La soluzione migliore per l’Italia è in questo momento un GOVERNO TECNICO. Un governo tecnico può portare avanti le riforme che servono all’avvio della risoluzione della crisi. Non possiamo più permetterci di posticipare l’attuazione di riforme e di iniziative volte alla soluzione della crisi, non c’è più tempo. Queste iniziative si sarebbero dovute già fare e non solo accennare in modo nebuloso e poco chiaro. Ma la nostra classe politica è stata solo capace di litigare, di opporsi con ostruzionismo ad una maggioranza al solo scopo di fare cadere l’esecutivo per prenderne il posto senza portare al contempo delle serie proposte. E la maggioranza, criticabile per diversi aspetti e per mancanza di incisività tempestività ed approfondimento sulle cause e sulle possibilità di soluzione, non ha invitato ad un tavolo le altre parti per concertare insieme una strategia di soluzioni. La litigiosità continua anche nei momenti di crisi, dimostrando una grande immaturità politica, quando invece sarebbe il momento di rimboccarsi le maniche e di lavorare tutti insieme.
Un governo tecnico potrebbe permettere questo in quanto ha l’istituzione di essere super partes. Ma i politici devono cambiare mentalità e rendersi conto che in un governo tecnico ci deve stare la collaborazione di tutti, che si possono benissimo prendere delle serie e valide proposte che provengono dalla opposizione, e che si possono e si debbono sicuramente apportare delle modifiche migliorative ed ampliamenti alla Lettera presentata a Bruxelles. Proprio il fatto che si tratti di una Lettera che da delle indicazioni senza entrare troppo nello specifico permette di inserire al suo interno dei miglioramenti concertati tra le parti politiche e sociali prendendo il meglio tra le idee di tutti, senza che questo snaturi il suo contenuto. Bisogna solo decidere le modalità di attuazione degli obiettivi. Quindi un governo tecnico può attuare da subito l’avvio della risoluzione della crisi, effettuando subito una seria riforma del lavoro ed una seria riforma elettorale. Ma forse è proprio la riforma elettorale che si vuole evitare andando subito alle elezioni.
Andare ora alle elezioni vorrebbe dire posticipare ulteriormente l’avvio delle riforme per la soluzione della crisi, rimandare la riforma elettorale ossia ritrovarci con i soliti politici non scelti da noi ma dai proprietari di partito, e ci ritroveremmo con un nuovo governo come il precedente con le stesse problematiche e caos interno, incapace di dare stabilità. I politici devono imparare a collaborare e ad avere una mentalità politica seria. Se non sono capaci di fare questo in un governo tecnico non lo saranno neanche nel prossimo governo eletto. Se fosse così è meglio che costoro non si ripresentino alle prossime elezioni!
Analizzando il comportamento dei mercati di questi due giorni si evincono due cose. Nella giornata del 09/11/2011, dopo le dimissioni annunciate da Berlusconi la sera prima, i mercati hanno chiuso in profondo nero. Questo vuole dire diverse cose. Intanto che il problema non è o non era solo Berlusconi. Poi che il governo di prima, seppure criticabile, costituiva un punto fiso di stabilità politica, cosa che costituisce qualsiasi governo. Il fatto di non sapere in che direzione si andava e chi poteva prendere il suo posto, che tipo di governo si avrà e se tale governo abbia la volontà e la capacità di usare bene la mente data la conoscenza della mentalità politica italiana, ha dato una grande instabilità ai mercati. Nella giornata del 10/11/2011 i mercati invece hanno avuto un miglioramento. Questo certamente perché si è vista la volontà italiana di trovare al più presto una soluzione ed una stabilità politica, grazie soprattutto alla eccellente figura del Presidente Napolitano. Due mesi di campagna elettorale ora costituirebbero una grande instabilità politica per l’Italia. Un governo è sempre meglio di nessun governo. Ecco perché i mercati reagirebbero meglio ad un governo tecnico Ecco un motivo in più per attuare un governo tecnico. Andare alle elezioni ora sarebbe un disastro per l'Italia e la perdita definitiva di credibilità. Le elezioni sarebbero la scelta più legittima in una situazione normale, ma non in questo momento
Ci siamo ritrovati in una crisi italiana ed europea fisiologica. La causa è che ciò che andava bene prima, non può andare bene ora, e questo non perché i comportamenti politici ed economici che si tenevano fino all’inizio della crisi europea andassero bene, ma semplicemente perché erano concessi, non davano un danno immediato. Ora c’è da pagare il conto di una politica troppo collusa con l’economia, o meglio con interessi economici e di elettorato, per compravendita di voti e favori, per poco statismo e molta immediatezza, per poco valore dato al sociale a lungo termine, per una mentalità economica e politica immediata e vorace, ottusa ed immatura, con molti politici incancreniti nella loro ottusità e convenienza politica, immaturità che si sono portati dietro anche in vecchiaia.
Molti politici pensano di potere continuare a prenderci in giro ed a fare politica come l’hanno fatta finora, e non capiscono che il tempo è cambiato.
Forse il lato positivo della crisi europea è proprio questo, sbatterci in faccia delle problematiche che finora erano sotto un coperchio costringendoci ora a porvi rimedio. Solo in questo modo possiamo superare la crisi e volgere la situazione a nostro favore, costruendo un mondo migliore dove ci sia una economia più etica ed una politica più etica.
A.A. Pensword 10/11/2011
Nessun commento:
Posta un commento