giovedì 2 febbraio 2012

IL PROBLEMA E' LA POLITICA

C’è un gran parlare sui comportamenti non proprio regolari di alcuni personaggi politici (abuso del potere a proprio vantaggio) e di prassi consolidate tanto da essere normali (appalti e cda ed altro) e sui costi della politica in genere, dai parlamentari alle regioni. Il fatto è che questa crisi italiana ed europea ci ha posto molte domande sui problemi ed ha messo sotto la lente di ingrandimento situazioni sulle quali prima forse passavamo sopra, perché, tutto sommato, si galleggiava (ed anche i politici pensavano solo a galleggiare), mentre ora non riuscendo noi ad arrivare a fine mese pretendiamo spiegazioni da chi ce ne deve dare. Bisogna anche dire che prima del governo tecnico il potere politico era più forte, i partiti si spartivano tutto, territorio, elettori, cda, e quindi avevano anche più potere di nascondere le cose, o di tirarle fuori quando si voleva, al momento giusto per screditare un avversario politico. In pochi mesi non è cambiato molto, ma alcuni scenari sono visibili. Prima di tutto bisogna rispondere al perché si è arrivati ad un governo tecnico di emergenza. La colpa non è certo del Governo tecnico, ma del governo precedente e dei governi precedenti, dell’incapacità della politica di risolvere la crisi, e del clima esasperato di astio politico che si era creato. Se si capiscono questi fattori si capisce anche dove ha sbagliato la politica. Nella non programmazione del benessere sociale a lunga scadenza di un Paese, e nel dialogo impostato con astio (quindi nel non dialogo costruttivo) dove le parti ed i politici sono tanti cani feroci. La diversità tra i partiti è giusta e fondamentale in democrazia. Ma essere diversi non vuole dire necessariamente essere avversari. Si può benissimo collaborare, purché alla base ci sia sempre il rispetto (utopia politica pura).
Non vi era alternativa ad un governo tecnico in quel momento. Ma vi immaginate che sarebbe successo con delle elezioni? La prosecuzione dell’astio politico e la incomunicabilità tra le varie parti, con la conseguenza incapacità di strutturare sinergicamente soluzioni alla crisi e la non credibilità a livello europeo. La politica non era matura per comportarsi da buona politica. E tuttora vi è chi rimpiange che non ci siano state delle elezioni. Per continuare come? In modo ordinario in una situazione straordinaria? Devo ammettere che in poco tempo alcuni partiti ed alcuni esponenti politici stanno riconquistando la mia fiducia. Vedere un atteggiamento responsabile di “mea culpa” e di sostegno costruttivo (e non intendo passivo) a questo governo mi sta facendo apprezzare personaggi che non erano nelle mie grazie e nei quali vedo responsabilità, anche se da qualcuno giudicati troppo inerti. Ciò che mi preoccupa è che quando non ci sarà più il Governo tecnico tutti i partiti ricominceranno a litigare in modo ottuso ed inconcludente (a starnazzare!). Spero che nel frattempo abbiano imparato a comportarsi. Il primo beneficio che si è avuto con il Governo Monti è stato il calo di astio politico nel dibattito. Non ne potevamo più!
Il Governo Monti sta facendo un ottimo lavoro. In pochissimo tempo ha fatto ciò che non era stato fatto in anni e che non si poteva fare con un governo politico. Questo scenario apre la porta a delle domande.
Ma allora la struttura politica così organizzata non è funzionale?
In teoria qualunque struttura quando è gestita con correttezza, maturità, buon senso, obiettività, equilibrio, funziona bene. Nella realtà tutte queste componenti non si hanno insieme, o non si hanno per niente. Quindi bisogna apportare dei correttivi sui potenziali comportamenti negativi, sia individuali che collettivi politicamente.
Individualmente: La politica dovrebbe essere una passione e non uno straguadagno personale. Per evitare che si intraprenda la politica per guadagno personale forse basta ridurre la retribuzione ed i privilegi. Inoltre chi svolge una carica politica parlamentare si dovrebbe mettere in aspettativa dal lavoro precedente anche se libero professionista (forse così avremmo le aule di Montecitorio più piene). Un posto politico è un posto di potere, e talvolta viene utilizzato come leva per proprio tornaconto personale. Per scoraggiare compratori e venditori di favori (mazzette e appalti) ci vorrebbe la garanzia di seri controlli immediati fatti da strutture indipendenti. Gli equilibri di potere politico condizionano l’economia e la società perché la politica arriva dovunque, peggio di una piovra, e si creano dei vincoli che premiano la raccomandazione e non il merito. I posti di potere ai vertici in grandi società private e pubbliche sono posti politici. A che serve? Questo è un interferire della politica nella società e nella economia, e non un interagire costruttivo. Il Governo Monti ha già agito in parte su queste problematiche.
Collettivamente: La impossibilità della politica di prendere decisioni o atteggiamenti per non contrariare il proprio elettorato è in parte un limite della politica stessa. Forse genera anche questo il muro contro muro, per avere voti e quindi per ottenere il potere e la maggioranza. Se il bipolarismo fosse gestito bene e con maturità sarebbe una cosa buona. La necessità di accaparrarsi il potere con i conseguenti posti di potere sia politici che di rappresentanza all’interno della società crea danni. Se la possibilità e la necessità di avere più potere porta i partiti ad avere comportamenti scorretti ed ostruzionistici, vincolanti e condizionanti negativamente verso la società, bisogna approfondire il discorso. Togliendo potere ai partiti? Non penso che i partiti non debbano avere potere. La diversità di vedute e opinioni è alla base della democrazia, unitamente al rispetto ed alla correttezza reciproca. Quindi ci dovrà sempre essere un Parlamento politico espressione del popolo. Ma la formula dei Ministri tecnici e del Presidente del Consiglio super partes è una formula vincente. Intanto si avranno sempre dei Ministri competenti nella materia, e non solo posti di potere politico. Se il potere politico non viene gestito bene a che serve averlo? Potrebbero essere sia politici competenti e professionisti della materia del Ministero, che tecnici puri senza colore politico. Inoltre la figura di un Presidente super partes è una figura calmierante per la gestione politica e per i partiti stessi (trovarne uno in gamba come Monti non sarà facile). La discussione politica e la legiferazione ne risulterebbe velocizzata ed agevolata, perché avranno meno motivo per litigare. Potranno utilizzare il tempo in modo costruttivo invece che a starnazzare. Penso che valga la pena in fase di riduzione del numero dei parlamentari rivedere anche la competenza e la professionalità dei Ministri mettendo delle regole, e anche per un Presidente del Consiglio apolitico e super partes.
Questo non vuole dire togliere potere ai partiti, perché le leggi le devono approvare i politici, e le devono e le possono proporre. Vuole dire solo evitare che facciano ulteriormente danni.
02/02/2012

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