Scusa se non ti ho risposto prima. Ho letto con molto interesse il tuo articolo “L’economia del Lusso”. È un articolo denso di spunti interessanti e di contenuti che necessitano di una attenta lettura. Provo a risponderti ora, almeno in parte, così iniziamo un dialogo. Spero di avere interpretato bene molti dei concetti da te espressi, anche se devo ammettere che su qualche termine ho qualche dubbio sul significato intrinseco che gli attribuisci. Ad esempio su cosa intendi esattamente per “economia del lusso”, quindi se ti riferisci solo all’aspetto finale di produzione ossia ai beni materiali di lusso come unica causa di errati comportamenti economici e sociali, e cosa per “economia della conoscenza”, se ti riferisci solo alla ricerca tecnologia od anche ed insieme alla conoscenza dell’essere persona e di comportarsi come tale, come credo.
Trovo molto profonde le frasi iniziali “Quando lo sviluppo stenta a divenire un bene comune si determina un grave squilibrio tra economia e società che conduce a imprevisti e spesso drastici cambiamenti della storia dell’ umanità” e “l’ostentazione del lusso è emersa come ultima razionalità-economica di una epoca storica che ha condotto a ricorrenti disastri sociali che sono stati preludio di cambiamenti storici” sulle quali bisognerebbe riflettere. Penso che questo derivi dallo scontro di masse e di equilibri che in realtà sono in disequilibrio.
Presumo che per “economia del lusso” tu ti riferisca a ciò che io chiamo “economia contemporanea”. Certamente ci sono delle similitudini. Si potrebbe chiamare anche economia virtuale, economia gassata, o gasata, economia schekerata, ed economia esagerata. Ma se ti riferisci solo all’aspetto finale di produzione penso sia riduttivo riversare la responsabilità di comportamenti economici politici e sociali errati e non lungimiranti solo sui beni di lusso, senza comprendere anche spinte sociali ed interiori che condizionano le dinamiche di una società. Non penso ci sia niente di male a produrre beni di lusso o che ci siano persone che hanno la possibilità economica per comprarli. Considera che ciò che per una persona comune ora è una banalità, come un divano, un arredamento banale, la possibilità di cambiarsi e di lavarsi tutti i giorni, la diversità di utensili ed il potere mangiare tutti i giorni diversificato, e quindi il benessere diffuso, era un lusso esagerato un tempo per la maggioranza della popolazione. Quindi che il benessere si diffonda è una cosa ottima. Il problema è nel come si arrivi a poterseli permettere. Quindi il problema non è il lusso, ma i mezzi ed i criteri che si applicano per arrivare ad uno scopo. L’uomo è responsabile del suo comportamento. E la correttezza è alla base di un vivere comune civile e di una società.
Il lusso dovrebbe essere una conseguenza e non un obiettivo, e soprattutto non bisogna per raggiungere un obbiettivo passare sopra a tanti altri valori, come ad esempio al bene dell’ambiente o al rispetto umano e sociale. Considera che ogni mezzo usato male è dannoso. L’economia non è un problema. Non è essendo tutti poveri che staremmo meglio.
Non sono contraria all’industrializzazione, e sono favorevole ad una buona qualità di vita lavorativa. Penso che lo sfruttamento del lavoratore sia dannoso economicamente oltre che dal punto di vista umano. Lo sfruttamento ha ripercussioni sociali ed economiche sull’intera nazione, perché se si fa lavorare una persona al posto di due, lavora una persona sola e non due, e c’è uno stipendio in meno in giro.
Anche io sono contraria ad un consumismo esagerato. Esso crea inquinamento, e crea e deriva dall’economia virtuale, ossia dalla possibilità di comprare tutto a rate. Penso che non bisognerebbe avere tutta questa possibilità di comprare a rate. Forse ci sarebbe meno consumo e quindi meno produzione e quindi meno lavoro, ma sicuramente più verità.
Non sono d’accordo con l’affermazione che “per fare un ricco bisogna impoverirne tanti altri”. La ricchezza si produce e cresce ed il benessere si diffonde. Quando si dà lavoro c’è qualcuno che riceve uno stipendio, e quindi poi può comprare i beni di necessità e anche non primari, aumenta il benessere, aumenta l’economia, aumentano le entrate dello stato (senza evasori) ed aumentano i servizi. La ricchezza non è statica ma può aumentare nel tempo allargandosi come benessere collettivo in base alle conoscenze scientifiche ed all’uso sostenibile che si fa dei mezzi.
Penso anche che bisogna essere ottimisti per il futuro. L’uomo è sempre riuscito a superare le crisi ed a proseguire il suo cammino verso un mondo migliore. Purtroppo talvolta questo lo fa quando non né ha proprio più scelta, quando è per forza obbligato a migliorare invece di prevenire. Speriamo che anche questo si sia imparato.
Mi pare di capire che non vedi di buon occhio la promozione ed il successo attuata dall’Italia nel dopoguerra dei suoi marchi a livello internazionale. E che vedi il gonfiarsi dell’economia a livello nazionale ed internazionale con la conseguente globalizzazione economica come un danno (correggimi se sbaglio). (Della globalizzazione bisogna parlarne in un altro commento data la vastità dell’argomento). Quindi mi pare di capire che per te bisognerebbe evitare di produrre qualunque cosa per evitare di sfociare nella economia del lusso, e ciò è assurdo. Il problema non sono i beni di lusso o la loro ricerca, ma il modo di comportarsi e la mentalità immatura che talvolta l’uomo dimostra nella sua collettività, delle consuetudini assodate, e la scorrettezza. Considera che chi è scorretto lo è sia per le cose grandi che per le piccole, quindi sia per rubare un palazzo che per rubare un panino. Quindi io non vorrei utilizzare la tua terminologia “economia del lusso” perché non mi sembra che come termine abbia una visuale ampia, ma personalmente continuo ad usare il mio termine di “economia contemporanea” (vedi anche argomento sul mio Blog), che include il modo contemporaneo di comportarci, sia in senso positivo che negativo.
L’uomo è frutto del suo tempo, ed il tempo è frutto dell’uomo. Il problema del secolo passato fino ad oggi (e spero che cambi) e che i mezzi tecnologici si sono evoluti molto più rapidamente della maturità umana. Oggi ci sono dei mezzi talmente potenti che è come dare una pistola carica senza sicura ad un bambino di tre anni. Quindi ciò di cui abbiamo bisogno in futuro è una evoluzione culturale dell’uomo oltre che dei suoi mezzi.
La speculazione finanziaria è un mezzo che poi è stato usato male. Quando nel caso del gioco in borsa (ed è significativo che si utilizzi il termine giocare) il gioco arriva all’eccesso si arriva al gioco d’azzardo. Se poi chi gioca modifica situazioni a proprio vantaggio in modo sotterraneo ed in anticipo allora gioca sporco. Certamente ci sono comportamenti speculativi finanziari dannosi, e nel corso della crisi europea hanno influito sugli spostamenti di denaro causando maggiori squilibri economici ed incertezza europea. Vi sono stati molti dibattiti sulla necessità di una maggiore regolamentazione del settore bancario europeo ed internazionale e al riguardo sul contenimento di una determinata economia speculativa virtuale. Concordo con questi dibattiti, ma è un settore per tecnici e sta ai tecnici europei porvi rimedio. Quindi concordo anche con la tua affermazione che “nella crisi strutturale contemporanea è necessario pertanto agire in fretta nel bloccare ogni forma di speculazione finanziaria”. Non so se proprio “ogni” ma certamente tutte quelle dannose.
Devo ricordare che la crisi economica europea attuale è una crisi fisiologica che mette in discussione alcuni comportamenti economici europei ed internazionali, ma che non deve mettere in discussione l’istituzione dell’Europa stessa. In questo momento ci sono scambi di informazione e di merci, economici, di lavoro come traslazione fisica di aziende in altri Paesi, la globalizzazione, e le economie emergenti (le quali, essendo economicamente non sviluppate come noi, non possono che emergere). Il mondo e l’Europa non vive più in compartimenti stagni, e tutto è più veloce e più in comunicazione (e non penso che sia un male). L’Europa quindi non può non essere coinvolta da ciò che capita nel resto del mondo. Ed anche le economie emergenti hanno contribuito a destabilizzare economicamente l’Europa. Ma non gli si può certo fare una colpa a queste economie. Ci sono meccanismi e movimenti che sono più grandi di noi e che fanno parte dell’iter storico dell’uomo. Il problema principale, e parlo dell’Italia perché è la realtà che conosco, è stato quello di non avere avuto una mente lungimirante. Credo che un Paese debba cercare di essere prima di tutto indipendente dal punto di vista energetico ed alimentare. In Italia non si è fatto molto al riguardo negli ultimi quaranta anni, se non di facciata. Siamo rimasti ancorati al petrolio e dipendenti da altri Paesi. Se si pensa che le vacche saranno sempre grasse arriverà il tempo che non avranno più pascolo. Ciò che l’uomo e i governanti dovrebbero imparare a domandarsi per programmare il futuro è: come sarà il futuro? Come si possono valorizzare le doti del Paese? Come può il Paese diventare più sano e socialmente migliore? Come può mantenere la sua salute? E se capitasse quella situazione?
Penso che il comunismo abbia fallito da anni, e penso anche che il liberismo senza valori non sia più sostenibile. Quindi la soluzione per il futuro è un liberismo con più valori e pensare molto al sociale. Penso che per evitare delle speculazioni le società che si occupano di beni sociali (come l’acqua, le ferrovie, le autostrade) non debbano essere più quotate in borsa ma essere statali e soprattutto ben gestite. La sanità può essere anche privata con strutture come quelle che ci sono ora ma per base deve essere sempre garantita la sanità pubblica (espressione di civiltà di un Paese). La libera imprenditoria di arti e mestieri e professioni va invece stimolata e facilitata, come mi pare che questo attuale governo tecnico stia facendo. Spero che la possibilità di creare una srl agevolata venga innalzata fino all’età di cinquanta anni dato che l’età in cui si è senza lavoro o si è perso si è alzata.
Certamente in questa crisi economica bisogna agire sul lavoro per invertire la rotta (al riguardo vedi la mia Proposta di Riforma del Lavoro )
Condivido quello che hai scritto nella seconda parte. Anche io spero in un futuro migliore. Spero in una economia più etica, in una politica più etica, ed in una società migliore.
Mi fa piacere approfondire altri argomenti, ti chiedo però di inviarmi post più corti e possibilmente riferiti ad un unico argomento o concetto, in modo che riesco a rispondere più velocemente.
Copyright © AngelaAmberPensword 21/01/2012
Cara Amica , se si producono bombe poi ci vuole qualcuno che faccia la guerra, cosi se si producono Ferrari e Panfili poi ci vuole qualcuno come i calciatori che pur non producendo nulla di utile possano comprare tali beni di lusso. Questa e' la sociata contemporanea in cui il mercato non si espande perche la economia del lusso di fatto lo impedisce . Si ha infatti un maggior valore aggiunto nella vendita di panfili e ferrari che non nel produrre gommoni e cinquecento per un mercato ampio ed esteso alle classi sociali che lavorano. Il mercato delle merci si amplia infatti in proporzione alla equita economica e sociale e cio dipende dalla impostazione del sistema produttivo cie da cosa si produce e per chi. . Pertanto la Economia del Lusso conduce inesorabilmente ad una restrizione dei mercato e quindi provoca la crisi strutturale e sociale che stiamo vivendo.La risposta che tenta di dare il Prof. Monti e da libro vecchio e obsoleto infatti le misure del Governo di professori e figli di professori e e Magistrati , predilige la competitivita anziche la condivisione di opportunita e di necessita di sviluppo cone e richiesto nel passaggio tra la economia industriale e la futura economia della conoscenza come e' ben delineato nelle prospettive di sviluppo Europeo denominate HORIZON 2020 basate sulla co-operazione nel triangolo delle conoscenze tra Scuola, Impresa e Ricerca. Spero che ora sia piu chiaro cosa intendo per Economia del Lusso e per lo sviluppop della Economia della Conoscenza fondata su principi di ECO-EConomia. Paolo Manzelli 25/GENN/2012 Firenze
RispondiEliminaA Paolo
EliminaMi piace l’idea di “condivisione di opportunità e di necessità di sviluppo”. È senza dubbio un modo democratico, equo, e che sviluppa le potenzialità positive.
Mi dispiace che si costruiscano bombe. Purtroppo l’uomo farebbe la guerra anche solo con le clave, senza avere armi di lusso. E penso che l’uomo farebbe dei danni anche se non venissero costruite Ferrari e panfili.
Continuo a pensare che imputare “la crisi strutturale e sociale che stiamo vivendo” solo alla produzione dei beni di lusso sia estremamente riduttivo. Non è né il panfilo di per se e né la sua produzione (che spesso dà lavoro a molte persone) ad essere un problema, ma l’avidità e la scorrettezza umana, ed anche altri fattori, comportamenti, e mentalità consolidate.
Affermi che “il mercato non si espande perché la economia del lusso di fatto lo impedisce”. Desidero chiederti una cosa: (la mia non è una domanda polemica ma una sincera richiesta di ulteriori chiarimenti) Mi spieghi per favore in che modo la produzione di un bene di lusso evita al mercato di espandersi? Intendi che se si costruisce un panfilo non si possono costruire mille piccole barchette a vela? E nel caso perché? (Io vorrei che si potessero costruire entrambe le tipologie.) Oppure che per arrivare a comprare una Ferrari l’uomo ha dei comportamenti socialmente deleteri (come purtroppo spesso capita)? E nel caso quale è il problema: il bene di lusso od il comportamento umano? Forse vogliamo dire la stessa cosa con termini diversi, oppure prendiamo in considerazione due visuali diverse per analizzare la società, e non è detto che sia giusta una sola.
Su una cosa sono certamente convinta, e la penso come te, che spesso si dà un valore distorto ai beni di lusso, gli si attribuisce una importanza esagerata, uno status, che in realtà è virtuale pure quello.
È ovvio che “il mercato delle merci si amplia infatti in proporzione alla equità economica e sociale”. Questo vuole dire che quando vi è un benessere diffuso si hanno più merci e comodità per tutti. Noi abbiamo superato il limite negli anni scorsi al riguardo. Hai presente l’economia esagerata? L’economia virtuale? Il consumismo portato all’eccesso?. Il consumismo esagerato dei beni comuni (non di lusso) è un altro danno, soprattutto quando si realizzano beni che non sono ecosostenibili o riciclabili.
Forse per arrivare all’equilibrio bisogna prima passare dal disequilibrio.
Riguardo l’iniziativa del governo Monti di dare la possibilità ai giovani di aprire una società in modo agevolato e con il capitale di 1 euro penso che sia per tutti i giovani una possibilità di “condivisione di opportunità” oltre che di competitività.
I problemi di questa società di cui sia tu che io facciamo parte sono molteplici, e molteplici sono le cause che li producono. Solo l’analisi e le relazioni tra causa ed effetto possono portare ad un miglioramento.
Concludendo desidero dirti che trovo stupenda l’iniziativa di HORIZON 2020, ed al riguardo ti faccio i miei complimenti ed i miei auguri.
Continua ancora a scrivermi, mi farà piacere.
26/01/2012 Angela Amber Pensword