giovedì 9 agosto 2012

La politica e le alleanze

Gran parte della fatica del periodo preelettorale è destinata dai partiti alla messa a punto delle alleanze. Le alleanze si fanno non tanto per similitudine di obiettivi ma per convenienza politica di partito. Si stringono per prendere più voti, per diventare un blocco politico più forte delle forze politiche avversarie. Ma serviranno poi queste alleanze? Esse possono anche avere una valenza di governabilità, ma poi sono vincolanti per i sottoscrittori, e spesso risultano troppo strette. Del resto a che serve essere due cose diverse se poi la si deve pensare ugualmente sulla stessa cosa? Come quale è il valore di essere alleati se poi la si può pensare diversamente sulla stessa cosa e votare di conseguenza? Ecco che la governabilità non la dà quindi l’alleanza od il sistema politico, ma la maturità del fare politica e del rapportarsi tra forze avverse in un discorso unitario di bene comune nel rispetto delle differenze. Insomma utopia pura! Ma questa sarebbe la vera democrazia. E la vera democrazia si esprime nel proporzionale puro e secco, senza premio di maggioranza e senza alleanze, dove il risultato elettorale è la vera espressione popolare. In questa democrazia Deputati e Senatori si rapportano nelle loro camere istituzionali nel rispetto reciproco e democraticamente, approvando di volta in volta per maggioranza le varie legiferazioni. Questo sarebbe impostato anche se vi fosse una unica Camera istituzionale. E per cinque anni il governo non può cadere. Perché mai dovrebbe cadere infatti? Vorrebbe dire essere una squadra, anche se non la si pensa sempre nello stesso modo. Come già scritto in un mio articolo del 1995 nel Parlamento si sarebbe una squadra, ognuno con le proprie idee e con il proprio ruolo, ma con un obiettivo in comune, il bene del Paese. Si sarebbe come undici giocatori che insieme interagiscono, con un unico obiettivo, fare goal. Si sarebbe una unica entità diversificata nella sua espressione. Si sarebbe una unica alleanza nel rispetto delle differenze. In pratica non avrebbero motivo di esistere le alleanze, non esisterebbero alleanze precostituite ma si formerebbero di volta in volta in base a coscienza. Ma tutto questo presuppone una maturità politica ed un equilibrio mentale politico che ancora  è inimmaginabile, e che forse non esisterà mai. In effetti il proporzionale puro è già stato alla base di un sistema di governo, ed è stato ingestibile, con governi che duravano pochi mesi e che poi sistematicamente abortivano. Per questo si è cambiato sistema passando al maggioritario, che a sua volta ha portato al bipolarismo. Ma il bipolarismo è spesso espressione di pura ed ottusa contrapposizione, dove in campo ci sono due squadre avverse, con ostruzionismo da una parte e prepotenza da un’altra, zero dialogo e veleno per contorno. Quindi anche il bipolarismo così vissuto è in realtà male gestito, con molte palle fuori porta, sgambetti e falli tra giocatori con la stessa maglietta. Anche se più governabile. Insomma, in definitiva si torna alla stessa cruda analisi della realtà, che per migliorare le forme di espressione umana, siano esse istituzionali, di sistema, commerciali, economiche, energetiche, o altro, bisogna prima migliorare l’uomo. E qui l’impresa è veramente ardua in generale.
Angela Pensword  09/08/2012

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