Evoluzione: homo di Neanderthal homo Sapiens e homo Ratus
Il salto evolutivo di impostazione e di mentalità del quale necessita il mondo oggi, in ogni suo luogo ed in ogni suo popolo, è un po’ lo stesso salto che si è avuto nel passaggio tra l’uomo di Neanderthal e l’uomo Sapiens. Pare che l’uomo di Neanderthal fosse più disordinato nelle proprie caverne, e più immediato. L’uomo Sapiens pare invece fosse più ordinato all’interno delle proprie caverne, con zone ben definite dove mangiare e dove dormire. La differenza tra immediato e programmazione, e la consapevolezza della relazione tra azione e conseguenza in un arco di tempo medio lungo in una visione più collettiva, che contempli la salvaguardia delle risorse e del Pianeta, e la conoscenza del termine “investimento”, sono anche esse espressione di ordine. Tali mentalità, in qualche caso superstiti e già presenti in alcune popolazioni antiche e tuttora viventi (gli aborigeni hanno molto rispetto dell’ecosistema del quale fanno parte), si sono in questi ultimi 100 anni scordate, affogate da una mentalità economica immediata e distruttiva.
L’uomo si è trovato a gestire un progresso scientifico e tecnologico abnorme, due guerre mondiali, mezzi dalle grandi potenzialità, globalizzazione, tutto il meno di 100 anni. In pratica l’evoluzione civile e di mentalità dell’uomo non è andata di pari passo con l’evoluzione scientifica e tecnologica. Con questo non voglio dire che bisogna regredire tecnologicamente, ma avanzare civilmente.
Il progresso tecnologico ed il migliore benessere collettivo e sociale sono senza dubbio un evento positivo che deve continuare. Solo la loro gestione ed il loro utilizzo sono da migliorare. In effetti ciò che differenzia l’uomo dagli altri animali (anche noi lo siamo dato che apparteniamo al regno animale e non a quello vegetale) è la capacità di crearsi dei mezzi e di usare le mani. Ma molto spesso l’uomo non ha ancora imparato ad usare la testa prima di usare le mani, ed è per questo che fa molti più danni di quanto fanno gli altri animali. In pratica si potrebbe dire che dall’uomo Sapiens contemporaneo dovremmo passare all’uomo pensante. Ci sono individui che già hanno in sé la capacità dell’uomo pensante, e questo già nei secoli e nei millenni scorsi, e ci sono invece individui che si comportano ancora come l’uomo di Neanderthal.
Il “ragionare” (rationis) senza l’etica, senza rispetto per la natura e l’ecosistema, senza lungimiranza, senza valori, e senza rispetto per l’uomo, non è un buon pensare e non serve alla evoluzione. In pratica basterebbe un po’ più di correttezza.
Un comportamento migliore corrisponde ad una mentalità migliore.
P.S.: L’inquinamento che stiamo producendo nel mondo è un esempio del contrasto tra progresso tecnologico, evoluzione civile, e gestione delle risorse.
Angela Pensword 04/09/2012
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