Il giorno 02/04/2012 il Presidente del Consiglio Mario Monti durante la sua visita in Cina ha affermato che siamo fuori dalla crisi. Forse anche in questo caso è una questione di prospettive. Certamente ci siamo allontanati dal baratro ed in quattro mesi e poco più il Governo tecnico è riuscito a fare tantissimo. Ora abbiamo una stabilità politica e di immagine a livello europeo e mondiale, è stata attuata un’opera di risanamento dei conti pubblici anche attraverso importanti e discusse riforme, sono stati riorganizzati diversamente alcuni costi della politica, si attua una analisi delle problematiche e si cerca una concertazione tra le varie parti per le importanti riforme. Ora, come accennato da Monti stesso già dal decreto “cresci Italia”, è arrivato il momento per pensare alla crescita. Ma le proposte per la crescita sono effettivamente valide? Il fatto che l’aumento dei costi per le famiglie è in contrasto con la crescita e lo sviluppo economico dovrebbe far capire che i soldi per il risanamento e per lo sviluppo vanno presi da un’altra parte. Ad esempio dalle mega buone uscite dei mega manager pubblici e privati, da altri sprechi della politica. Il fatto che la febbre dello spread sia scesa nelle scorse settimane indica che siamo in via di guarigione ma non che siamo guariti. Non siamo più in sala di rianimazione ma siamo ancora gravemente malati. Questo non tanto a livello internazionale, dove abbiamo riguadagnato molta stima, ma a livello nazionale. Ci sono dei dati di macroeconomia che sono dei campanello d’allarme. La disoccupazione aumenta, piccole fabbriche continuano a chiudere, i costi aumentano, come le tasse e la benzina, le entrate e gli investimenti diminuiscono, aumenta il disagio sociale e la povertà. Quindi non siamo ancora fuori dalla crisi, siamo solo usciti dalla sala di rianimazione ed ora siamo in convalescenza. Non ci resta che proseguire con le riforme, fare le scelte giuste per impostare la crescita e per aggiustare delle problematiche che ci portiamo dietro da anni, cambiare mentalità politica ed economica, cambiare strategia politica ed economica, aspettando che la cura faccia effetto.
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