filo del rasoio corrisponde a tagliarsi la
giugulare. Ecco perché la politica estera di Trump risuona, in generale, a
detta di alcuni analisti esterni, come evidenziato anche in passato,
potenzialmente pericolosa. Anche per quanto riguarda su come affrontare la questione
dell’IS la visione di Hilary è più
ampia ed equilibrata. ... Ma in relazione ai pozzi di petrolio Trump ha ragione
(infatti un atteggiamento mondiale meno dipendente dal petrolio sarebbe di
fatto migliore in tutti i sensi. Ma è anche vero che, in fatto di interessi,
Trump non è migliore degli altri). Clinton è stanca. Invece
di smontare le argomentazioni di Trump, attaccare, e condurre il gioco, Hilary si
limita a rispondere, spesso sulla difensiva, e rimanendo in genere sul
superficiale (a mia analisi), e solo talvolta andando in profondità. In
generale poteva fare meglio dal punto di vista del grip emozionale. Ma è una
persona fatta di carne, soggetta allo stress della campagna elettorale, e
reduce da una problematica di salute. Ciò nonostante, gli ascoltatori premiano
una conduzione più pacata e preparata di Hilary Clinton, seppure stanca, ad un
arrembaggio spavaldo e sicuro, ma non sempre puro ed affidabile nelle proprie
affermazioni nel passato, di Donald Trump. I sondaggi post diretta evidenziano una netta percentuale di
gradimento a favore d Hilary. Ma staremo a vedere. Il confronto ha evidenziato due visuali
totalmente diverse su quasi tutte le questioni.
Angela Pensword
27/09/2016
Angela Pensword
27/09/2016
Nessun commento:
Posta un commento