mercoledì 9 novembre 2011

PIU' RENDICONTO MENO MAGGIORANZA

Il giorno 08/11/2011 a Montecitorio la Camera dei deputati ha approvato il rendiconto dello Stato. Nello stesso evento il governo non ha raggiunto la maggioranza assoluta, a testimonianza di una crisi politica seria che sta dilaniando l’esecutivo. Qualcuno in aula invoca le dimissioni immediate di Berlusconi. Ma questa non è una novità. Dopo l’annuncio delle dimissioni di Berlusconi dato in serata con la richiesta dell’approvazione del patto di stabilità abbiamo una scelta da fare, se andare alle elezioni, o la costituzione di un governo tecnico. Andare ora alle elezioni ci farebbe posticipare ulteriormente l’avvio delle riforme per la risoluzione della crisi, ci ritroveremmo con un governo con le stesse problematiche di quello attuale, e continueremmo ad avere per la prossima legislatura esponenti politici eletti non da una effettiva sovranità del popolo ma decisi dagli attuali proprietari di partito. In effetti andare alle elezioni ora forse è il metodo per scongiurare seriamente la riforma elettorale, perché chi dovesse essere eletto prima di tale riforma si troverebbe con una legislatura garantita. Un governo tecnico potrebbe invece avviare la soluzione della crisi, effettuare subito una seria riforma del lavoro, ed attuare la riforma elettorale.

Ora che il capro espiatorio si dimette su chi si scaricheranno le eventuali incompetenze e reclami? Noi ci troviamo a dovere affrontare una crisi molto forte, ed il suo avvio di soluzione prevede riforme strutturali profonde ed impegnative, che mettano in discussione modi di gestione politica ed economica consolidati. Ecco perché è importante che ci sia una collaborazione costruttiva tra tutte le parti politiche. Collaborazione che è sempre mancata. Abbiamo assistito da sempre a litigi e ripicche, rivalse ed ostruzionismi, espressione di una mentalità politica assurda dove tutto ciò che propone la maggioranza è sbagliato, e tutto ciò che propone l’opposizione è sbagliato. La nostra classe politica vive in perenne antitesi, dimostrando una forte immaturità politica. In una democrazia che funziona la maggioranza non deve essere prepotente ed ottusa, e l’opposizione non deve essere ostruzionista. In una democrazia sana ed in una politica sana ci devono essere obiettività, dialogo costruttivo, e rispetto. Solo in questo modo si riesce a lavorare insieme in modo costruttivo. Questo comportamento, anche se mancato in passato, dovrà essere presente nel futuro, indipendentemente da che tipo di governo si abbia e da chi sia la maggioranza, o almeno è auspicabile. 
L’opposizione non avrà più scuse per non portare delle serie proposte strutturate e per non collaborare all’interno di un governo tecnico anche con le forze dell’esecutivo precedente. Ma forse non si vuole questo. Se l’opposizione fosse stata invitata insieme ad altre parti di confronto a sedere ad un tavolo avrebbe dovuto esporre le proprie proposte. Ma sarebbe veramente stata disponibile ad un dialogo? O avrebbe continuato ad essere ostruzionista e ad avere come unico scopo quello di buttare giù l’esecutivo? E la maggioranza è mai stata veramente disposta ad un dialogo costruttivo? Il tavolo della politica matura ed etica continuerà a essere vuoto, e per colpa di tutti, o meglio solo di coloro che non prendono in considerazione un dialogo costruttivo ed il bene del Paese. All’interno di ogni prospettiva ci sono delle angolature interessanti che possono fornire spunti di confronto e di crescita.
L’accusa che si è fatta a questo governo è di essere il responsabile della crisi economica. Questa è un’accusa non precisa. La crisi economica italiana attuale non ha le cause in questo governo, ma deriva da una gestione politica ed economica degli ultimi quaranta anni, oltre ad essere inserita in un contesto europeo. Se ci fosse stata una mentalità politica ed economica migliore e sostenibile volta a far crescere l’Italia nella valorizzazione delle proprie qualità, l’Italia avrebbe potuto affrontare la crisi con un’altra forza e salute. Questo governo lo si può solo accusare di non essere stato capace di trovare e di fare tutte le soluzioni migliori per risolvere la crisi, e di non avere affrontato i problemi con la giusta chiarezza ed utilità, ed in modo incisivo. Chiarezza sempre più richiesta dall’Europa. Le sfide poste al prossimo governo sono le stesse del governo attuale. Ora la cosa da fare, e che si doveva fare da tempo, è quella di collaborare per trovare insieme sinergicamente le soluzioni e le modalità giuste di attuazione delle riforme. Bisogna mettere da parte gli interessi di partito e personali, ed eliminare l’idea che esista una maggioranza e che esista una opposizione. Forse un governo tecnico può avere l’istituzione per un tale comportamento super partes. L’ideale sarebbe stato avere una collaborazione costruttiva tra tutte le forze politiche in precedenza che prendesse le idee migliori tra tutti. Ma allora perché non ci si è riusciti prima a dialogare senza necessariamente fare un governo tecnico?
A.A. Pensword

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