lunedì 26 dicembre 2016

TRUMP NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI

(questo lo scrivevo il 9 ottobre 2016)


VINCE TRUMP 
Devo ammettere di essermi addormentata la notte delle elezioni presidenziali americane, e di essermi svegliata con questa scioccante notizia … TRUMP Presidente degli Stati Uniti d’America. … Hillary Clinton non mi fa impazzire, ma per esperienza ed equilibrio e carattere tra i due avrei preferito vincesse lei. (Meglio tra tutti era Obama). Ma Trump vince, ed anche bene, anche contro una parte del suo stesso partito, tirando a se molti voti da parte della popolazione. … Penso che bisogna domandarsi il perché di tale risultato, dato che Trump vince con i voti del popolo. Il popolo americano non è stupido, e se ha dato questa espressione di voto, a mio avviso di pancia, dei motivi ci saranno. L’America viene superficialmente vista come una Nazione senza problemi, invece di problemi ne ha, e molti. Evidentemente Trump ha saputo promettere ciò che molte persone volevano sentire dire. Ad esempio ascoltare chi lavora al confine con il Messico. Poi sul metodo di soluzione potrebbero anche non essere tutti d’accordo (anche la successiva proposta del muro è ridicola!). … Dall’altra parte c’è Hillary che non ha saputo convincere tutto l’elettorato che avrebbe potuto o dovuto sostenerla di più, magari i giovani, venendo vista come una della vecchia guardia, sintomo che anche in America c’è voglia di qualche cosa di nuovo che rompa gli schemi (solo che quando ci si focalizza solo questo non si vede poi il pericolo di fare cocci e danni!). Ho sentito in televisione un commento di analisi che mi è piaciuto, che evidenzia in tale risultato anche la rivalsa dell’elettorato bianco sull’elettorato ispanico al quale si era molto dedicata la Clinton. Il problema della convivenza tra culture diverse è un tema importante in America, anche se l’America è un Paese che è l’insegna di una nazione multietnica, caratteristica che è stata anche la sua ricchezza. Insomma ci sono tutti gli ingredienti per un minestrone esplosivo in America, e nel mondo, con la speranza che il cuoco sappia dosare in modo giusto i pezzi e chissà, magari rendere particolare ed inaspettato un piatto che presenta delle novità. … In più ci sono le questioni internazionali con le quali l’America deve continuare a confrontarsi. E Donald Trump ci ha fatto conoscere un uomo impulsivo e molto sicuro di se, con aspetti del carattere e del comportamento che lasciano talvolta perplessi. Sembra più un uomo che si è voluto prendere un giocattolo. Ed in America c’è qualcuno che lo identifica con Joker. Spero che la responsabilità lo faccia maturare nel caso l’impressione che abbiamo avuto di lui non sia stata errata. Come spero che il suo staff che lo sappia consigliare. … Il suo primo discorso non è male, dice che sarà il Presidente di tutti, tende la mano al dialogo, e promette di lavorare bene. … Spero trovi il modo di lavorare bene. … Se il nuovo smalto conciliante ed equilibrato propinato nel primo discorso è il vero Donald rispetto a quello che conoscevamo, allora potrebbe anche sorprenderci in positivo. … Comunque, staremo a vedere. … Un in bocca al lupo a tutti, agli americani, ma anche a noi in un mondo che è globale. …  09/11/2016
TRUMP se il buon giorno si vede dal mattino
Nelle ore immediatamente successive alla notizia che Donald Trump è uscito vincitore dalle urne si sono verificate in diverse città americane manifestazioni di disappunto da parte di chi vede in modo negativo tale risultato. Ma ormai le cose sono così, e non  si possono cambiare, ed in democrazia chi perde deve accettare il risultato, e chi vince deve comunque essere disposto al dialogo.  E così è stato. Durante il primo discorso Trump mostra una indole conciliante ed equilibrata, un po’ il contrario di quanto ci aveva abituato durante la campagna elettorale. I messaggi sono di dialogo e di unità. Stessa predisposizione e stile che ha mostrato durante l’incontro avvenuto con Obama, incontro giudicato in modo più che positivo da parte di entrambi. Questa tranquillità, comunque scontata e necessaria, ed anche parte del programma esposto in precedenza da Trump, fanno reagire bene le borse mondiali. Anche le manifestazioni si placano nel corse delle ore, forse rassegnati, o forse in parte rassicurati da questo nuovo style Trump. Anche i vari Paesi del mondo esprimono le proprie impressioni, accogliendo la scelta del popolo americano. La Russia fa giustamente notare che ha sempre pensato di porsi nello stesso modo con chiunque fosse stato il vincitore delle elezioni americane in un discorso di rapporti e dialogo tra Stati. Bisogna anche dire però che avere a che fare con una visione Clinton o con le sanzioni messe (indipendentemente dalle motivazioni per cui sono state messe) dalla impostazione Obama nei confronti della Russia sarebbe stato più complicato per la Russia. Quindi, per certi versi, l’elezione di Trump come Presidente degli Stati Uniti potrebbe servire a smorzare quell’aria da quasi guerra fredda alla quale per motivazioni e situazioni internazionali si era arrivati. In più si aprono mercati e possibilità economiche di scambio. Ciò viene evidenziato come un fattore positivo  anche per l’Italia e per l’Europa. Fino a qua sembrerebbe tutto bene, indirettamente. Ma come si gestiranno le questioni e i problemi internazionali? Non possiamo ancora saperlo. Fortunatamente le sorti del mondo non stanno nelle mani di un solo uomo. Ma certamente una potenza così importante  come lo sono gli Stati uniti ha un peso negli equilibri e nella gestione del mondo, ed anche le scelte nazionali hanno influenze esterne. La Francia desidera impostare subito un contatto su questioni e gestione di interesse comune. L’Europa, da quanto ha fatto intendere Trump, dovrà calibrare meglio alcune risorse, ed imparare a cavarsela maggiormente da sola, anche in fatto di armamenti. Il fatto che l’Europa maturi in generale è un fatto positivo per l’Europa stessa. Peccato che come maturità  e capacità interna ed estera l’Europa sia ancora molto indietro (e non i riferisco agli armamenti, anche se anche questi ultimi, in problematiche internazionali, potrebbero servire). Il Messico ha fatto invece già sapere che non ha alcuna intenzione di costruire alcun muro (difatti mi domando non solo come Trump abbia potuto sognare un muro, ma come abbia potuto pensare e dire che lo avrebbero pagato altri). Purtroppo tra le principali ed immediate modifiche che apporterà Trump nella gestione degli Stati Uniti vi è l’abolizione dell’Obama Care, che invece ha rappresentato un avanzamento di civiltà a livello sociale in una nazione avanzata per molti versi ma indietro nel settore della sanità pubblica.  Nubi sono previste anche sull’ambiente e sul clima, dato che le previsioni sono un aumento della produzione senza preoccuparsi troppo del surriscaldamento terrestre.
Trump rimane una incognita
Trump rimane comunque una incognita, e non solo per il suo carattere, ma anche perché con la sua visione diametralmente opposta alle impostazioni di Obama, ed anche opposta ad alcuni equilibri e disequilibri  nazionali ed internazionali consolidati, non si sa come l’America ed il mondo potranno reagire, e fino a che punto alcune sue intuizioni siano esatte o azzardate o semplicemente diverse. Probabilmente ci saranno visioni azzardate, forse in campo estero, altre invece funzionali, altre semplicemente diverse quindi frutto di scelte e di visioni diverse, ed alcune improponibili (se ha pensato al muro può pensare a qualcos’altro del genere). Quindi, o Trump è un genialoide nella sua visione, ammesso che sia anche capace e responsabile di ricoprire il ruolo che ha conquistato, o siamo nelle mani di un superficiale che si è improvvisato presidente. (Diciamo anche che se l’alternativa era un figura anche se equilibrata era legata all’establishment e ad una mentalità che non poteva che essere ingessata, forse è andata meglio così). (Se Trump non è superficiale).
Forse un elemento di rottura ci voleva
Forse un elemento di rottura ci voleva, per alcuni versi e per alcune impostazioni. Ad esempio condivido la visione economica che abbassa le tasse, in quanto in automatico mette in circolazione denaro e stimola l’economia. Come condivido una visione nazionalista (bisogna vedere in che modo però). Se anche in Italia ed in Europa riuscissimo ad impostare delle visioni che ha avuto Trump sarebbe un fattore positivo. L’Europa ad esempio dovrebbe cambiare a favore di un nazionalismo dei singoli stati cercando di valorizzare e sviluppare le potenzialità dei singoli Stati Europei invece di castrarli nella propria espressione, chiudendoli in quote latte o lunghezza delle zucchine o produzioni di agrumi.  Solo in questo modo (ma anche in altri) si può cambiare in modo positivo una impostazione europea che è di per sé distruttiva i  tale senso. Poi Europa dovrebbe cambiare anche in altri ambiti. Ma questo non è un pensiero di Trump (dovrebbe essere nostro). Tornando in America, c’è da sperare che le eventuali buone intuizioni di Trump si realizzino, anche e soprattutto se scardinano vecchie mentalità che n realtà nascondevano consolidati interessi di pochi (ma siamo sicuri che non ci siano interessi anche dietro Trump?) e c’è da sperare che dove non arrivi l’equilibrio di un uomo arrivi l’equilibrio di molti uomini (il che è ancora più complicato … !)
Ulteriori riflessioni Queste elezioni dovrebbero farci fare diverse riflessioni. Tra queste ne voglio evidenziare due. La prima è che un uomo come Trump, che non rappresenta lo stereotipo dell’americano medio o di quello che può avere problemi legati alla quotidianità, è riuscito ad attirare intorno a se milioni di persone, toccando le leve giuste e facendo propri problemi che una gran parte dell’America sente. Quindi il populismo ha un valore importante, e non solo in America. La seconda è che, forse, se il partito democratico americano avesse individuato qualcuno meno legato all’establishment e alla conoscenza delle grandi famiglie, ma più vicino al popolo, le cose ipoteticamente potevano andare diversamente. Può capitare che i partiti spingano più su persone legate ad interessi e conoscenze consolidate, racchiudendosi sempre di più in una elite.
La discrepanza nel sistema elettorale americano 
Bisogna dire però che Hillary ha ottenuto più voti di Trump. Il sistema elettorale americano si basa anche sul valore dato ai "grandi elettori", procedura che, a quanto pare, talvolta potrebbe non premiare la reale volontà popolare. 
Angela Pensword 10/10/2016 

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