a gestione da parte dell’uomo dei mezzi che egli si crea, il divario tra l’evoluzione tecnologica e l’evoluzione civile e mentale umana, la maggiore capacità di dialogo tra i popoli, e una evoluzione etica in generale, sono le sfide principali che l’uomo contemporaneo deve compiere.
Il progresso tecnologico ha permesso la creazione di mezzi fino a pochi decenni fa inimmaginabili. Tra questi le armi di distruzioni di massa e sostanze inquinanti. È stato (ed è) come dare in mano ad un bambino di tre anni una pistola carica senza sicura. In meno di 100 anni l’essere umano nella sua globalità ha fatto subire all’ambiente e la Terra hanno subito cambiamenti e danni per una quantità ad una velocità molto elevata rispetto a ciò che poteva era stato e a ciò che poteva essere il naturale mutamento della Terra. Aumento demografico, consumo di suolo, guerre, inquinamento, sfruttamento delle risorse, sono solo alcune delle componenti e delle espressioni del percorso umano, e delle problematiche contemporanee. Ma il progresso non si può fermare, bisogna solo imparare a gestirlo. Progresso sarebbe, come auspicio, la buona gestione da parte dell’uomo di tutti i mezzi che egli si crea all’interno della società e della stessa società. Ci sono aspetti che devono spingere l’uomo a migliorare non solo nella gestione della materia, ma anche nella espressione di se stesso e nella impostazione ed espressione sociale. L’uomo è arrivato al “giro della boa”, all’”ultima chiamata” per cambiare direzione. Ma con ciò non auspico che l’uomo debba tornare indietro fino all’età della pietra, ma che prosegua il proprio percorso in una direzione positiva potendo, nel proprio complesso, ritenerci degni di chiamarci “persone”. Tale cambiamento dovrebbe avvenire a livello globale. Allora si arriva ad un’altra domanda, come impostare una società su tale direzione. La risposta è complessa e prevedere la considerazione di più fattori, quindi tornerò sulla risposta in seguito. Vorrei invece proseguire il discorso nell’ambito dei rifiuti.
All’interno delle sfide dell’uomo contemporaneo vi è la gestione dei rifiuti. Gli scarti che produciamo non sono più solo quelli che derivano da ciò che mangiamo, come era un tempo, ma anche scarti che derivano da materiali di uso quotidiano nel nostro stile di vita individuale o collettivo. Ecco che abbiamo i materiali di plastica, o altri materiali e sostanze che possono essere più o meno inquinanti, soprattutto se smaltite scorrettamente.
La produzione e lo smaltimento dei rifiuti sono un fattore talmente importante nella società contemporanea che per capirlo basta immaginare la sospensione del servizio di ritiro e gestione rifiuti. In caso di sospensione totale basterebbero poche settimane in una città per far diventare monumenti cittadini per grandezza non i monumenti storici ma cumuli di immondizia costituiti da sacchetti maleodoranti di rifiuti (siano essi differenziati e non), con simultaneo danno alla salute ed all’ambiente e rischio di epidemie.
Questo anche per evidenziare che il fattore “produzione” non è da sottovalutare, e vale non solo in termini di produzione rifiuti, ma anche in termini di produzione di manufatti finiti e loro lavorazione.
Guardando il mondo dall’oblò di un’astronave si può osservare che:
I rifiuti non si sa più dove metterli. Questo è il sintomo di qualche cosa che non funziona, sia in termini di produzione di materiali, sia in termini di smaltimento. È opera di una impostazione globale, nazionale, e territoriale, e di una mentalità sociale ancora troppo distante da una sensibilità ambientale, nonostante negli ultimi anni è sempre maggiormente cresciuto il sentimento di amore per l’ambiente nella popolazione come sono cresciute le normative e prassi al riguardo. È il risultato ma anche la base di consuetudini legate in tanti casi ad “interessi sporchi”. Le discariche non possono essere la soluzione al problema dei rifiuti. È come mettere la polvere sotto il tappeto! Ed è altamente inquinante, oltre che incivile.
Se l’uomo non impara a gestire i propri rifiuti ne verrà sommerso. Questa più che una profezia sembra l’incubo più oscuro che diventa realtà. Del resto lo è già da tempo. Basta pensare alle immense isole di plastica che si sono formate negli oceani. Ed altri esempi inquinanti, per rifiuti, ma anche non solo per essi, non mancano di certo. Oramai l’uomo di oggi, chiamiamolo pure tecnologicus, ma potremmo chiamarlo homo sordidus anche se non necessariamente la tecnologia sporca, è paragonabile come comportamento all’homo di Neanderthal che non suddivideva gli ambienti all’interno delle proprie caverne sporcando dove capitava, a differenza dell’homo sapiens. Forse necessitiamo di un ulteriore sviluppo, salto mentale, rispetto ad entrambi. La sensibilità ambientale è molto importante nel mondo presente e futuro.
Solo una gestione corretta delle proprie risorse e dei propri scarti permetterà all’uomo di evitare di fare ulteriori danni all’ambiente. Il divario tra il progresso tecnologico ed il progresso mentale umano è la caratteristica del periodo contemporaneo (dalla rivoluzione industriale in poi). Ciò riguarda tutti gli aspetti della società e delle sue relazioni, ed ha una negativa espressione anche nel settore dei rifiuti e nell’inquinamento.
Il super consumismo ha contribuito all’inquinamento globale e contribuisce alla produzione di rifiuti. La rincorsa al consumismo ed alla sovrapproduzione come sintomo di benessere sociale ed economico è sia un fuoco di artificio e sia un boomerang, in molte situazioni. Se è la produzione a creare inquinamento (fasi produttive, energia, consumo carburanti, nel caso dell’inquinamento atmosferico, ecc.) e lo è anche la post produzione (trasporto, utilizzo dei prodotti, scarti, ecc.), ad essere inquinante è proprio il prodotto anche quando viene realizzato secondo le normative (cosa fare poi del materiale quando non si usa più?). Ecco che ci troviamo milioni e milioni di pezzi di plastica, prodotti in base alle normative, disseminati lungo l’epidermide del Pianeta e nel suo organismo. Qui entra in gioco l’importanza delle 4 R , tra cui la pratica del riuso e la procedura del riciclo. Ma se le cose si riusano non se ne producono di nuove e allora l’economia non gira perché non c’è lavoro. La produzione di rifiuti è legata alla produzione di manufatti, che a sua volta è legata all’economia di un Paese. Allora si pone un altro dilemma: Come conciliare la produzione con l’economia e con l’ambiente? Forse producendo in un altro modo e realizzando altri prodotti finiti, se l’unica costante che non può cambiare è il fattore lavoro. Inoltre …
Pochi riflettono però sul fatto che anche riciclare ha un costo in termini di inquinamento e di consumo di energia e di acqua. È un po’ come un cane che si morde la coda.
La soluzione nel futuro è produrre sempre di più con materiali biodegradabili e naturali. Vi sono materiali naturali che possono essere utilizzati per la produzione di utensili di uso quotidiano, ma è una pratica ancora poco diffusa, come nel caso delle posate e stoviglie prodotte con la lolla di riso o come le tazzine prodotte con gli scarti del caffè.
Se l’uomo non impara a migliorare nella sua globalità non se ne esce fuori dal problema dell’inquinamento globale e dei rifiuti. Ciò che viene prodotto o smaltito male in una parte del mondo inquina anche l’altra parte del mondo dato che la Terra è unica.
Se globalmente ci fosse più sensibilità per una migliore impostazione etico ambientale nella produzione dei manufatti e nella gestione dei rifiuti i mondo potrebbe guardare al suo domani con più ottimismo. Attualmente, nonostante le intenzioni e gli sforzi, i rifiuti continuano ad aumentare e a sommergere la Terra.
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