Premesso che sono personalmente contraria al premio di maggioranza, in ogni forma, sia esso destinato ad un partito o ad una coalizione, se devo proprio scegliere, tra le due soluzioni ritengo sia più giusto destinare il premio alla coalizione. È la coalizione che vince, e quindi è la coalizione che si merita il premio, suddiviso tra le rispettive forze che la formano. Insomma, nel momento in cui nascono le coalizioni nasce automaticamente anche il loro diritto a ricevere il premio di maggioranza.
Questo in base ad un ragionamento logico. Ma non sempre ciò che è più logico o giusto è anche più conveniente. È troppo comodo infatti formare insieme qualcosa senza poi dividerne i vantaggi.
Il premio di maggioranza falsa la reale espressione popolare democratica della percentuale del risultato. Le alleanze falsano la reale espressione del pensiero degli alleati e creando dei vincoli troppo stretti snaturano la diversità partitica. Del resto non avrebbe senso formare un insieme anche se disomogeneo ed andare dopo ognuno per conto proprio. La diversità nel rispetto reciproco non presuppone alleanze forzose, ma opinioni diverse confrontate con obiettività e rispetto reciproco nella libertà di espressione. Concetto applicabile all’intero Parlamento.
Ma sia le coalizioni e sia il premio di maggioranza sono escamotage per dare maggiore governabilità alla legislatura. In pratica sono delle toppe a dei difetti di relazione umana. È brutto constatare che per avere una governabilità, tra l’altro effimera e basata sullo scontro, l’uomo si deve appoggiare a degli escamotage.
Il proporzionale puro è la vera espressione democratica del voto!
(A Pensword)
29/08/2012
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