martedì 6 marzo 2012

ECONOMIA E CRESCITA

In questo periodo si è perseguita e rincorsa l’economia virtuale attraverso l’uso e l’abuso dell’acquisto a rate e simili, sia a livello casalingo che a grandi livelli finanziari e borsistici. Ciò ha gonfiato l’economia e l’ha fatta implodere in un momento di particolari problemi a causa di un troppo divario tra economia reale ed economia virtuale. Ora il Governo, dopo avere pensato al risanamento, si può concentrare sulla crescita. Ma qualunque crescita viene dal basso e va fatta sulle masse per essere effettiva e producente. È la generalità delle persone che fa girare il denaro e l’economia, unitamente ad un più ristretto numero di imprenditori. Di conseguenza se si vuole ottenere una crescita economica bisogna dare ricchezza (reale e non virtuale) alle persone. Ossia: la possibilità di acquistare per le persone non deve essere la conseguenza della crescita e della ripresa economica ma la premessa. Viene da sé capire come l’austerity rimane inutile se non si trovano formule che creino ricchezza. L’austerity dovrebbe rimanere perenne per gli sprechi della politica e dei soldi pubblici, con tanto di controllo che molti scempi  non capitino più. Una migliore gestione del sociale e dei soldi pubblici non può che fare bene. Per quanto riguarda la ripresa economica bisogna ricreare le basi per una maggiore ricchezza reale (e non virtuale), delle persone, e quindi inevitabilmente incrementare la possibilità di lavoro. Ma quando lo stipendio è nella norma ed i costi dei prodotti ed i costi della vita sono alti l’economia è insostenibile, e lo è non solo per le aziende che chiudono e se ne vanno, ma lo è anche per le famiglie.
Per agevolare gli acquisti l’unico modo non sono le rate, ossia la diluizione nel tempo del costo finale, ma l’abbassamento del costo finale di vendita. Per abbassare il costo finale della merce bisogna abbassare il costo energetico di produzione, le utenze, e gli altri costi di produzione (che non sono sempre e solo il costo del personale impiegatizio e saltuario). Anche se si volesse lasciare invariato il prezzo finale della merce diminuire il costo iniziale creerebbe più margine tra i due costi con la possibilità di aumentare lo stipendio ai lavoratori (necessario ed imperativo), che avrebbero più facoltà di spendere e l’economia si rimetterebbe in movimento.
È un’altra visione dell’economia e della politica. Lo Stato dovrebbe attuare quella serie di supporti che corrispondono a strategie politiche economiche ed energetiche volte ad una migliore gestione delle risorse. È evidente quanto è necessario quindi impostare diversamente la produzione energetica del Paese.
06/03/2012 Angela Pensword
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